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Pranoterapia
Copyright by THEA 2004 Pranoterapia
deriva da prana, un temine sanscrito (da pra, fuori e an, respiro, vita) che indica
l'energia vitale dell'universo che tutto permea, simile al pneuma
degli antichi greci. Il prana anima l'essere umano sia in salute sia in
malattia e quando viene a mancare, si muore ed il corpo si dissolve nelle
sue componenti chimiche. Scorrerebbe non solo all'interno del corpo, ma lo
circonderebbe anche, costituendo l'aura. Le
malattie sarebbero determinate dall'alterazione dell'equilibrio
dell'energia vitale. La pranoterapia ha lo scopo di ripristinare
l'equilibrio energetico. È una medicina spirituale perché è
attuata in forma sacrale da pranoterapeuti "preparati" in anni di ricerca
spirituale. Il guaritore con l'imposizione delle mani è il canale
dell'energia vitale. Ovviamente la scienza non riconosce la pranoterapia,
né si hanno prove scientifiche di una qualche validità terapeutica. È
scienza? -
Ovviamente no. L'assurda pretesa di ritenerla scienza (l'aura verrebbe
addirittura fotografata dalla camera Kirlian) è incredibile. Nel
tentativo di ottenere credibilità, i pranoterapeuti confondono credenze
filosofico-religiose o attitudini
personali non ancora sufficientemente studiate con la scienza. Funziona?
- Ovviamente no. I risultati che si ottengono sono dovuti alla suggestione
che il guaritore ha sul paziente, per tutte quelle patologie che hanno una
forte componente psichica. Solo l'ignoranza mantiene in vita questa disciplina che
affonda le proprie radici in teorie vecchie di millenni, affascinanti, ma
risalenti a un periodo in cui la vita media dell'uomo non superava i 35
anni! Il meccanismo è quello per cui un bambino, stretto nell'abbraccio
della madre, smette di piangere. Il paziente, psichicamente molto debole,
smette (più o meno temporaneamente) di lamentarsi, ammaliato dal contatto
con il pranoterapeuta. Da un
sito Internet che perora la pranoterapia: "Il paziente che approda
dal pranoterapeuta è una persona spaurita, sprovveduta e indifesa, è
disorientato e senza identità. Una delle cose più importante è
insegnargli ad essere ottimista e quindi ad avere una visione positiva
della vita." Come si
vede la descrizione del paziente ideale è quella di un soggetto che si può
manipolare a piacere, facendogli credere ciò che si vuole. Concludendo:
chi ricorre alla pranoterapia anche come ultima spiaggia, offende la
propria dignità e si merita ciò che gli accade. Un'ultima chicca. Sapete che esiste anche la proximoterapia? È una tecnica in cui il terapeuta non tocca il paziente, ma tiene le mani lontano da esso perché preda delle forze del male. |
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