| Home | Menù principale | Email | Contatti |

Per prevenire e curare gli infortuni

 

La riflessologia plantare

Copyright by THEA 2006

 

La riflessologia plantare costituisce una delle numerose tecniche terapeutiche alternative e consiste fondamentalmente nel massaggiare le cosiddette "zone riflessogene" del piede per trattare le malattie degli organi interni e di altre parti del corpo che i riflessologi affermano essere collegate a esse.

 

Mappe plantariOrigini e sviluppo della riflessologia plantare – Pare che il massaggio riflessologico abbia origini molto antiche, risalendo addirittura a 5.000 anni fa in Cina, dove venivano usate terapie che adottavano la pressione delle dita per correggere i campi di energia dell'organismo (come per la digitopressione, l'agopuntura o lo shiatsu). Anche gli antichi Egizi utilizzavano una forma di riflessologia plantare, come appare in un affresco di una tomba di circa 4.300 anni fa, ritrovata a Saqqara, a sud del Cairo. In Occidente si dovette attendere sino al 1913 perché venisse introdotta questa terapia da parte di un otorinolaringoiatra americano, William Fitzgerald, il quale elaborò un metodo definito "terapia zonale", che consisteva nell'esercitare una pressione in certi punti del corpo, sia con le mani che con strumenti speciali. Egli divise il corpo in dieci zone lungo le quali fluisce l'energia vitale, dagli alluci fino alla testa e riuscì in certi casi a ottenere un effetto anestetico per contrastare la presenza del dolore in una determinata zona. Eunice Ingham, terapeuta americana, proseguì le ricerche del suo predecessore, pubblicando alcuni libri sulla riflessologia plantare come "Le storie che i piedi potrebbero raccontare" e "Storie raccontate dai piedi", concentrandosi esclusivamente sulla digitopressione legata ai piedi. Il metodo terapeutico venne infine introdotto in Europa a partire dagli anni '50 e oggi viene praticato da numerosi operatori e fisioterapeuti, assieme ad altre tecniche manuali, sia diagnostiche che terapeutiche.

 

Le basi teoriche - Non esiste nessuna prova di come funzioni il meccanismo per cui il massaggio di una certa zona del piede possa riflettersi positivamente su un'altra parte dell'organismo; secondo i sostenitori della tecnica, la malattia si manifesterebbe quando i "canali di energia" nel corpo sono bloccati, provocando danni in talune aree somatiche. Il massaggio mirerebbe dunque a rimuovere questi blocchi, permettendo così all'energia di fluire di nuovo liberamente. La riflessologia plantare considera il piede come lo specchio del corpo: il piede sinistro rappresenterebbe il lato sinistro, mentre il piede destro il lato destro. Le varie zone della pianta del piede sono collegate in qualche modo a organi come la vescica, i reni o i polmoni, mentre l'alluce sarebbe legato alla testa e al cervello e il mignolo ai seni paranasali, secondo una caratteristica mappa riflessologica che mostra chiaramente come le zone del piede rispecchiano le varie parti del corpo.

È veramente ottimistico credere che la riflessologia plantare possa indurre il corpo a ritrovare l'equilibrio e la salute, senza alcun impiego di farmaci o di altre sostanze. Basta applicare semplici meccanismi logici (per esempio il Ma se… ) per capire che la teoria alla base della tecnica è campata in aria: se per esempio l'alluce è collegato a testa e cervello chiunque ne subisca l'amputazione, la frattura, una contusione dovrebbe avere ripercussioni veramente significative, cosa che non è.

 

Efficacia della riflessologia plantare – Pur non essendo una panacea universale, la riflessologia plantare viene attualmente impiegata per trattare una vasta gamma di malanni comuni, tra i quali i dolori alla schiena, la lombalgia e la sciatalgia, i problemi digestivi e mestruali, l'emicrania e per ridurre gli effetti negativi dovuti allo stress. L'efficacia del trattamento è tanto maggiore quanto minore è il malanno perché la sensazione di benessere (del resto tipica di altri tipi di massaggio) provoca un effetto placebo che può dare sollievo al malato.

Con un chiaro esempio del delirio di onnipotenza, i riflessologi sostengono di poter scoprire un'imminente o potenziale malattia e quindi effettuare un trattamento preventivo, se opportuno, o consigliare al paziente di consultare uno specialista, riuscendo così a fornire eventuali segni premonitori di una malattia. Si deve pertanto porre la massima cura nell'evitare di indicarla in patologia potenzialmente gravi, distraendo il paziente da cure veramente efficaci.

 

Seduta di riflessologia plantareLa seduta – Esistono due modi per sottoporsi a questa tecnica: rivolgersi a un terapeuta specialista oppure apprendere le tecniche di base per potersi massaggiare la pianta del piede per proprio conto. Chi si rivolge al terapeuta dovrà innanzitutto sottoporsi a un'anamnesi completa e successivamente avrà inizio il massaggio, effettuato inizialmente con un po’ di talco per abituare il paziente al tocco procurato da questa tecnica. Vengono poi massaggiate tutte le aree riflessogene su entrambi i piedi, usando il pollice per applicare la pressione, cercando eventuali zone di maggior sensibilità. Il primo trattamento dura all'incirca un'ora e i benefici che se ne traggono sono già percepibili, se non altro per il massaggio plantare, in grado comunque di apportare sollievo al paziente.

Secondo i riflessologi generalmente sono necessarie 6-8 sedute per trattare una determinata malattia, ma esistono casi estremi nei quali la cura può avere effetto quasi immediato (2-3 sedute) o non la può avere affatto: in quest'ultimo caso è meglio indirizzare il paziente al suo medico. Questa posizione dimostra l'infondatezza della tecnica che si basa sull'effetto risultato e sull'effetto coincidenza.

Non vi sono solitamente effetti collaterali dopo il trattamento.

| Home | Menù principale | Email | Contatti |


(c) Copiright 2011 - Concetto Cammisa - Tutti i diritti Riservati