1. DISTURBI DELLA NUTRIZIONE

La nutrizione è la scienza degli alimenti e del loro rapporto con la salute.

1. CONSIDERAZIONI GENERALI

NUTRIZIONE ENTERALE

La nutrizione enterale attraverso un sondino può essere adottata nei pazienti con tratto GI funzionante per integrare l'alimentazione orale o per sostituirla del tutto. Quest'ultima modalità è indi

cata per i pazienti che necessitano di un supporto calorico e proteico intensivo e che non possono o non vogliono assumere supplementi nutritivi per via orale. La nutrizione enterale è più sicura e più economica della nutrizione parenterale totale (NPT) ed è il metodo preferito quando è preservata l'integrità del tratto GI. Le indicazioni generali comprendono l'anoressia prolungata, la grave malnutrizione energetico-proteica, i traumi cranici e del collo o i disturbi neurologici che impediscono una soddisfacente alimentazione per via orale, gli stati di coma o di depressione mentale, l'insufficienza epatica e le patologie gravi (per esempio le ustioni) con elevate richieste metaboliche. Le indicazioni specifiche possono comprendere la preparazione preoperatoria dell'intestino nei pazienti gravemente malati o malnutriti, la chiusura di fistole enterocutanee, l'adattamento del piccolo intestino dopo una resezione intestinale massiva e le malattie associate al malassorbimento, come il morbo di Crohn.

La soluzione nutritiva viene introdotta direttamente all'estremità superiore del piccolo intestino o subito al di sopra di essa, attraverso un sondino nasogastrico o nasoduodenale o, meno comunemente, attraverso una stomia (gastrostomia o digiunostomia). La scelta della via di somministrazione dipende dalle circostanze individuali, ma la disponibilità di una grande varietà di sondini morbidi di piccolo calibro per l'alimentazione nasogastrica e nasoduodenale ha fatto di questi la via di somministrazione preferita.

Per via enterale, oltre ai supplementi alimentari ad alto contenuto energetico e proteico, vengono frequentemente somministrate delle diete elementari (chimicamente definite). Queste forniscono le sostanze nutritive essenziali in una forma facilmente assimilabile, non richiedono o richiedono un minimo processo digestivo e hanno un residuo minimo. I componenti delle diete elementari selezionate sono elencati nella Tab. 1-8.

L'alimentazione per via nasogastrica o nasoduodenale viene generalmente iniziata con una soluzione al 25% di peso/volume; si somministra 1 kcal/ml, inizialmente alla velocità di 50 ml/h e, poi, alla velocità di 125 ml/h (3000 kcal/24 h), raggiunta con incrementi successivi di 25 ml/h. L'alimentazione attraverso la digiunostomia viene iniziata con una soluzione al 10% di peso/ volume somministrata alla velocità di 50 ml/h, incrementata ogni volta di 25 ml/h, fino a raggiungere il fabbisogno giornaliero di liquidi. La concentrazione viene aumentata quindi del 5%

peso/volume/die fino a che non si raggiunge la tolleranza massima (generalmente una concentrazione del 20% di peso/volume; 0,8 kcal/ml a 125 ml/h, per un totale di 2400 kcal/die).

Le complicanze della nutrizione enterale di solito non sono né frequenti né gravi e possono essere evitate con un attento monitoraggio. Fino al 20% dei pazienti può presentare diarrea e disturbi GI per l'intolleranza dell'intestino a uno dei componenti nutrizionali principali o all'osmolarità della soluzione. L'esofagite è rara se si usa un sondino morbido di piccolo calibro; l'inalazione tracheobronchiale, una complicanza grave, può essere evitata ponendo molta attenzione ai dettagli tecnici. I disturbi elettrolitici, il sovraccarico idrico e la sindrome da iperosmolarità devono essere evitati con un monitoraggio giornaliero del bilancio idroelettrolitico, dell'osmolarità e dell'azotemia.

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