2. MALATTIE ENDOCRINE E METABOLICHE 15. IPERLIPIDEMIA(Iperlipoproteinemia) Presenza di elevati livelli di lipoproteine nel plasma, che può essere primitiva o secondaria. (v. anche Aterosclerosi nel Cap. 201.) IPERLIPOPROTEINEMIA DI TIPO IV (Ipertrigliceridemia endogena; iperprebetalipoproteinemia) Disordine comune, spesso a distribuzione familiare, caratterizzato da aumenti variabili dei trigliceridi plasmatici contenuti prevalentemente nelle lipoproteine a bassissima densità (pre-b) e da possibile predisposizione all'aterosclerosi. Sommario: A causa dei livelli di trigliceridi endogeni utilizzati come soglia per la definizione dell'iperlipoproteinemia di tipo IV, il disordine risulta comune negli americani di media età di sesso maschile. Sintomi, segni e diagnosi Questa iperlipidemia è frequentemente associata a una lieve alterazione della tolleranza al glucoso (insulino-resistenza) e a obesità, e può essere accentuata dalla restrizione dei grassi alimentari e dalla concomitante aggiunta di carboidrati alla dieta (mantenendo costante l'apporto calorico). Il plasma è torbido e i livelli di trigliceridi sono sproporzionatamente elevati. Il TC può essere normale o modicamente aumentato (spesso a causa di stress, alcolismo ed eccessi alimentari) e può essere associato a iperuricemia. La riduzione dei livelli di HDL è dovuta all'innalzamento dei trigliceridi e spesso si normalizza quando i livelli di trigliceridi si riducono. Prognosi e terapia La prognosi è incerta. La malattia può essere associata alla CAD precoce. La riduzione del peso corporeo e la limitazione del consumo di alcol, quando sono possibili, costituiscono il trattamento più efficace e spesso normalizzano i livelli dei trigliceridi. Sono importanti il mantenimento del peso corporeo ideale e la restrizione dei carboidrati e dell'alcol. Nei pazienti i cui livelli non vengono controllati dalla sola dieta, la niacina 3 g/die PO o il gemfibrozil 0,6-1,2 g/die PO in dosi frazionate riducono ulteriormente la lipemia. Grandi quantità di olii somatici di pesce (da 8 a 20 g/die) sono frequentemente di notevole efficacia nel trattamento dell'ipertrigliceridiemia secondaria agli elevati livelli di VLDL.
|