3. MALATTIE GASTROINTESTINALI

35. MALATTIE ANORETTALI

Il canale rettale è derivato da un'invaginazione dell'ectoderma, mentre il retto deriva da un'invaginazione dell'entoderma. Le differenze anatomiche che ne risultano sono importanti per la valutazione e il trattamento delle malattie anorettali. Il canale anale è rivestito dall'anoderma, una continuazione della cute esterna; il rivestimento del retto consiste, invece, in una mucosa ghiandolare rosso brillante. Il canale anale e la cute adiacente sono forniti di una ricca innervazione sensitiva somatica e sono altamente sensibili agli stimoli dolorosi; di contro la mucosa rettale è innervata dal sistema autonomo ed è relativamente insensibile al dolore.

Al limite superiore del canale anale c'è la giunzione anorettale (linea pettinata, giunzione mucocutanea o linea dentata), dove sono localizzate da 8 a 12 cripte anali e da 5 a 8 papille. Gli ascessi e le fistole anorettali originano in corrispondenza delle cripte.

L'anello sfinterico che circonda il canale anale è formato dalla fusione dello sfintere interno, della porzione centrale dell'elevatore dell'ano e di parte dello sfintere esterno. Anteriormente è più vulnerabile ai traumi che possono causare incontinenza. Il muscolo puborettale forma una "fionda" muscolare attorno al retto che svolge una funzione di sostegno e assistenza durante la defecazione.

Il drenaggio venoso, al di sopra della giunzione anorettale, avviene attraverso il sistema portale; il canale anale viene drenato invece attraverso il sistema cavale. L'area della giunzione anorettale può drenare sia nel sistema della vena cava che nel sistema portale. I linfatici dal canale anale drenano nei linfonodi iliaci interni, nella parete posteriore della vagina (nelle donne) e nei linfonodi inguinali, mentre i linfatici del retto drenano lungo il peduncolo vascolare emorroidario superiore, fino alla mesenterica inferiore e ai linfonodi aortici. Il diverso drenaggio venoso e linfatico determina le modalità di diffusione delle affezioni maligne e delle infezioni.

L'anamnesi deve comprendere una descrizione delle caratteristiche degli eventi emorragici, del dolore, della protrusione, delle secrezioni, della tumefazione, delle sensazioni anomale, della motilità intestinale, della natura delle feci, dell'uso di catartici e di clisteri e della sintomatologia addominale e urinaria. È importante indagare in tutti i pazienti, riguardo a eventuali rapporti anali o altri traumi anali da inserimento.

L'esame obiettivo va condotto con delicatezza e con una buona illuminazione. Consiste nell'ispezione esterna della regione perianale e nella palpazione digitale intrarettale, nell'esame dell'addome e nella palpazione rettovaginale bimanuale (nelle donne). Vengono, spesso, eseguite l'anoscopia e la sigmoidoscopia con strumento rigido o flessibile, per ispezionare da 15 a 60 cm al di sopra del margine anale. L'ispezione, la palpazione, l'anoscopia e la sigmoidoscopia vengono effettuate meglio con il paziente in posizione laterale (di Sims) oppure con il paziente in posizione genupettorale classica o invertita in un tavolo reclinabile. Nel caso di lesioni anali dolorose, può essere necessaria un'anestesia locale (lidocaina 5% in pomata), regionale o a volte generale. Se viene tollerato, si può praticare un clistere di pulizia per facilitare la sigmoidoscopia. Se indicato, si possono effettuare biopsie, strisci e colture e possono essere ordinati esami rx.

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