4. MALATTIE DEL FEGATO E DELLE VIE BILIARI

47. TUMORI DEL FEGATO

METASTASI EPATICHE

Sommario:

Introduzione
Sintomi e segni
Diagnosi
Terapia


La neoplasia metastatica è di gran lunga la più comune tra le neoplasie epatiche maligne. Il fegato costituisce un terreno fertile per le metastasi che si diffondono per via ematica; il polmone, la mammella, il colon, il pancreas e lo stomaco sono le più frequenti sedi primitive, anche se praticamente ne può essere responsabile qualunque organo. La diffusione al fegato costituisce non di rado la manifestazione clinica iniziale di un cancro insorto altrove.

Inizio Pagina

Sintomi e segni

Sono frequenti le manifestazioni non specifiche della malignità (p. es., perdita di peso, anoressia, febbre). Il fegato è caratteristicamente aumentato di volume e di consistenza e può essere dolente; un'epatomegalia massiva con noduli facilmente palpabili indica uno stadio avanzato di malattia. Soffi vascolari epatici e un dolore simil-pleuritico, a cui corrisponde un rumore di sfregamento, non sono frequenti, ma sono comunque caratteristici. A volte è presente una splenomegalia, soprattutto nei casi di carcinoma primitivo pancreatico. È frequente la concomitanza dell'ascite, causata dalla diffusione peritoneale del tumore, mentre, all'inizio, l'ittero è in genere modesto o assente, a meno che non coesista un'ostruzione della via biliare da parte del tumore. La fosfatasi alcalina, la g-glutamil-transpeptidasi e a volte la LDH aumentano solitamente per prime o in misura maggiore rispetto agli altri test di funzionalità epatica; i livelli delle aminotransferasi sono variabili. Negli stadi terminali, il progressivo incremento dell'ittero e dell'encefalopatia epatica indica l'exitus imminente.

Inizio Pagina

Diagnosi

La diagnosi delle metastasi epatiche solitamente non presenta problemi nelle fasi avanzate, ma spesso si rivela difficile nei pazienti che non hanno una malattia conclamata. Diverse tecniche per immagini diffusamente utilizzate per la diagnosi (v. anche Cap. 37) sono spesso molto suggestive, ma non riescono a evidenziare in maniera affidabile le metastasi di dimensioni ridotte o a discriminare sempre un tumore dalla cirrosi o da altre cause benigne di un quadro anomalo. Comunque, l'ECO, la TC e la RMN sono, di solito, più accurate della scintigrafia; la maggior parte dei centri usa l'ECO come metodica di indagine principale. L'ecografia e i test di funzionalità epatica sono ampiamente usati nello screening di routine per la presenza di metastasi nei pazienti affetti da neoplasie maligne conosciute, perché spesso il trattamento dipende dalla presenza o meno di tale diffusione, ma le basse sensibilità e specificità limitano il valore di tali indagini.

La biopsia epatica fornisce la diagnosi definitiva e deve essere eseguita se esiste un dubbio o se è necessaria la conferma istologica per le decisioni terapeutiche. La biopsia dà risultati positivi in circa il 65% dei casi; un ulteriore 10% può essere identificato con l'esame citologico del liquido aspirato e queste percentuali possono aumentare se la biopsia viene eseguita sotto guida ecografica. Alcuni autori preferiscono effettuare la biopsia sotto visione diretta, per via laparoscopica, anche se questa metodica è più complessa.

Inizio Pagina

Terapia

Il trattamento delle metastasi epatiche solitamente è inutile. In base alla localizzazione del tumore primitivo, la chemioterapia sistemica può determinare una temporanea riduzione delle dimensioni delle metastasi e prolungare la vita del paziente, ma certamente non cura la malattia. Alcuni centri consigliano, in casi selezionati, l'infusione di chemioterapici attraverso l'arteria epatica; vi è sicuramente una maggiore risposta terapeutica a fronte di una minore tossicità sistemica rispetto alla chemioterapia somministrata EV, ma la sopravvivenza non migliora in maniera evidente. La radioterapia del fegato, occasionalmente, può alleviare una grave sintomatologia dolorosa, ma per il resto è sconsigliata. Alcuni chirurghi resecano le metastasi isolate, specialmente se la localizzazione primitiva è a carico del colon, sebbene questa indicazione non sia universalmente accettata. La malattia estesa è trattata al meglio con la palliazione per il paziente e con il supporto psicologico per la famiglia (v. Cap. 294).

Inizio Pagina

-indietro- -ricerca- -indice sezione- -indice generale- -indice tabelle- -indice figure- -help-

Copyright © 2002 Merck Sharp & Dohme Italia S.p.A. Via G. Fabbroni, 6 - 00191 Roma - Tutti i diritti riservati.

Informativa sulla privacy