8. PATOLOGIE OFTALMOLOGICHE

91. LESIONI TRAUMATICHE DELL'OCCHIO

CONTUSIONI E LACERAZIONI

Durante le prime 24 ore, le contusioni palpebrali (occhio nero) devono essere trattate con impacchi di ghiaccio per impedire il gonfiore. Il giorno successivo, gli impacchi caldi possono aiutare il riassorbimento dell'ematoma.

Le lacerazioni palpebrali minori possono essere riparate con fini suture di seta. Le lacerazioni dei margini palpebrali devono essere riparate da un chirurgo oftalmico, poiché è necessaria attenzione per assicurare l'apposizione dei margini ed evitare una discontinuità del bordo palpebrale. Le lacerazioni più gravi, specialmente quelle che colpiscono il canalino lacrimale, devono essere riparate da un chirurgo oftalmico.

Un trauma del bulbo oculare può danneggiare gravemente le strutture interne. Le conseguenze di un trauma possono essere: emorragia della camera anteriore e intravitreale, emorragia o distacco retinico, lacerazione dell'iride, cataratta, lussazione del cristallino, glaucoma, fratture del pavimento dell'orbita e rottura del bulbo oculare. Prima della cura dello specialista può essere necessario un trattamento di emergenza che consiste nell'alleviare il dolore (p. es., con meperidina 50 mg IM q 3 h) mantenendo la pupilla dilatata con una goccia di ciclopentolato all'1% e una goccia di fenilefrina al 10%, applicando una coppetta protettiva e combattendo le possibili infezioni con antibiotici locali e sistemici, come già descritto per i corpi estranei. Non si deve mai tentare di aprire con la forza le palpebre traumatizzate, poiché si rischia di aggravare il trauma. Se il bulbo è lacerato, si devono instillare antibiotici topici soltanto sotto forma di collirio perché la pomata potrebbe penetrare all'interno del bulbo. Poiché c'è il rischio di contaminazione fungina delle ferite aperte, i corticosteroidi sono controindicati fino alla completa chiusura chirurgica delle ferite. Molto raramente, dopo una lacerazione del bulbo, l'occhio controlaterale, non traumatizzato, si infiamma (oftalmia simpatica); in tal caso la capacità visiva di quest'occhio può diminuire fino alla cecità.

L'emorragia della camera anteriore (ipoema traumatico) conseguente a traumi contusivi è potenzialmente pericolosa e richiede l'esame di un oftalmologo. Può essere seguita da emorragie recidivanti, glaucoma e infarcimento emorragico della cornea. È necessaria una coppetta per proteggere l'occhio da un ulteriore trauma. Se aumenta la pressione intraoculare, bisogna somministrare un inibitore della anidrasi carbonica (p. es., acetazolamide 250 mg-1 g/die PO in dosi frazionate). In rari casi, sono indicati il bendaggio bilaterale e la sedazione. La somministrazione di acido aminocaproico 50 mg/kg PO q 4 ore (non superando i 30 g al giorno) per 5 giorni può ridurre le recidive emorragiche. Farmaci contenenti FANS orali e topici sono controindicati perché possono contribuire al sanguinamento. Soltanto l'oftalmologo può in questi casi usare farmaci miotici o midriatici. In alcuni casi di emorragia recidivante con glaucoma secondario è necessaria l'evacuazione del sangue.

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