8. PATOLOGIE OFTALMOLOGICHE

95. PATOLOGIE DELLA CONGIUNTIVA

TRACOMA

(Congiuntivite granulare, oftalmia egiziana)

Congiuntivite cronica causata dalla Chlamydia trachomatis e caratterizzata da progressive esacerbazioni e remissioni, con iperplasia follicolare congiuntivale, neovascolarizzazione corneale e cicatrizzazione della congiuntiva, della cornea e delle palpebre.

Sommario:

Epidemiologia
Sintomi e segni
Diagnosi
Terapia


Epidemiologia

La malattia è ancora endemica nelle zone molto povere del nord Africa, medio Oriente, continente Indiano e Sud-Est asiatico. Compare sporadicamente anche tra gli Indiani d'America e nelle zone montagnose degli USA meridionali. È contagiosa soprattutto durante i primi stadi ed è trasmessa dal contatto diretto fra occhio e occhio o fra le mani e gli occhi, da mosche che si posano sugli occhi o dall'uso in comune di oggetti contaminati (p. es., asciugamani, fazzoletti, cosmetici). Il microrganismo responsabile è un ceppo di C. trachomatis (sierotipi A, B, Ba e C) che è correlato alla psittacosi e al linfogranuloma venereo (v. Cap. 160 e Congiuntiviti da inclusi, sopra).

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Sintomi e segni

Dopo un periodo di incubazione di circa 7 gg compaiono gradualmente e, in genere, bilateralmente, iperemia congiuntivale, edema palpebrale, fotofobia e lacrimazione. Dopo 7-10 gg si formano nella congiuntiva palpebrale superiore piccoli follicoli che gradualmente aumentano di volume e di numero per 3-4 sett. Nella congiuntiva tarsale superiore compaiono delle papille infiammatorie e durante questo stadio inizia la neovascolarizzazione corneale, con l'invasione della metà superiore della cornea da parte di vasi sanguigni che partono dal limbus. Lo stadio di ipertrofia follicolare/papillare e la neovascolarizzazione corneale può durare da alcuni mesi a più di un anno, a seconda della risposta terapeutica. L'intera cornea, alla fine, può essere coinvolta con conseguente riduzione della vista. Raramente, senza trattamento, la neovascolarizzazione corneale regredisce completamente, ripristinandosi così la trasparenza corneale.

A meno che non venga intrapreso un trattamento adeguato, segue lo stadio cicatriziale. I follicoli e le papille regrediscono e vengono sostituiti da un tessuto cicatriziale che quasi sempre causa entropion e ostruzione del dotto lacrimale. L'entropion causa ulteriore cicatrizzazione corneale e neovascolarizzazione. Un'infezione batterica secondaria è frequente e influisce sulla cicatrizzazione e sulla cronicizzazione della malattia. L'epitelio corneale diventa opaco e ispessito e la lacrimazione si riduce. Piccole ulcere corneali possono comparire nelle sedi degli infiltrati periferici, stimolando un'ulteriore neovascolarizzazione. Con la guarigione, la congiuntiva appare liscia e di colore bianco-grigiastro; possono essere di grado variabile l'opacità corneale residua e la conseguente perdita della vista.

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Diagnosi

La C. trachomatis può essere isolata in coltura. Nel primo stadio, la presenza di piccoli corpi inclusi basofili citoplasmatici nelle cellule epiteliali congiuntivali degli strisci colorati con Giemsa differenzia il tracoma dalla congiuntivite acuta. Corpi inclusi si osservano anche nella congiuntivite da inclusi degli adulti (v. sopra), ma il quadro clinico distingue quest'ultima dal tracoma. La congiuntivite palpebrale primaverile è simile al tracoma nel suo stadio ipertrofico follicolare; ma in essa sono presenti l'eosinofilia e le papille lattescenti, mentre negli strisci congiuntivali non si osservano corpi inclusi basofili.

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Terapia

Per casi individuali o sporadici, si può somministrare doxiciclina 100 mg bid per 4 sett. (eritromicina nei bambini al di sotto degli 8 anni e in allattamento o donne in gravidanza). Nelle aree endemiche, si devono applicare tetraciclina o eritromicina in pomata oftalmica bid per 5 giorni consecutivi al mese, per 6 mesi. Le deformazioni palpebrali, p. es., l'entropion, devono essere trattate chirurgicamente. La reinfezione dovuta alla riesposizione è comune nelle aree endemiche.

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