10. AFFEZIONI DERMATOLOGICHE

114. INFEZIONI PARASSITARIE DELLA CUTE

(v. anche Cap. 161.)

SCABBIA

(Prurito)

Ectoparassitosi molto contagiosa, intensamente pruriginosa, caratterizzata dalla presenza di cunicoli superficiali e dalla tendenza all’impetiginizzazione

Sommario:

Eziologia ed epidemologia
Sintomi, segni e diagnosi
Terapia


Eziologia ed epidemologia

La scabbia è causata dall’acaro Sarcoptes scabiei. Le femmine gravide scavano un tunnel (cunicolo) nello strato corneo e vi depositano le uova fecondate. Le larve maturano in pochi giorni.

La trasmissione della scabbia è rapida, di frequente insorgenza nell’ambito dello stesso nucleo familiare, per contatto cutaneo con una persona infestata (p. es., nello stesso letto). La diffusione tramite indumenti o biancheria da letto è una bassa componente di rischio.

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Sintomi, segni e diagnosi

Una reazione di ipersensibilità ritardata (una eruzione papulare intensamente pruriginosa) è condizione tipica, esordendo 30-40 giorni dopo l’avvenuta contaminazione. Il prurito è molto intenso quando il paziente è a letto, ma questa periodicità notturna si manifesta in molte dermatosi pruriginose.

Sebbene il paziente possa avere centinaia di papule pruriginose, spesso sono presenti meno di 10 cunicoli. Il cunicolo è un tunnel sottile, tortuoso e finemente squamoso di lunghezza variabile da pochi millimetri a 1 cm. Un piccolo acaro (0,3-0,4 mm) è spesso visibile alla fine del cunicolo. I cunicoli si trovano prevalentemente negli spazi interdigitali, sulle superfici flessorie dei polsi, sui gomiti e nelle pieghe ascellari, sulle areole mammarie delle donne e sui genitali dell’uomo, lungo la linea della cintura e sui glutei. Negli adulti, solitamente, il volto non è colpito. Nei pazienti immunocompromessi e nei lattanti, le manifestazioni cliniche possono essere atipiche, p. es., una desquamazione causata da miriadi di acari (in particolare, a livello palmo-plantare negli adulti e nel capillizio nei bambini), può non essere pruriginosa.

La diagnosi richiede la ricerca del cunicolo, che può risultare difficoltosa per il numero esiguo dei tunnel o per l’alterazione cutanea data dalle lesioni da grattamento o da una dermatite secondaria sovrapposta. Se non vengono riscontrati cunicoli tra le dita, nei polsi e nei genitali maschili, deve venire esaminata l’intera superficie cutanea. Una volta localizzato un sospetto cunicolo, la diagnosi viene confermata dall’esame microscopico del materiale prelevato raschiandone la superficie. Il materiale raschiato viene posto su un vetrino con glicerolo, olio minerale od olio da immersione e coperto con vetrino coprioggetti (l’idrossido di potassio viene evitato in quanto dissolve gli escrementi fecali dell’acaro). Il ritrovamento dell’acaro, delle uova o degli escrementi fecali conferma la diagnosi.

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Terapia

Il trattamento con medicazioni topiche (scabicidi) di solito è efficace e quindi la sostanza medicamentosa va applicata su tutta la cute, dal collo in giù, specialmente negli spazi interdigitali, sui genitali, nelle aree perianali e a livello del 1o dito dei piedi. La medicazione dovrà rimanere a contatto con la cute per  12 ore, preferibilmente per 24 h e poi venire risciacquata. Il miglioramento è lento, malgrado la rapida scomparsa degli acari. Il prednisone, 40 mg/die PO per 7-10 giorni, porta a rapido giovamento e previene una dermatite da sovradosaggio causata da ripetute applicazioni di scabicida da parte del paziente, convinto della persistenza dell’infestazione. La medicazione topica di scelta è la crema di permetrina al 5%, per pazienti di ogni età. La crema o la lozione di lindano resta principalmente di interesse storico, in quanto irritante e potenzialmente neurotossica e da evitare in lattanti e bambini piccoli. Anche l’unguento di zolfo al 5-10% è un trattamento obsoleto. Tutte le persone con cui si viene in contatto (p. es., i conoscenti o tutti i membri del nucleo familiare) vanno trattate contemporaneamente.

Di solito la terapia non va ripetuta a meno che il soggetto non si reinfesti. Per il prurito persistente si possono applicare unguenti a base di corticosteroidi fluorurati due volte al giorno (v. Cap. 110), per 1-2 sett., associati a farmaci antipruriginosi(p. es., idrossizina cloridrata 25 mg PO qid). Eventuali lesioni nodulari possono persistere per 1-2 mesi. Le infezioni batteriche concomitanti possono richiedere un trattamento antibiotico sistemico, ma spesso guariscono spontaneamente dopo la risoluzione della scabbia. Inoltre, per la cura della scabbia viene riportata la terapia con un’unica somministrazione di ivermectina (200mg/kg), anche se ancora in fase sperimentale.

Un’eccessiva pulizia o disinfezione degli indumenti o della biancheria del letto è ingiustificata, in quanto l’acaro non sopravvive a lungo nel corpo umano.

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