10. AFFEZIONI DERMATOLOGICHE

114. INFEZIONI PARASSITARIE DELLA CUTE

(v. anche Cap. 161.)

PEDICULOSI

Infestazione da pidocchi.

Sommario:

Introduzione
Sintomi, segni e diagnosi
Prevenzione e terapia


La pediculosi può colpire il cuoio capelluto (da Pediculus humanus capitis), il corpo (da P. humanus corporis) o l’area genitale (da Phthirus pubis). Il pidocchio del capo e quello del pube (piattola) vivono direttamente nell’ospite; inoltre, il pidocchio del corpo vive negli indumenti. L’infestazione si estende con facilità qualora si verifichino condizioni di promiscuità o inadeguata igiene della persona o degli indumenti. Il pidocchio del corpo è un importante vettore di alcuni microrganismi che causano tifo epidemico, febbre delle trincee e febbre ricorrente.

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Sintomi, segni e diagnosi

La P. humanus capitis viene trasmessa mediante il contagio diretto oppure tramite alcuni oggetti come pettini e cappelli. Si manifesta indipendentemente dallo stato sociale, è comune nei bambini in età scolare, mentre è rara tra i neri. Sebbene si localizzi soprattutto a livello del cuoio capelluto, in alcuni casi può colpire le ciglia, le sopracciglia e la barba. Il prurito è intenso e, a livello del capillizio, si possono osservare escoriazioni, talora con sovrainfezione batterica. È frequente una modesta linfoadenopatia regionale. Nei bambini, in seguito a una pediculosi del cuoio capelluto, si può determinare, raramente, una dermatite aspecifica generalizzata. È importante ispezionare il capillizio, preferibilmente con una lente d’ingrandimento: possono trovarsi, anche in gran numero, piccole uova (lendini) di forma ovoidale, di colorito bianco-grigiastro, fissate al fusto del capello. Diversamente dalle squame, le lendini si distaccano difficilmente e maturano in 3-14 giorni. I pidocchi si ritrovano, con minore frequenza rispetto alle lendini, a livello delle regioni occipitale e retroauricolari.

La P. humanus corporis è meno comune nelle persone che curano la propria igiene personale. Sia il parassita che le uova si ritrovano con facilità negli indumenti, poiché i pidocchi si annidano principalmente nelle cuciture degli abiti a stretto contatto con la cute. Le lendini si ritrovano, a volte, sul fusto del pelo così come nella sua struttura. Il prurito è un sintomo costante. Le lesioni si rinvengono principalmente a livello delle spalle, dell’addome e dei glutei. Infatti, l’ispezione mostra piccole punture di colore rosso dovute ai morsi del parassita, associate a lesioni lineari da grattamento, a pomfi orticarioidi o a infezione batterica superficiale. La foruncolosi è una complicanza occasionale.

In genere, la P. pubis si trasmette per via venerea. La piattola colpisce di preferenza i peli della regione ano-genitale, ma si può estendere anche ad altre zone, specialmente negli individui molto pelosi. La regione ano-genitale deve essere ispezionata con cura, in quanto il parassita può trovarsi isolato con pochi elementi o mimare le piccole croste da lesioni da grattamento. Talvolta il pidocchio può essere notato sotto forma di una piccola macchia bluastra sulla cute, normalmente a livello del tronco. Diversamente, le uova sono generalmente attaccate alla cute, alla base dei peli stessi. Segno di infestazione è la presenza di piccoli detriti di color marrone (feci del parassita) nella biancheria intima a contatto con la regione ano-genitale. Inoltre, compaiono precocemente le escoriazioni e le dermatiti secondarie, specialmente in coloro che ricorrono ad automedicazione.

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Prevenzione e terapia

La prevenzione della pediculosi e della sua reinfestazione viene fatta insegnando a bambini e adulti le corrette pratiche igieniche, suggerendo di evitare la condivisione di pettini, spazzole, cappelli, sciarpe e indumenti. Negli adulti, un comportamento sessuale responsabile riduce il rischio di acquisizione delle piattole e delle malattie sessualmente trasmesse.

Come nella scabbia, devono essere trattati i componenti della famiglia del paziente e coloro che entrano a stretto contatto con quest’ultimo. La crema di permetrina al 5% è, attualmente, la terapia di scelta: la sua sicurezza è stata ampiamente dimostrata nella cura della scabbia. In caso di pediculosi, va tenuta in sede per 6-12 ore prima del risciacquo ma, a basse concentrazioni, non ha la stessa efficacia della crema al 5%. Nella maggior parte dei casi, le uova e i pidocchi possono essere meccanicamente rimossi con un pettine. La resistenza alla permetrina è in aumento, ma l’ivermectina (200mg/kg in dose singola), che è ancora in fase sperimentale, sembra risultare efficace.

I tassi di insuccesso del lindano sono significativi (g-benzene-esacloridrato) e si riferiscono a una residua neurotossicità. La lozione di Malathion allo 0,5%, un efficace pediculocida, non è stata disponibile negli USA per molti anni. Shampoo o cheratolitici contenenti acido salicilico potrebbero risultare utili presidi nel trattamento della pediculosi del capo.

L’infestazione delle ciglia e delle sopracciglia può essere più difficile da trattare; in genere, conviene rimuovere i parassiti con le pinzette. Le applicazioni di vaselina possono uccidere o indebolire i pidocchi localizzati a livello delle ciglia. Mezzi di contagio (pettini, cappelli, indumenti intimi, lenzuola, vestiti, ecc.) vanno decontaminati con la bollitura oppure con il lavaggio a secco o la stiratura a vapore. Le recidive sono frequenti.

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