10. AFFEZIONI DERMATOLOGICHE

119. REAZIONI ALLA LUCE SOLARE

USTIONI

Sommario:

Introduzione
Profilassi
Terapia


Le ustioni derivano da una sovraesposizione della cute ai raggi UVB (da 280 a 320 nm). I sintomi e i segni clinici compaiono in 1-24 h e, tranne in gravi reazioni, raggiungono il picco in 72 h. Le alterazioni cutanee variano da un lieve eritema con successiva leggera desquamazione a un quadro di vivo dolore, edema, fragilità cutanea e formazione di bolle. L’ustione che interessa gli arti inferiori, in particolare le superfici pretibiali, è particolarmente fastidiosa e spesso lenta nella guarigione. La sintomatologia obiettiva (febbre, raffreddore, debolezza, shock), simili a una ustione termica, possono comparire se viene coinvolta una vasta area della superficie corporea; ciò sembra dovuto al rilascio di interleuchina-1.

L’infezione secondaria, la pigmentazione a chiazze ed eruzioni tipo miliaria (v. Cap. 124) sono le più comuni complicanze tardive. La cute esfoliata può risultare estremamente vulnerabile alla luce solare per una o più settimane.

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Profilassi

Semplici precauzioni possono prevenire la maggior parte delle gravi ustioni. L’iniziale esposizione estiva al sole di mezzogiorno non deve superare i 30 minuti, anche in individui con carnagione scura. Nelle zone temperate, l’esposizione è meno dannosa se effettuata prima delle 10 e dopo le 15 in quanto la maggior parte delle lunghezze d’onda che determinano le ustioni viene filtrata. La nebbia non riduce il rischio di ustioni e i rischi aumentano ad alta quota.

Le formulazioni in gel o in crema di acido aminobenzoico (PABA) al 5% o i suoi esteri in alcol etilico possono prevenire le ustioni. Questi prodotti necessitano di circa 30 minuti per legarsi fortemente alla cute e quindi vanno applicati da 30 a 60 minuti prima dell’esposizione solare, per ridurne la rimozione con la sudorazione o il nuoto. Raramente i prodotti PABA determinano una dermatite allergica o fotoallergica da contatto. I pazienti che non tollerano il PABA né i suoi esteri possono usare un protettore solare con antranilato, salicilato, cinnamato o anche benzofenolo, sebbene l’ultimo schermi più efficacemente i raggi UVA. Le lozioni non opache altamente efficaci, contenenti sia gli esteri PABA sia un benzofenone, sono disponibili in commercio. Negli USA, la FDA (Food and Drug Administration) classifica i protettori solari in base al numero del fattore di protezione solare (FPS); più alto è il FPS, maggiore sarà la protezione. I protettori solari con FPS  15 sono i più raccomandati. Comunque, i pazienti con reazioni fotosensibili ai farmaci risultano essere insufficientemente protetti da questi prodotti. Alcuni protettori solari sono stati formulati per la protezione contro gli effetti degli UVA. Le formulazioni opache contenenti ossido di zinco o diossido di titanio bloccano fisicamente le radiazioni, impedendo il raggiungimento della cute. Quando vengono adeguatamente colorati con sostanze come i sali di ferro, diventano cosmeticamente accettabili.

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Terapia

Va evitata assolutamente una successiva esposizione fino alla remissione della fase acuta dell’ustione. Impacchi di acqua fredda risultano più efficaci dei corticosteroidi topici nell’alleviare la sintomatologia. Inoltre, vanno evitati gli unguenti o le lozioni a base di anestetici locali (p. es., benzocaina) e altre sostanze sensibilizzanti per il rischio di una dermatite allergica da contatto (v. Cap. 111).

Un tempestivo trattamento dell’ustione grave ed estesa con corticosteroidi sistemici (p. es., prednisone 20-30 mg PO bid per 4 giorni per adulti o adolescenti), può ridurre il disagio, anche se su questo argomento le opinioni sono controverse.

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