10. AFFEZIONI DERMATOLOGICHE

119. REAZIONI ALLA LUCE SOLARE

FOTOSENSIBILITÀ

Sommario:

Introduzione
Profilassi e terapia


Oltre agli acuti e cronici effetti del sole, una varietà di reazioni anomale possono manifestarsi dopo soli pochi minuti di esposizione solare, p. es., zone con eritema o dermatite franca, orticaria e lesioni simili a eritema multiforme, bolle, placche croniche, desquamanti, ispessite.

L’orticaria solare si manifesta entro pochi minuti nella sede fotoesposta. Se vaste aree cutanee vengono esposte per lunghi periodi, possono svilupparsi sincope, vertigine, dispnea e altra sintomatologia sistemica. L’orticaria solare può essere classificata in sei tipi, in base allo spettro d’azione dei raggi UV e ai risultati del trasferimento passivo e ai test di trasferimento inverso passivo. Il trattamento dell’orticaria solare può essere difficoltoso e comprendere H1-bloccanti, farmaci antimalarici, schermi solari topici e raggi ultravioletti con psolarene (PUVA).

Numerosi fattori, molti sconosciuti, possono determinare la fotosensibilità. A meno che non sia nota la causa, ogni paziente con elevata fotosensibilità deve essere sottoposto a indagini per un lupus eritematoso sistemico o cutaneo. Anche lo xeroderma pigmentoso e certe porfirie possono indurre fotosensibilità; difatti il più comune tipo di porfiria, la porfiria cutanea tarda, si manifesta negli adulti in una sporadica ed ereditaria forma autosomica dominante (v. Cap. 14). Questa porfiria è causata da un difetto dell’enzima urogeno-decarbossilasi ed è caratterizzata da fragilità cutanea e milii sul dorso delle mani e sulla superficie estensoria delle braccia. L’iperpigmentazione del volto e l’ipertricosi sono abbastanza comuni.

Una varietà di farmaci utilizzati (p. es., sulfonamidi, tetracicline, tiazidi, griseofulvina, psoraleni) inducono fotosensibilità, sebbene di rado. Inoltre, persino l’applicazione o il contatto con varie sostanze, incluse le colonie e i profumi al bergamotto, le sulfonamidi, il catrame, i saponi con salicilati alogenati e alcune piante (p. es., erba di prato, prezzemolo), può determinare fotosensibilità (v. anche Cap. 111).

Le eruzioni polimorfe causate dalla luce sono anomale reazioni verso una sorgente luminosa che non sembrano essere correlate ad alcuna patologia sistemica né ad alcun farmaco. Queste eruzioni appaiono su zone fotoesposte, solitamente 2-5 giorni dopo l’esposizione. Le lesioni sono di tipo papulare o a placca, simulando una dermatite, un’orticaria o un eritema multiforme. Sono più frequenti in coloro che abitano in zone nordiche e che si espongono al primo sole primaverile o estivo, piuttosto che in coloro che sono sottoposti a un’esposizione solare annuale. L’immunofluorescenza diretta su biopsia della lesione e della cute, apparentemente normale, risulta negativa. La diagnosi si emette per esclusione e a volte necessita della riproduzione delle lesioni con luce artificiale o naturale, quando il paziente non è sottoposto a nessuna terapia.

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Profilassi e terapia

Il paziente deve evitare l’esposizione solare e indossare indumenti protettivi (p. es., cappello, maglie a manica lunga) quando esce di casa. I protettori solari (v. Ustioni, sopra) sono a volte utili, ma il loro effetto non può eguagliare quello della non esposizione ai raggi solari.

Il trattamento viene indirizzato alla patologia concomitante, quando ciò è possibile. Le eruzioni polimorfe causate dalla luce, comparse come papule, placche o dermatite, possono rispondere ai cortisonici topici. Infatti, l’idrossiclorochina potrebbe essere utile, in special modo nel trattamento della forma a placca. È consigliabile la consulenza di un oftalmologo che esamini il campo ottico del paziente per valutare una potenziale tossicità oculare. In questa condizione o nel lupus eritematoso cutaneo, una prolungata somministrazione (da 2 a 4 mesi) di idrossiclorochina in dosi di 200-400 mg/die PO, spesso riduce o sopprime la fotosensibilità e può essere provata se la terapia si rende necessaria e i protettori solari non sono efficaci. Paradossalmente, anche la PUVA terapia è efficace nel prevenire alcuni casi di eruzioni polimorfe da luce se viene usata a basso dosaggio per molte sedute prima dell’esposizione al sole, ma non deve essere effettuata da pazienti con lupus eritematoso.

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