11. EMATOLOGIA E ONCOLOGIA

131. DISORDINI DELL’EMOSTASI E DELLA COAGULAZIONE

Malattie caratterizzate da una tendenza al sanguinamento.

COAGULOPATIE ACQUISITE

DISORDINI DELLA COAGULAZIONE DA ANTICOAGULANTI CIRCOLANTI

Sommario:

Introduzione
ANTICOAGULANTI ANTI FATTORE VIII


Gli anticoagulanti circolanti sono sostanze endogene che inibiscono la coagulazione. Tali sostanze sono generalmente anticorpi che neutralizzano l’attività di uno dei fattori della coagulazione (p. es., un anticorpo contro il fattore VIII o il fattore V) o l’attività del fosfolipide procoagulante.

Occasionalmente, anticorpi causano sanguinamento tramite legame alla protrombina e non tramite neutralizzazione dell’attività del fattore coagulante. Sebbene il complesso protrombina-antiprotrombina mantenga la sua attività coagulante in vitro, esso viene rapidamente rimosso dal sangue in vivo, con il risultato di un’ipoprotrombinemia acuta. Un meccanismo simile può produrre bassi livelli di fattore X, fattore VII o fattore di von Willebrand. Raramente gli anticoagulanti circolanti sono glicosaminoglicani con attività anticoagulante eparino-simile derivante dalla loro capacità di aumentare l’attività dell’antitrombina III. Tali anticoagulanti eparino-simili si rilevano soprattutto in pazienti con mieloma multiplo o altre affezioni neoplastiche maligne ematologiche.

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ANTICOAGULANTI ANTI FATTORE VIII

Il plasma che contiene un anticorpo anti-fattore VIII, presenterà le stesse anomalie dei test della coagulazione del plasma di pazienti con emofilia A, se si eccettua che l’aggiunta di plasma normale del fattore VIII, ottenuto da un’altra fonte, al plasma del paziente emofilico non correggerà l’alterazione.

Anticorpi contro il fattore VIII si sviluppano in circa il 20-25% dei pazienti con emofilia A grave come complicanza della terapia sostitutiva, poiché il fattore VIII trasfuso è un agente estraneo e immunigeno. Anticorpi contro il fattore VIII si formano anche in pazienti non emofilici: occasionalmente in alcune donne nel periodo del postpartum, come manifestazione di una malattia autoimmune sistemica o di una reazione di ipersensibilità a un farmaco o come fenomeno isolato senza evidenza di malattia occulta. I pazienti con anticoagulante anti-fattore VIII sono a rischio di emorragie pericolose per la vita.

La terapia con ciclofosfamide e corticosteroidi è stata impiegata nella soppressione della produzione di anticorpi in alcuni pazienti non emofilici; l’immunosoppressione deve essere tentata in tutti i non emofilici, con la possibile eccezione delle puerpere, i cui anticorpi possono scomparire spontaneamente. Poiché i farmaci immunosoppressori, anche negli emofilici, non sembrano influenzare produzione dell’anticorpo, il loro impiego non è raccomandato. Altri aspetti del trattamento sono descritti in precedenza (v. Emofilia).

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