11. EMATOLOGIA E ONCOLOGIA

138. LE LEUCEMIE

Malattie neoplastiche maligne del tessuto emopoietico.

SINDROME MIELODISPLASTICA

Disordine proliferativo clonale nel quale un midollo osseo normale o ipercellulare è associato con una mielopoiesi inefficace o anomala.

Sommario:

Introduzione
Anatomia patologica
Sintomi e segni
Esami di laboratorio
Diagnosi
Prognosi e terapia


La sindrome mielodisplastica (SMD) è un gruppo di sindromi (preleucemia, anemia refrattaria, leucemia mielocitica cronica Ph-negativa, leucemia mielomonocitica cronica, metaplasia mieloide agnogenica) comunemente osservata in pazienti con più di 50 anni. La sua incidenza è sconosciuta, ma sta aumentando, probabilmente in parte per la crescita proporzionale della popolazione anziana e per l’aumento delle leucemie correlate alla terapia. L’esposizione al benzene e alle radiazioni può essere correlata al suo sviluppo. Nella fase preleucemica di alcune delle leucemie secondarie (p. es., dopo farmaci o esposizione a tossici), può essere osservata un’alterata o difettosa produzione cellulare con caratteristiche di mielodisplasia.

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Anatomia patologica

La SMD è caratterizzata da una proliferazione clonale delle cellule ematopoietiche, che includono la serie eritroide, mieloide e megacariocitaria. Il midollo osseo è normale o ipercellulare e l’ematopoiesi inefficace causa vari tipi di citopenie periferiche, di cui la più frequente è l’anemia. Il disordine della produzione cellulare è anche associato ad anomalie morfologiche sia nel midollo osseo che nel sangue. Può manifestarsi un’eritropoiesi extramidollare con epato e splenomegalia. La mielofibrosi è occasionalmente presente al momento della diagnosi o comparire durante lo sviluppo della SMD. La classificazione secondo il sistema FAB è mostrata nella Tab. 138-6. Il clone della SMD è instabile e c’è la tendenza verso la LMA.

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Sintomi e segni

Il paziente presenta caratteristiche cliniche variabili dipendenti dal tipo di SMD e dal grado del disordine dell’ematopoiesi. I sintomi iniziali possono essere soltanto quelli dell’astenia e dell’affaticabilità associati con l’anemia. A seconda del grado di anomalie funzionali e numeriche delle piastrine e dei GB possono anche essere presenti emorragie e febbre associata con infezioni. Altri segni non specifici sono l’anoressia, la perdita di peso e un senso di pesantezza addominale causata dalla splenomegalia.

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Esami di laboratorio

L’anemia è il segno più comune, associato di solito a macrocitosi e anisocitosi. Con gli apparecchi di conta automatica, questi mutamenti sono indicati da un aumento del MCV e dall’entità della distribuzione dei GR (RDW). Qualche segno di trombocitopenia è usuale; allo striscio di sangue le piastrine variano di dimensioni e alcune appaiono ipogranulari. Il numero dei GB può essere normale, aumentato o diminuito. La granularità del citoplasma dei neutrofili è anomala con anisocitosi e variabilità del numero di granuli. Anche gli eosinofili possono avere una granularità anomala. Possono essere osservate delle cellule pseudo Pelger-Huët. La monocitosi è caratteristica del sottogruppo della leucemia mielomonocitica cronica e le cellule mieloidi immature possono manifestarsi nei sottogruppi meno differenziati. Il pattern citogenetico è di solito anomalo, con una o più anomalie citogenetiche clonali, che spesso coinvolgono il cromosoma 5 e 7.

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Diagnosi

La SMD deve essere sospettata in ogni paziente con un’anemia refrattaria inspiegabile e confermata da un midollo osseo ipercellulare con associate caratteristiche morfologiche di dismielopoiesi. La proporzione di cellule blastiche è < 30%. In alcuni pazienti, le caratteristiche megaloblastiche possono indicare la necessità di misurare i livelli del folato e della vitamina B12. Un’anomalia citogenetica clonale rafforza la diagnosi. Il sangue e l’osso midollare devono essere esaminati con cura per definire la classificazione FAB specifica.

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Prognosi e terapia

La prognosi dipende soprattutto dalla sottoclassificazione (v. Tab. 138-6) e da qualsiasi malattia associata. I pazienti con anemia refrattaria, o anemia refrattaria con sideroblasti, tendono a progredire meno verso forme più aggressive e possono morire per cause non correlate.

Non c’è un trattamento stabilito per la SMD. La terapia è quella di supporto con trasfusioni di GR se indicate, trasfusione piastrinica per le emorragie e terapia antibiotica per le infezioni. In alcuni pazienti, una terapia con citochine (l’eritropoietina per supportare la necessità di GR, il G-CSF per trattare gravi neutropenie sintomatiche e, quando disponibile, la trombopoietina per la trombocitopenia grave) può servire come rilevante supporto ematopoietico. Il TMO allogenico non è raccomandato per gli anziani. Fattori di stimolazione delle colonie (p. es., G-CSF e GM-CSF) aumentano le conte dei neutrofili mentre l’eritropoietina aumenta la produzione dei GR nel 20-25% dei casi, ma il vantaggio, ai fini della sopravvivenza, non è stato dimostrato. La risposta delle SMD alla chemioterapia della LMA è simile a quella della LMA, dopo che sono presi in considerazione l’età e il cariotipo.

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