13. MALATTIE INFETTIVE

157. MALATTIE BATTERICHE

MALATTIE PROVOCATE DA SPIROCHETE

(V. anche Sifilide al Cap. 164.)

TREPONEMATOSI ENDEMICHE

Infezioni croniche non veneree da spirochete diffuse mediante contatto corporeo.

Sommario:

Epidemiologia
Sintomi e segni
Diagnosi, profilassi e terapia


Epidemiologia

La sifilide endemica si rinviene soprattutto nei paesi aridi del Mediterraneo Orientale e nell’Africa Occidentale (Sahel); la trasmissione si verifica per contatto oro-orale, o condividendo il cibo e gli utensili delle bevande. I granulomi si ritrovano nelle regioni umide equatoriali e la loro trasmissione è favorita da un abbigliamento inadeguato, scarsa igiene e dai traumi cutanei. La pinta si manifesta tra gli indiani del Messico, dell’America Centrale e del Sud America e non è molto contagiosa. La trasmissione non è ben conosciuta.

Gli agenti causali, Treponema pallidum sottospecie endemicum (sifilide endemica [sifilide non venerea, bejel]), T. pallidum sottospecie pertenue (yaws) [framboesia]e il T. carateum (pinta) sono morfologicamente e sierologicamente indistinguibili dal T. pallidum sottospecie pallidum (sifilide).

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Sintomi e segni

La sifilide endemica inizia nell’infanzia come una chiazza mucosa, spesso sulla mucosa buccale, seguita da lesioni papulosquamose e papulari erosive del tronco e degli arti. Frequente è una periostite alle ossa delle gambe. In fasi successive si sviluppano lesioni gommose del palato molle e del naso.

La framboesia (yaws), dopo un periodo di incubazione di diverse settimane, inizia come una lesione granulomatosa o maculare nella sede di inoculo, solitamente sulle gambe. La lesione si rimargina, ma è seguita da un’eruzione generalizzata di granulomi soffici sul volto, sugli arti e sui glutei, spesso alle giunzioni mucocutanee. Questi granulomi guariscono lentamente e possono recidivare. Possono svilupparsi lesioni cheratosiche alle piante dei piedi che provocano ulcerazioni dolorose (framboesia a granchio). Più tardi possono manifestarsi lesioni distruttive come periostite (specialmente della tibia), esostosi proliferative della porzione nasale dell’osso mascellare (goundou), noduli iuxta-articolari, lesioni cutanee gommose e, infine, anche ulcere facciali mutilanti, specialmente attorno al naso (gangosa).

La pinta produce lesioni confinate al derma. Esordiscono nella sede di ingresso come piccole papule che progrediscono in placche eritematose nell’arco di diversi mesi. Più tardi si sviluppano chiazze eritematose e squamose soprattutto agli arti, al volto e al collo. Dopo diversi mesi si manifestano chiazze simmetriche di color blu ardesia, spesso al volto e agli arti, oltre che sulle prominenze ossee: esse divengono più tardi depigmentate e assomigliano alla vitiligo. Può anche verificarsi ipercheratosi alle palme delle mani e alle piante dei piedi. Le lesioni distruttive lasciano una cicatrice.

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Diagnosi, profilassi e terapia

Nei soggetti provenienti dalle aree endemiche la diagnosi si formula in base all’aspetto tipico delle lesioni. I test VDRL (Venereal Disease Research Laboratory) e FTA-ABS (Fluorescent Treponemal Antibody Absorption: assorbimento degli Ac treponemici in fluorescenza) risultano positivi, ma non distinguono queste malattie dalla sifilide venerea. Dalle lesioni precoci si possono spesso osservare spirochete in campo oscuro che sono indistinguibili dal T. pallidum sottospecie pallidum. L’International Task Force for Disease Eradication ha giudicato che l’eliminazione della trasmissione di queste malattie e non la loro scomparsa è un obiettivo raggiungibile.

Il controllo sanitario comprende la ricerca attiva dei casi e il trattamento dei contatti familiari esposti e dei bambini con benzatina penicillina. Per ciascuna delle malattie un’iniezione IM di 1,2 milioni U di benzatin-penicillina G determina la guarigione con rapida scomparsa delle spirochete. I bambini di peso < 45 kg devono ricevere 600000 U.

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