13. MALATTIE INFETTIVE

161. INFEZIONI PARASSITARIE

(V. anche Larva Migrans Cutanea nel Cap. 114, Trichomoniasi nel Cap. 164
e Infestazione da ossiuri nel Cap. 265.)

Sommario:

Introduzione
Diagnosi di laboratorio delle infestazioni parassitarie


Le infezioni parassitarie sono comuni in Africa, Asia e America centrale e meridionale, ma sono relativamente rare altrove. Le persone che si spostano dai paesi industrializzati alle aree endemiche spesso possono ridurre il rischio seguendo rigide regole di alimentazione, di balneazione e prendendo semplici misure per minimizzare l’esposizione. Visitatori casuali da paesi endemici probabilmente non diffondono malattie parassitarie, poiché i requisiti ambientali, i vettori o gli ospiti intermedi necessari per la trasmissione di molte infezioni parassitarie, non sono spesso presenti nei paesi industrializzati. Tuttavia, la trasmissione di infezioni importate può verificarsi per via oro-fecale, attraverso trasfusioni di sangue o trapianti d’organo oppure tramite un vettore locale idoneo.

Le più recenti raccomandazioni per prevenire alcune infezioni parassitarie possono essere ottenute dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta (Georgia, USA; in Italia presso i Servizi di Igiene delle ASL, ndt). Consultando i centri medici di riferimento si possono ottenere consigli utili circa le modalità di trattamento delle infezioni non comuni. Diversi farmaci non in commercio negli USA, possono essere ottenuti dal Parasitic Diseases Branch dei CDC.

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Diagnosi di laboratorio delle infestazioni parassitarie

I metodi per la diagnosi di specifiche infezioni sono riassunte nella Tab. 161-1.

Molti protozoi e le uova di alcuni elminti vengono escrete sporadicamente.

La ricerca di routine di uova e parassiti intestinali richiede l’esame di almeno tre campioni di feci, preferibilmente raccolti in giorni diversi o in tre giorni consecutivi.

Le feci fresche, non contaminate con urina, acqua o sporcizia, vanno inviate al laboratorio entro 1 h, in particolare se sono diarroiche o poco formate (cioè se è probabile che contengano trofozoiti mobili). Se l’esame non può essere eseguito subito, le feci ben formate possono essere refrigerate (non congelate). Se possibile, si dovrebbero emulsionare porzioni di feci fresche con fissativo per conservare i protozoi gastrointestinali. Possono rivelarsi inoltre utili anche strisci sottili di materiale fecale, conservati con fissativo di Schaudinn. Se necessario, i campioni di feci possono essere concentrati tramite formalina-etere, sospensione di zinco, tecnica di flottazione con zucchero o tecnica di Baerman. I tamponi anali possono rivelare le uova dei vermi cilindrici o a nastro. Gli antibiotici, i raggi x, i purganti irritanti e gli antiacidi, rendono più difficile il rilevamento di uova e parassiti per diverse settimane.

La sigmoidoscopia deve essere presa in considerazione quando gli esami di routine delle feci sono negativi in pazienti sospetti per amebiasi o schistosomiasi. Il campione sigmoidoscopico deve essere raccolto con una "curette" o con un cucchiaio di Volkmann (i tamponi di cotone non sono adatti) ed esaminato subito. Se in pazienti con esame delle feci negativo si sospetta la giardiasi o la strongiloidiasi, possono essere effettuati aspirati duodenali o test del laccio. Biopsie dell’intestino crasso possono essere necessarie per la diagnosi di infezioni come la criptosporidiosi.

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