13. MALATTIE INFETTIVE

164. MALATTIE A TRASMISSIONE SESSUALE (STD)

(V. anche Cap. 163.)

VERRUCHE GENITALI

(Condilomi acuminati; condilomi venerei)

Lesioni iperplastiche della cute o delle mucose dei genitali causate da papillomavirus umani.

Sommario:

Eziologia
Sintomi e segni
Diagnosi
Terapia


Eziologia

I condilomi anogenitali causati da papillomavirus umano [HPV] tipi 6, 11, 16, 18, 31, 33 e 35 sono trasmessi per via sessuale e presentano un periodo di incubazione di 1-6 mesi. Le infezioni endocervicali causate dai tipi 16 o 18 sono stati implicate nell’eziologia del tumore intraepiteliale della cervice e del cancro del collo dell’utero. I tipi 16 e 18 di HPV di solito non causano condilomi genitali esterni, che invece sono di solito causati dai tipi 6 e 11.

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Sintomi e segni

Le verruche genitali si presentano come piccoli polipi rosa o grigi, molli e umidi che crescono rapidamente, possono diventare peduncolati e spesso si ritrovano in grappoli. La superficie sembra quella di un cavolfiore. Negli uomini si manifestano nelle superfici calde e umide della regione sottoprepuziale, sul solco coronale, dentro il meato uretrale e sul corpo del pene. Nelle donne possono essere interessati vulva, parete vaginale, collo dell’utero e perineo. Sono particolarmente frequenti nella regione perianale e nel retto negli uomini omosessuali e possono essere più gravi e più diffìcili da trattare nei pazienti immunosoppressi. La velocità di crescita è variabile, ma la gravidanza, l’immunosoppressione o la macerazione della cute, possono accelerare sia la crescita sia la diffusione delle singole lesioni.

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Diagnosi

Le verruche genitali possono solitamente essere identificate dal loro aspetto, ma devono essere distinte dai condilomi lati ad apice appiattito che caratterizzano la sifilide secondaria. L’effettuazione di biopsie nel caso di verruche atipiche o persistenti può rendersi necessaria onde escludere la presenza di carcinoma. Le verruche endocervicali possono essere evidenziate soltanto dalla colposcopia e non devono essere trattate fino a quando non sia disponibile il risultato di un Pap test.

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Terapia

Nessuna forma di terapia risulta pienamente soddisfacente. Le recidive sono frequenti e richiedono una nuova terapia. Le verruche genitali possono essere eliminate mediante elettrocauterizzazione, laser-terapia, crioterapia o escissione chirurgica in anestesia locale o generale. Antimicotici topici quali la podofillotossina, la podofillina o il 5-fluorouracile; caustici come l’acido tricloroacetico; o induttori di interferoni, quali l’imiquimod vengono molto usati, ma solitamente richiedono applicazioni ripetute per settimane o mesi e spesso non ottengono buoni risultati. Nelle lesioni uretrali si è dimostrato efficace il tiotepa. Il 5-fluorouracile applicato localmente 2-3 volte/die dal paziente stesso, si è dimostrato efficace sulla uretra maschile, anche se sarà necessario tenere il paziente sotto controllo per l’eventuale formazione di sia pur rare ostruzioni uretrali acute. Il trattamento più soddisfacente può, tuttavia, risultare la rimozione meccanica per mezzo di un resettoscopio, in anestesia generale.

L’interferone-a, somministrato IM o direttamente nella lesione, ha eliminato lesioni intrattabili di cute e genitali. La sua modalità ottimale di somministrazione e i risultati a lungo termine non sono chiari. Un atteggiamento cauto è suggerito dai dati in merito a pazienti con papulosi bowenoide dei genitali (da virus tipo 16), nei quali le lesioni inizialmente scomparse dopo il trattamento con interferon-b si sono manifestate nuovamente in forma di cancri invasivi.

La circoncisione può prevenire eventuali recidive. I soggetti con cui il paziente avesse avuto contatti sessuali devono essere controllati e devono essere effettuati test sierologici per la sifilide inizialmente e ripetuti dopo 3 mesi. Le recidive sono frequenti e necessitano di un nuovo ciclo di trattamento.

È molto importante il follow-up delle donne con verruche genitali endocervicali e dei loro partner sessuali in modo da cogliere eventuali alterazioni displastiche o addirittura un carcinoma invasivo del collo uterino. Il riscontro di HPV tipo 16 o 18 nella papulosi bowenoide e nei carcinomi vescicali giustifca anch’esso l’effetuazione di regolari controlli a distanza. È necessario effettuare esami citologici o colposcopici sul collo uterino, da eseguirsi ogni sei mesi nel caso di donne con infezioni da tipo 16 e 18 per individuare e trattare la displasia, che talvolta è premaligna.

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