14. MALATTIE DEL SISTEMA NERVOSO

182. MALATTIE DEL MIDOLLO SPINALE

COMPRESSIONI MIDOLLARI

Sommario:

Introduzione
Diagnosi e terapia

Molte condizioni patologiche possono interessare il midollo attraverso una compressione meccanica che si presenta spesso secondo modalità stereotipate e che può essere trattata efficacemente se diagnosticata precocemente.

La compressione acuta è generalmente traumatica, provocando segni di danno segmentale al livello della compressione, combinata generalmente con deficit del tratto corticospinale (p. es., iperreflessia, segno di Babinski, deficit di forza) e deficit sensitivi al di sotto del livello di compressione (v. Lesioni del Midollo Spinale, oltre).

La compressione subacuta di solito riconosce come causa una neoplasia extramidollare (v. anche Neoplasie del Midollo Spinale nel Cap. 177), un ascesso o ematoma subdurale o epidurale (v. oltre) o la rottura di un disco cervicale (raramente toracico). I pazienti si presentano con un dolore spinale localizzato, spesso con distribuzione radicolare e alterazioni dei riflessi da deficit del tratto corticospinale. Seguono la perdita di forza (di solito prossimale) agli arti inferiori, deficit della sensibilità e infine perdita del controllo degli sfinteri. È comune nelle lesioni cervicali la perdita della motricità o della sensibilità a livello delle braccia. Il dolore e la lieve perdita di forza possono durare ore o giorni, ma la transizione verso la perdita di funzione irreversibile delle strutture sottostanti la sede della lesione può durare anche solo qualche minuto, una volta che si sia sviluppata una compromissione vascolare o una transezione del midollo.

La compressione cronica del midollo spinale può essere secondaria a protrusioni ossee o cartilaginee all’interno del canale spinale cervicale o toracico (p. es., da osteofiti o spondilosi, soprattutto in pazienti con restringimenti congeniti del canale spinale, v. Spondilosi cervicale nel Cap. 183) o dei tumori extramidollari o intramidollari a lento accrescimento. Il decorso della compressione cronica è sostanzialmente più lento rispetto a quello della forma subacuta; i sintomi gravi necessitano di mesi o anni per svilupparsi. Il dolore è meno intenso, le anomalie motorie e sensitive evolvono di pari passo e la spasticità colpisce gli arti inferiori. Il deterioramento neurologico segmentale nelle braccia accompagna di solito le lesioni cervicali.

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Diagnosi e terapia

Inizialmente, la diagnosi si basa sui sintomi e sui segni clinici: la fragilità della colonna vertebrale (la fragilità alla percussione è particolarmente importante nei casi di carcinoma metastatizzato o di ascesso spinale o epidurale), paraparesi, deficit sensitivo del tronco o delle gambe e delle braccia e modificazioni dei riflessi corticospinali. Le radiografie della colonna sono raramente diagnostiche. La RMN risulta essere spesso diagnostica, mostrando erosioni ossee, gravi modificazioni ipertrofiche, collassi, fratture o sublussazioni a livello della lesione. Se la RMN non fosse disponibile, dovranno essere effettuate la TAC o la mielografia del livello adeguato, per confermare la presenza di compressione midollare e per definire in modo ottimale il livello e l’estensione della lesione.

Il trattamento dipende dalla patologia di base. Per il trattamento delle lesioni acute e delle patologie causanti compressione cronica, v. i capitoli di cui sopra.

È essenziale un pronto intervento nelle compressioni subacute. Molti pazienti, se trattati prima che la perdita di forza sia divenuta notevole, recuperano in pieno la loro funzionalità; una volta che la paraplegia o i deficit autonomi si sono manifestati, pochi migliorano. Per le lesioni metastatiche, bisogna somministrare rapidamente alte dosi di corticosteroidi (desametazone PO o EV) e, se il tipo di tessuto tumorale risulta radiosensibile, può essere efficace l’irradiazione immediata. Se la terapia radiante non è disponibile o se i segni clinici peggiorano nonostante la terapia medica, bisogna eseguire una decompressione chirurgica, a meno che il paziente non sia ritenuto un candidato chirurgico. La chirurgia è ugualmente indicata in caso di necessità di un prelievo bioptico di tessuto, in caso di instabilità della colonna, in caso di recidive neoplastiche dopo radioterapia, oppure in caso di ascesso o ematoma subdurale o epidurale. In genere, dopo il trattamento chirurgico di metastasi epidurali, i pazienti dovranno sottoporsi a radioterapia.

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