14. MALATTIE DEL SISTEMA NERVOSO

183. MALATTIE DEL SISTEMA NERVOSO PERIFERICO

MALATTIE DEL MOTONEURONE SUPERIORE E INFERIORE

Malattie di causa ignota caratterizzate da degenerazione progressiva dei tratti corticospinali, dei neuroni delle corna anteriori midollari e/o dei nuclei motori bulbari.

Sommario:

Introduzione
Diagnosi e terapia

I sintomi e le denominazioni descrittive variano a seconda della parte del sistema nervoso che è principalmente colpita. L’età mediana di insorgenza è di 55 anni, con maggiore incidenza negli uomini; il 5% dei casi è di tipo familiare, con un’ereditarietà di tipo autosomico dominante.

Sclerosi laterale amiotrofica: la debolezza muscolare, l’atrofia e il quadro clinico, espressione del coinvolgimento delle cellule delle corna anteriori, si notano inizialmente nelle mani e meno spesso nei piedi. La localizzazione dei primi segni è casuale e la progressione asimmetrica. Frequenti sono i crampi che possono precedere la debolezza muscolare; si accompagnano spesso ai segni di compromissione del motoneurone inferiore guizzi muscolari visibili (fascicolazioni), la spasticità, l’aumento dei riflessi tendinei, riflessi plantari in estensione e i segni del coinvolgimento del tratto corticospinale. La disartria e la disfagia sono dovute al coinvolgimento dei nuclei e delle vie del tronco. Il sistema sensitivo, la muscolatura volontaria degli occhi e gli sfinteri urinari vengono risparmiati. Raramente il paziente sopravvive per 30 anni, il 50% muore entro 3 anni dall’esordio della malattia, il 20% vive 5 anni, il 10% vive 10 anni.

Paralisi bulbare progressiva: sono maggiormente interessati i muscoli innervati dai nervi cranici e i tratti corticobulbari. La masticazione, la deglutizione e la parola sono pertanto notevolmente compromesse; si può riscontrare anche una sintomatologia pseudobulbare, con stato psichico labile e reazioni emotive inappropriate. La disfagia indica una prognosi particolarmente infausta e la morte sopravviene in 1-3 anni (spesso per complicanze respiratorie).

Atrofia muscolare progressiva: circa il 10% dei casi mostra un tipo di eredità autosomica dominante. La compromissione a carico delle cellule delle corna anteriori è più marcata di quella delle fibre corticospinali. L’evoluzione è più benigna. La perdita di forza e l’atrofia iniziano alle mani, progrediscono alle braccia, alle spalle, alle gambe e diventano infine generalizzate; le fascicolazioni possono costituire la manifestazione clinica più precoce della malattia. La malattia può insorgere in ogni età e i pazienti possono sopravvivere anche per ³  25 anni.

Sclerosi laterale primitiva e paralisi progressiva pseudobulbare: la rigidità muscolare e i segni di deficit di forza motoria distale aumentano gradualmente, interessando gli arti, nella sclerosi laterale primitiva e i nervi cranici inferiori nella paralisi progressiva pseudobulbare. Fascicolazioni e atrofia muscolare possono insorgere molti anni dopo. Questi disturbi in genere evolvono per vari anni prima che si instauri un’invalidità totale.

Sindrome post-poliomielitica: le persone con pregressa poliomielite possono sviluppare una nuova affaticabilità, dolore e deficit di forza molti anni (almeno 15) dopo la guarigione dalla poliomielite. In alcuni casi, può anche insorgere l’atrofia muscolare a seguito di poliomielite, che può somigliare a un’atrofia muscolare progressiva. Nella maggior parte, tuttavia, i nuovi sintomi non sono dovuti alla progressione della pregressa poliomielite ma a una condizione secondaria sovrapposta, come diabete mellito, ernia discale o una patologia articolare degenerativa.

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Diagnosi e terapia

Le caratteristiche diagnostiche comprendono l’insorgenza in età media o avanzata e un coinvolgimento progressivo generalizzato del sistema motorio, senza compromissione del sistema sensitivo; le velocità di conduzione del nervo sono normali anche nella fase avanzata di malattia; l’elettromiografia rappresenta il test più utile, dimostrando le fibrillazioni, le onde positive, le fascicolazioni e le unità motorie giganti anche nell’arto non colpito. Dovranno essere escluse le miopatie a esordio tardivo, le atrofie causate da spondilosi cervicale, le fratture del disco intervertebrale, i tumori midollari, la siringomielia, le malformazioni congenite della colonna cervicale, le amiotrofie diabetiche. Per porre la diagnosi di sclerosi laterale primitiva e paralisi pseudobulbare progressiva, dovranno essere inoltre escluse la sclerosi multipla, la compressione spinale e il tumore cerebrale.

Non esiste un trattamento specifico. Per conservare un certo grado di funzionalità muscolare può essere di aiuto la fisioterapia. I pazienti colpiti da disfagia devono essere alimentati con estrema attenzione e possono necessitare di una gastrostomia. Il baclofen può aiutare a ridurre la spasticità; possono essere utilizzati il chinino o la fenitoina per far diminuire i crampi. Un farmaco a forte azione anticolinergica, come l’amitriptilina 10 mg PO qid, potrà essere somministrato per diminuire la produzione salivare. Il trattamento chirurgico, volto a migliorare il rigonfiamento, presenta efficacia limitata nei pazienti con paralisi bulbare progressiva. In questo caso, la terapia è sintomatica (v. Cap. 294).

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