15. DISTURBI PSICHIATRICI

187. DISTURBI D'ANSIA

DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO

Disturbo caratterizzato da idee, immagini o impulsi ricorrenti, involontari e intrusivi che appaiono stupidi, strani, cattivi od orribili (ossessioni), nonché dall’impulso di fare qualcosa che riduca la sofferenza causata dalle ossessioni (compulsioni)

Sommario:

Introduzione
Sintomi e segni
Terapia


Il disturbo ossessivo-compulsivo si manifesta quasi nella stessa misura nel sesso maschile e in quello femminile e colpisce l’1,6% della popolazione secondo stime di prevalenza a 6 mesi.

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Sintomi e segni

Il tema ossessivo dominante è il male, il rischio o il pericolo e le ossessioni più comuni sono la contaminazione, il dubbio, la perdita e l’aggressività. Tipicamente, i soggetti con disturbo ossessivo-compulsivo si sentono spinti a eseguire comportamenti intenzionali ripetitivi e afinalistici, chiamati rituali, per controbilanciare le proprie ossessioni: i lavaggi controbilanciano la contaminazione; i controlli, il dubbio; l’accumulo, la perdita. Essi possono evitare le persone contro cui temono di potersi comportare in maniera aggressiva. Possono sviluppare ossessioni per qualsiasi cosa e i rituali possono non essere connessi in modo logico al disagio ossessivo che alleviano. Per esempio, il disagio può svanire spontaneamente quando una persona che ha preoccupazioni di contaminazione si mette le mani in tasca. Successivamente, egli metterà ripetutamente le mani in tasca ogni volta che insorgono ossessioni di contaminazione. La maggior parte dei rituali, come il lavaggio delle mani o il controllo delle serrature, è osservabile, ma alcuni, come i conteggi ripetuti o le frasi bisbigliate dirette a ridurre il pericolo, non lo sono.

La maggior parte dei soggetti con disturbo ossessivo-compulsivo è consapevole che le proprie ossessioni non riflettono rischi reali, e che i comportamenti reali e immaginari che mette in atto per alleviare le proprie preoccupazioni sono irrealistici ed eccessivi sino alla bizzarria. La conservazione della consapevolezza, sebbene a volte scarsa, differenzia il disturbo ossessivo-compulsivo dai disturbi psicotici, in cui il contatto con la realtà viene perso.

Poiché le persone con questo disturbo provano imbarazzo o subiscono una stigmatizzazione, spesso nascondono le proprie ossessioni e rituali, sui quali possono trascorrere numerose ore al giorno. La depressione è una caratteristica secondaria frequente, presente in circa 1/3 dei pazienti al momento della diagnosi e in 2/3 in un dato momento della vita.

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Terapia

La terapia di esposizione è efficace; il suo elemento essenziale è l’esposizione a situazioni o persone che scatenano le ossessioni, i rituali, o il disagio. Dopo l’esposizione, i rituali vengono ritardati o impediti, consentendo all’ansia scatenata dall’esposizione di diminuire attraverso l’adattamento progressivo. Il paziente apprende così che i rituali non sono necessari a diminuire il disagio. Il miglioramento di solito persiste per anni, probabilmente perché i pazienti che hanno imparato a gestire questo approccio di auto-aiuto continuano a usarlo senza molto sforzo, come uno stile di vita, al termine del trattamento vero e proprio.

Molti specialisti ritengono che l’associazione di terapia comportamentale e farmacologica sia il trattamento migliore. Gli inibitori della ricaptazione della serotonina (Serotonin Reuptake Inhibitors, SRI) ad alta potenza, quelli selettivi (Selective Serotonin Reuptake Inhibitors, SSRI, p. es., la fluoxetina, la fluvoxamina, la paroxetina, la sertralina) e la clomipramina (un antidepressivo triciclico) sono efficaci. Per la maggior parte degli SSRI, le dosi basse (p. es., fluoxetina 20 mg/ die, fluvoxamina 100 mg/die, sertralina 50 mg) sono efficaci quanto quelle alte. La dose minima efficace di paroxetina è di 40 mg. Alcuni dati sono a sostegno dell’uso degli inibitori delle monoaminossidasi, che però sono raramente indicati o necessari, perché la maggior parte dei pazienti risponde agli SRI. L’uso dell’aloperidolo per aumentare l’effetto degli SRI è efficace in molti pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi da tic (p. es., la sindrome di Tourette). Anche il potenziamento con antipsicotici atipici può essere d’aiuto ai pazienti con comorbilità per tic.

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