15. DISTURBI PSICHIATRICI

187. DISTURBI D'ANSIA

DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS

Disturbo in cui un evento traumatico opprimente viene rivissuto, causando paura intensa, senso di impotenza e di orrore ed evitamento degli stimoli associati al trauma.

Sommario:

Introduzione
Sintomi e segni
Terapia


Gli eventi stressanti comprendono lesioni fisiche gravi o eventi potenzialmente letali per il soggetto o per altre persone, oppure la morte reale di altre persone; nel corso dell’evento il soggetto prova paura intensa, impotenza oppure orrore.

La prevalenza nel corso della vita è almeno dell’1% e nelle popolazioni ad alto rischio, come i reduci di guerra o le vittime di violenza criminale, è riportata una prevalenza tra il 3 e il 58%.

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Sintomi e segni

Quando accadono cose terribili, alcune persone ne restano colpite per lungo tempo. In seguito, l’evento traumatico è rivissuto più volte, di solito nel corso di incubi o "flashback" (scene retrospettive). Il soggetto evita costantemente gli stimoli associati al trauma e ha un ottundimento della responsività generale agli stimoli, come meccanismo per controllare i sintomi di una reazione d’allarme crescente. I sintomi depressivi sono frequenti. A volte l’esordio dei sintomi è ritardato, verificandosi dopo molti mesi o anche anni dall’evento traumatico. Se il disturbo post-traumatico da stress è presente per più di 3 mesi, viene considerato cronico. Anche se non viene trattato, il disturbo spesso migliora senza scomparire; tuttavia alcuni soggetti restano gravemente invalidati.

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Terapia

Il trattamento prevede la terapia comportamentale, quella farmacologica e la psicoterapia. La terapia comportamentale prevede l’esposizione alle situazioni innocue che il soggetto evita perché possono scatenare la reviviscenza del trauma. La ripetuta esposizione di proiezioni immaginarie relative all’esperienza traumatica generalmente riduce la sofferenza, dopo un iniziale aumento della stessa. Può essere d’aiuto anche prevenire alcuni comportamenti ritualistici, come i lavaggi eccessivi per sentirsi puliti dopo una aggressione sessuale. Gli antidepressivi e gli ansiolitici sembrano di qualche beneficio, ma in genere sono meno efficaci che negli altri disturbi d’ansia. Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (p. es., la fluoxetina, la fluvoxamina, la paroxetina, la sertralina) e gli inibitori delle monoaminossidasi sembrano più efficaci.

Poiché l’ansia associata ai ricordi traumatici è spesso estremamente intensa, la psicoterapia di sostegno riveste un ruolo importante. In particolare, i terapeuti devono avere un atteggiamento apertamente empatico e comprensivo nel riconoscimento del dolore psicologico dei pazienti e devono avvalorare la realtà dell’esperienza traumatica. Allo stesso tempo, i terapeuti devono incoraggiare i pazienti a fronteggiare i ricordi man mano che intraprendono la desensibilizzazione comportamentale e apprendono le tecniche di controllo dell’ansia, nel tentativo di modulare e integrare i ricordi nell’organizzazione globale della personalità.

Oltre ad avere l’ansia trauma-specifica, i pazienti possono sentirsi in colpa per aver avuto comportamenti aggressivi e distruttivi in un conflitto armato, o per essere sopravvissuti a esperienze traumatiche in cui sono morti dei familiari o degli amici stretti (il cosiddetto senso di colpa del sopravvissuto). In tali casi, può essere utile una psicoterapia psicodinamica od orientata all’insight (autoconsapevolezza), con lo scopo di aiutare i pazienti a comprendere e modificare i propri atteggiamenti psicologici autocritici e punitivi.

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