16. MALATTIE DELL’APPARATO CARDIOVASCOLARE

198. TECNICHE DIAGNOSTICHE CARDIOVASCOLARI

TECNICHE INVASIVE

CATETERISMO ARTERIOSO

Sommario:

Introduzione
Procedura
Interpretazione dei dati
Complicanze


Il cateterismo arterioso permette il monitoraggio continuo della PA e il prelievo di sangue arterioso per l’emogasanalisi. Le indicazioni comprendono l’ipertensione maligna, l’IMA complicato, i politraumi, la chirurgia cardiovascolare, l’edema polmonare, la polmonite e le patologie che richiedono terapia parenterale con farmaci inotropi o vasoattivi (p. es., shock cardiogeno o settico).

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Procedura

Abitualmente, i cateteri arteriosi sono inseriti per via transcutanea nelle arterie radiale, femorale, ascellare, brachiale, dorsale del piede e (nei bambini) temporale. L’arteria radiale è quella più frequentemente utilizzata; il cateterismo dell’arteria femorale è gravato da minori complicanze, ma va evitato dopo un intervento di bypass vascolare (a causa del potenziale danno al graft) o se è presente un’insufficienza vascolare dei distretti a valle (c’è il rischio di provocare ischemia). Quando non si riesce a inserire il catetere per via transcutanea, si deve eseguire una preparazione chirurgica.

Prima di procedere al cateterismo dell’arteria radiale, il test di Allen (la simultanea compressione digitale delle arterie ulnare e radiale provoca pallore del palmo della mano seguito da iperemia quando una delle due arterie viene decompressa) può stabilire se il circolo collaterale che origina dall’arteria ulnare fornisce un flusso sufficiente a perfondere la mano in caso di occlusione dell’arteria radiale. Se non si ha riperfusione entro 8 s. dal momento in cui si rimuove la compressione esercitata sull’arteria ulnare, l’arteria radiale non deve essere cateterizzata (V. anche la trattazione sul test di Allen sotto Malattia e fenomeno di Raynaud al Cap. 212).

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Interpretazione dei dati

La PA è spesso maggiore quando misurata mediante catetere arterioso che con lo sfigmomanometro. La velocità della fase ascendente dell’onda sfigmica, la pressione sistolica e la pressione differenziale aumentano tanto più quanto più distale è il punto dove vengono misurate, mentre la pressione diastolica e quella media diminuiscono. L’analisi dei gas arteriosi è trattata sotto Cateterismo Cardiaco, più avanti e nel Cap. 64.

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Complicanze

Cateterismo dell’arteria radiale: la complicanza più significativa è la necrosi ischemica della mano e del braccio dovuta a trombosi o embolia, dissezione intimale o spasmo nel punto di inserzione del catetere. Il rischio di trombosi arteriosa è inversamente proporzionale al diametro interno dell’arteria (ciò spiega la maggiore incidenza nelle donne rispetto agli uomini) ed è direttamente proporzionale alla durata della cateterizzazione.

Cateterismo dell’arteria femorale: durante l’inserzione della guida, si verificano frequentemente sanguinamento nel punto di inserzione ed embolia. L’incidenza di trombosi e di ischemia distale è di molto inferiore rispetto al cateterismo dell’arteria radiale.

Cateterismo dell’arteria ascellare: è rara la formazione di ematomi, che tuttavia possono richiedere provvedimenti d’urgenza perché la compressione del plesso brachiale può provocare una neuropatia periferica permanente. Il lavaggio di un catetere posizionato in arteria ascellare può provocare l’ingresso di aria o di un trombo. Per evitare che ci siano danni cerebrali permanenti in conseguenza di questi emboli, è meglio utilizzare l’arteria ascellare sinistra per la cateterizzazione (l’arteria ascellare sinistra dà luogo ai vasi carotidei più distalmente rispetto alla destra). I cateteri vanno rimossi se sono presenti segni di infezione locale o sistemica.

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