17. DISORDINI GENITOURINARI

218. MALATTIE DELLA PROSTATA

PROSTATITE

La prostatite acuta batterica è caratterizzata da brividi, iperpiressia, pollachiuria e urgenza minzionale, dolore perineale e lombare, sintomi di vario grado di ostruzione urinaria, disuria o bruciore alla minzione, nicturia, talvolta macroematuria e spesso artralgia e mialgia. La prostata è dolorante, tumefatta e indurita focalmente o diffusamente, ed è solitamente calda se palpata delicatamente nel retto. Gli esami di laboratorio di conferma comprendono piuria all’esame chimico delle urine, urinocoltura positiva e talvolta emocoltura positive. La coltura delle secrezioni prostatiche evidenzia solitamente grandi quantità di batteri patogeni (più comunemente batteri enterici, gram –). Tuttavia, per il rischio di batteriemia, una prostata infiammata in fase acuta non dovrebbe essere massaggiata fino a che non siano stati raggiunti adeguati livelli ematici di un antibiotico appropriato. Poiché solitamente la cistite acuta accompagna immediatamente la prostatite acuta, il batterio patogeno spesso può essere identificato tramite coltura dell’urina raccolta con la minzione.

La terapia comprende misure di supporto quali riposo a letto, analgesici, emollienti delle feci e idratazione. La terapia iniziale con fluorochinolonici due volte al dì è di solito efficace e può essere somministrata fino a che non siano noti i risultati colturali e l’antibiogramma. Se vi è una risposta clinica soddisfacente, il trattamento viene continuato per circa 30 gg per prevenire lo sviluppo di una prostatite batterica cronica. Se si sospetta una sepsi, dovrebbero essere somministrati EV antibiotici ad ampio spettro che coprano batteri gram – e gram + (p. es., una combinazione di ampicillina e gentamicina) fino a quando non siano noti i risultati dell’antibiogramma. Se la risposta clinica è adeguata, il paziente continua la terapia EV finché diventa afebbrile per 24-48 h e in seguito viene convertito alla terapia orale. In caso di ritenzione urinaria acuta è preferibile l’attuazione di una cistostomia sovrapubica per drenare la vescica anziché il posizionamento di un catetere uretrale (per il pericolo di batteriemia). Raramente, si sviluppa un ascesso prostatico che di solito si deve trattare per via chirurgica.

La prostatite batterica cronica ha una sintomatologia variabile, ma la caratteristica sono le IVU recidivanti dovute allo stesso germe patogeno delle secrezioni prostatiche. Alcuni pazienti sono asintomatici tranne che per la batteriuria, che recidiva tra un ciclo e l’altro di antibiotici. La maggior parte dei pazienti, comunque, ha dolore perineale e lombare, pollachiuria, urgenza minzionale e stranguria. Il coinvolgimento del contenuto scrotale provoca un intenso fastidio localizzato, tumefazione, eritema e grave dolorabilità alla palpazione (v. Epididimite nel Cap. 219). Alla palpazione rettale, la prostata può essere moderatamente dolente e irregolarmente indurita o molliccia, ma questi non sono reperti specifici. Le secrezioni possono essere abbondanti. Possono essere identificati numerosi GB, spesso in ampie aggregazioni e macrofagi carichi di lipidi (corpi grassi ovali), ma il numero di GB non permette di differenziare la prostatite batterica da quella non batterica.

I batteri gram – sono la causa più comune, ma anche gli enterococci e le chlamidie sono stati associati a infezione cronica. La terapia orale con fluorochinolonici è più efficace del trimethoprim-sulfametossazolo ed è di solito somministrata bid per 4-12 sett. La prostatite batterica cronica spesso recidiva e generalmente è trattata con un secondo ciclo di antibiotici. Un fluorochinolonico costituisce la terapia di scelta.

La prostatite non batterica cronica è perfino più frequente della prostatite batterica. La causa è sconosciuta. I sintomi simulano quelli della prostatite batterica cronica; i GB e i corpi grassi ovali sono solitamente aumentati nelle secrezioni batteriche. Tuttavia, una storia di IVU è rara. Si richiedono colture di localizzazione nel tratto inferiore della via urinaria di secrezioni uretrali, vescicali e prostatiche per la diagnosi per escludere un batterio patogeno.

Semicupi caldi, farmaci anticolinergici e massaggio prostatico periodico forniscono un qualche sollievo (specialmente nella prostatite congestizia). Gli antibiotici non risolvono la sintomatologia, ma i FANS possono essere utili.

La prostatodinia è una condizione di natura non infettiva, né infiammatoria di uomini giovani. I sintomi mimano quelli della prostatite. Di solito, non sono presenti segni di infezione o infiammazione all’esame delle urine o delle secrezioni prostatiche. La terapia è empirica e palliativa.

La vesciculite seminale (infiammazione delle vescicole seminali) può causare dolore ed emospermia. Quest’infezione, poco comune, è impossibile da diagnosticare con le tecniche colturali. Raramente l’ecografia transrettale consente l’aspirazione, che conferma le vescicole seminali quali fonte dell’emospermia. La terapia è palliativa.

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