17. DISORDINI GENITOURINARI

219. MALATTIE DELL’APPARATO GENITALE MASCHILE

DISORDINI DELLO SCROTO

(V. anche Complicanze alla voce Parotite epidemica in Infezioni Virali nel Cap. 265.)

Le patologie scrotali possono essere dovute all’infiammazione della parete o del suo contenuto, a trauma (v. oltre), a neoplasie del testicolo o dei suoi annessi (v. Cap. 233) o a disturbi meccanici che coinvolgono il contenuto scrotale o le strutture adiacenti (v. Torsione testicolare in Difetti Renali e Genitourinari nel Cap. 261).

Gli ascessi scrotali possono complicare l’orchi-epididimite (v. oltre, alla voce Epididimite,), specialmente quando si ritarda la terapia. Alcuni ascessi si drenano spontaneamente, ma molti richiedono la terapia chirurgica, di solito orchiectomia con drenaggio.

La stenosi uretrale e il diverticolo possono essere accompagnati dalla formazione di ascessi con tumefazione dello scroto, dolore, eritema e spandimento di urina nello scroto e nel perineo. Sono spesso indicati l’incisione e il drenaggio e anche gli antibiotici, ma la diversione urinaria mediante cistostomia sovrapubica è necessaria solo nei casi più gravi con presenza di ascesso. Le stenosi persistenti di solito possono essere trattate con successo mediante dilatazione o endoscopia (uretrotomia interna). In casi difficili o recidivanti, può essere collocata per via endoscopica un’endoprotesi permanente. Talvolta è indicata la chirurgia a cielo aperto.

L’idrocele, frequente causa di tumefazione scrotale, è il risultato di un accumulo eccessivo di fluido sterile dentro la tonaca vaginale dovuto a iperproduzione (infiammazione del testicolo o dei suoi annessi) o a diminuito riassorbimento (ostruzione linfatica o venosa nel funicolo o nello spazio retroperitoneale). Di solito, si presenta come una tumefazione scrotale non dolente che può essere transilluminata. Alcuni uomini hanno dolore o fastidio a causa del suo effetto massa. In molti casi non vi sono segni di flogosi; tuttavia, l’idrocele infiammatorio con epididimite può essere doloroso. L’idrocele può essere congenito. Il trattamento di un idrocele persistente, sintomatico, è chirurgico (idrocelectomia). L’aspirazione è una misura temporanea, ma associata a iniezione di farmaci sclerosanti può essere risolutiva. Con l’aspirazione vi è il rischio di un’infezione secondaria.

Il piocele dello scroto non è sterile e di solito rappresenta una complicanza di una grave epididimite (v. oltre).

L’ematocele (raccolta di sangue nella tonaca vaginale) è di solito secondario a trauma. A differenza dell’idrocele, è una tumefazione dolente e non è transilluminabile. Il trattamento è chirurgico, se l’ematocele è cospicuo e non si riassorbe con il trattamento conservativo o se è associato a lacerazione della tonaca albuginea.

Lo spermatocele (cisti spermatica) di solito si presenta al polo superiore del testicolo, in prossimità dell’epididimo, come una massa cistica dello scroto. Un voluminoso spermatocele può essere difficile da differenziare da un idrocele, che anche è cistico, non dolente e transilluminabile. L’ecografia può aiutare nella diagnosi. La rimozione chirurgica è indicata nel caso in cui aumenti di volume e sia fastidioso per il paziente.

L’ernia inguinale può estendersi fino alla cavità scrotale. L’ernia deve essere differenziata dall’idrocele o dall’ematocele. Nel caso di ernia inguinale, non si riesce a palpare il funicolo sopra la massa mentre, in presenza di idrocele o di ematocele, le normali strutture funicolari sono di solito palpabili al di sopra della massa. La massa spesso può essere ridotta quando il paziente giace supino. Per definizione, un’ernia inguinale congenita comprende un idrocele (dotto vaginale persistente). Si raccomanda l’intervento chirurgico, poiché l’ernia può progredire e può andare incontro a intasamento e strozzamento.

Il varicocele (insieme di vene ectasiche di solito nell’emiscroto Sx apprezzabili palpatoriamente come un "pacchetto di vermi") è visibile in ortostatismo e dovrebbe svuotarsi in clinostatismo. L’intervento chirurgico può essere indicato nel trattamento dell’infertilità associata (v. Cap. 245) o nel varicocele sintomatico (p. es., in caso di presenza di dolore o di una sensazione di pesantezza scrotale).

Il linfedema dello scroto può essere causato da compressione venosa o linfatica addominale, da un tumore intra-addominale, da cirrosi con ascite, da filariasi o dalla malattia di Milroy (linfedema idiopatico). Si presenta come una tumefazione non dolente del sacco scrotale. Il trattamento consiste in un sospensorio scrotale, sebbene nei casi gravi possano rendersi necessarie resezione e scrotoplastica.

-indietro- -ricerca- -indice sezione- -indice generale- -indice tabelle- -indice figure- -help-

Copyright © 2002 Merck Sharp & Dohme Italia S.p.A. Via G. Fabbroni, 6 - 00191 Roma - Tutti i diritti riservati.

Informativa sulla privacy