17. DISORDINI GENITOURINARI

223. DIALISI

Il processo di rimozione delle tossine direttamente dal sangue (emodialisi) o indirettamente mediante il liquido peritoneale (dialisi peritoneale) utilizzando la diffusione attraverso una membrana semimpermeabile o l’ultrafiltrazione.

DIALISI PERITONEALE

La dialisi peritoneale è meno stressante dell’emodialisi in pazienti con IRC emodinamicamente instabili ed è prontamente adattabile per un impiego domiciliare. La dialisi ambulatoriale peritoneale e la dialisi peritoneale a ciclo continuo domiciliare permettono ai pazienti di avere una maggior flessibilità in termini di orari e spostamenti e, in alcuni casi, permettono un lavoro a tempo pieno.

Il peritoneo, che è costituito da un foglietto viscerale e da uno parietale, ha una superficie approssimativamente come la ASC (da 1 a 2 m2 negli adulti) ed è permeabile a soluti di peso molecolare  30000 dalton. Il flusso totale del sangue splancnico è di 1200 ml/min a riposo, ma soltanto 70 ml/min vengono a contatto con il peritoneo. Così, le concentrazioni dei soluti nel dialisato peritoneale si equilibrano lentamente. La clearance di molecole piccole è una funzione della quantità di flusso del dialisato e del tempo di contatto. Dato che le molecole più grandi non raggiungono mai l’equilibrio, la loro clearance è principalmente una funzione del tempo di contatto peritoneale.

Il liquido di dialisi viene introdotto all’interno dello spazio peritoneale e periodicamente drenato e reimmesso, in modo alternante. L’accesso avviene tramite cateteri di silicone morbido o di poliuretano poroso. Possono essere impiantati in sala operatoria sotto visione diretta o a letto del paziente inserendoli tramite un mandrino appositamente realizzato o sotto visione mediante peritoneoscopia. La maggior parte dei cateteri è dotata di un manicotto, che permette l’ancoraggio all’interno della cute o della fascia preperitoneale, costituendo teoricamente una barriera impermeabile e insuperabile per i batteri e prevenendo la formazione di uno strato di microrganismi lungo il catetere. Facendo trascorrere 10-14 giorni dall’impianto del catetere prima del suo impiego, si migliora la cicatrizzazione e si riduce la frequenza di precoci perdite pericatetere di dialisato. I cateteri a due manicotti sono migliori di quelli con un manicotto singolo. Anche una sede di uscita diretta caudalmente diminuisce l’incidenza di infezioni della sede di uscita.

Le complicanze della dialisi peritoneale sono elencate nella Tab. 223-1. Non vi sono controindicazioni assolute, mentre quelle relative sono: cellulite della parete addominale, comunicazione toraco-addominale anormale, protesi vascolari intraaddominale di impianto recente, ferite addominali recenti.

La dialisi peritoneale manuale intermittente (IPD) richiede un set di infusione-drenaggio a Y. Negli adulti, buste da 1,5 a 3 l di dialisato (nei bambini, 30-45 ml/kg) sono scaldate a 37°C (98,6°F), infuse in 10 minuti, lasciate a dimora nella cavità peritoneale per 10 min e quindi drenate in circa 10 min. Possono essere necessari scambi multipli in un periodo che va da 12 a 48 h, a seconda delle necessità del paziente. Questa tecnica è la forma più semplice di dialisi peritoneale e ottiene la più alta clearance dei soluti. È utile soprattutto nel trattamento dell’IRA.

La dialisi peritoneale ambulatoriale continua (CAPD) utilizza tempi estremamente lunghi di permanenza in situ del liquido. Un tipico paziente adulto infonde da 1,5 a 3 l (i bambini 30-45 ml/ kg) di dialisato nella cavità peritoneale. La soluzione può rimanere per  4 h durante il giorno e 8-12 h alla notte. Questa soluzione è drenata manualmente e rimpiazzata quattro volte al giorno. Il lavaggio del set di infusione a Y prima del riempimento teoricamente lava via nella busta ogni possibile agente contaminante dopo aver effettuato la connessione. Questo metodo ha ridotto l’incidenza di peritonite e permette al paziente di staccarsi dal sistema di infusione e dalla sacca durante gli intervalli tra gli scambi.

L’IPD automatizzata con cycler impiega un sistema automatico che si svolge per cicli di infusione e rimozione del dialisato. Può essere impiegata in pazienti ricoverati con IRC per ridurre la necessità di assistenza infermieristica. È anche utile per pazienti domiciliari in IRC. Il cycler è generalmente programmato per azionarsi quando il paziente va a letto e il trattamento avviene mentre il paziente dorme.

La dialisi peritoneale a ciclo continuo (Continuous Cycling Peritoneal Dialysis, CCPD) impiega scambi lunghi senza un cycler automatizzato durante il giorno e scambi brevi con cycler automatico durante la notte. L’ingombrante attrezzatura impedisce di muoversi durante la notte. Alcuni pazienti necessitano di una combinazione di CAPD e CCPD per ottenere adeguate clearance.

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