17. DISORDINI GENITOURINARI

223. DIALISI

Il processo di rimozione delle tossine direttamente dal sangue (emodialisi) o indirettamente mediante il liquido peritoneale (dialisi peritoneale) utilizzando la diffusione attraverso una membrana semimpermeabile o l’ultrafiltrazione.

ASPETTI PSICOSOCIALI DEL TRATTAMENTO DIALITICO CRONICO

I pazienti in trattamento dialitico cronico, insieme con i loro familiari, sono costantemente vulnerabili a crisi mediche, sociali ed emotive.

Il loro atteggiamento e quello del personale della dialisi, influisce sulla qualità di vita e sulla sopravvivenza del paziente. I programmi di dialisi che incoraggiano al massimo l’indipendenza del paziente e il ritorno ai precedenti interessi, sono molto efficaci nel diminuire i problemi psicosociali del paziente.

Le dialisi, spesso programmate a discrezione di altri, influenzano il lavoro o il programma scolastico del paziente e le attività di svago; un lavoro regolare può essere precluso. I pazienti adulti in trattamento dialitico possono diventare dipendenti dai loro figli adolescenti o possono non essere in grado di vivere da soli. Si modificano i consueti ruoli e le responsabilità familiari per cui si vengono a creare sensi di colpa e d’inadeguatezza; è spesso necessario un sostegno economico per l’alto costo del trattamento, delle medicazioni, delle diete speciali e del trasporto.

Stress può essere causato dalla fine della minzione e dalle ridotte energie fisiche; dalla perdita o alterazione della funzione sessuale; dal diverso aspetto fisico dovuto alla chirurgia per l’accesso vascolare, al catetere peritoneale, ai segni di aghi, alle malattie ossee, alla neuropatia, alla miopatia o ad altri segni di deterioramento fisico; in ultimo dalla paura di morire. I bambini con un ritardo di crescita possono sentirsi isolati e diversi dai loro coetanei.

Il trattamento dialitico cronico (specialmente quello domiciliare) può aumentare la dipendenza del paziente, ridurre le sue capacità fisiche e lavorative e causare capovolgimenti dei ruoli nella famiglia. Le relazioni coniugali sono particolarmente vulnerabili. Molti patrocinano la dialisi domiciliare soltanto se i pazienti possono assumere una maggiore responsabilizzazione della loro cura.

Pazienti con molti differenti tipi di personalità possono adattarsi alla dialisi. I tratti della personalità prima della malattia che migliorano la prognosi riguardo a un favorevole adeguamento alla dialisi cronica, comprendono adattabilità, indipendenza, autocontrollo, tolleranza alle frustrazioni e ottimismo. Sono importanti anche la stabilità emotiva, l’incoraggiamento familiare, un valido supporto da parte del personale della dialisi e la partecipazione del paziente e della famiglia alle decisioni. Sesso, grado di educazione e altri fattori socioeconomici sono meno importanti. L’età non è un indicatore critico dell’adattamento a lungo termine; tuttavia, i giovani adulti e gli adolescenti trovano che la dialisi complica ulteriormente le problematiche tipiche dell’età, dell’identità, dell’indipendenza e dell’immagine corporea.

Le fasi dell’adattamento possono includere ottimismo ed euforia in pazienti con miglioramento fisico all’inizio della dialisi; depressione, disillusione e scoraggiamento quando si realizza la realtà a lungo termine della malattia e del trattamento e, in ultimo, l’inizio dell’adattamento a lungo termine.

I pazienti che rifiutano aiuto rimuovono la realtà della dipendenza dalla macchina e della situazione che minaccia la loro stessa vita. I pazienti possono non venire sopraffatti e possono riprendere le loro attività. La mancanza del rifiuto invece può provocare grave ansia o depressione, psicosi o suicidio. Tuttavia, se il rifiuto è totale, il paziente può rifiutare la necessità del trattamento e morire.

Le personalità dipendenti possono accettare più facilmente la loro condizione, ma una dipendenza eccessiva può far sì che si esiga molto dagli altri impedendo così la riabilitazione. Alcuni pazienti possono compiacersi del ruolo di "malato", trovandone un guadagno secondario e non essere più in grado di liberarsene. Personalità indipendenti possono non adattarsi alla terapia dialitica e al ruolo di malato e possono rifiutare i consigli medici e la terapia. Tuttavia, il carattere indipendente può favorire la riabilitazione sociale e la responsabilizzazione del paziente.

La depressione, risposta normale a una perdita, può essere particolarmente pronunciata. Senso di colpa, ostilità e ambivalenza si verificano in quei pazienti che nella macchina vedono un miracolo e un mostro. Possono sentirsi grati e nello stesso tempo risentiti verso quelle persone dalle quali dipendono e possono essere ambivalenti riguardo alla voglia di vivere.

Alcuni pazienti in dialisi esprimono con il comportamento i loro sentimenti (p. es., mediante la non compliance con la dieta e la terapia, arrivando tardi o saltando la dialisi) o possono diventare risentiti verso l’équipe terapeutica o l’assistente della dialisi domiciliare. Tuttavia, molti pazienti esprimono i loro sentimenti e dirigono le loro energie in modo produttivo. Possono ritornare a lavorare, riprendere i precedenti interessi o diventare membri di associazioni per seguire i pazienti in dialisi. La cura di sé e la dialisi domiciliare aiutano i pazienti a riguadagnare un senso di controllo e d’indipendenza consentendo loro di essere fortemente responsabili della loro terapia e d’integrare questa nella loro vita in modo più flessibile.

Le reazioni con cui i familiari fronteggiano questo trattamento sono uguali a quelle dei pazienti. Poiché il personale della dialisi è intensamente coinvolto dai pazienti (specialmente da quelli che peggiorano gradualmente), alcuni di loro talvolta affrontano questa situazione con il rifiuto. Questo può portare ad aspettative poco realistiche da parte del personale e impedire il raggiungimento di obiettivi realistici di riabilitazione.

La consulenza psicosociale in caso di depressione e di problemi comportamentali o di tematiche riguardanti la sensazione di perdita o l’adattamento, è di beneficio per molti pazienti in dialisi e per le loro famiglie. Per questi servizi sono disponibili nefrologi, assistenti sociali, psicologi e psichiatri.

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