18. GINECOLOGIA E OSTETRICIA

246. PIANIFICAZIONE FAMILIARE

STERILIZZAZIONE

Negli USA, uno dei due partner di circa un terzo delle coppie sposate che attuano la pianificazione familiare, è sterilizzato. La sterilizzazione è il metodo più diffuso tra le coppie in cui la moglie ha una età > 30 anni. La sterilizzazione deve essere considerata sempre come una soluzione permanente. Entrambi i partner andrebbero informati dei rischi e dell’irreversibilità delle procedure. L’intervento di ricostruzione (reanastomosi) è molto più difficile dopo la vasectomia che dopo la legatura delle tube. Le percentuali di gravidanza sono del 45-60% dopo la reanastomosi del dotto deferente e del 50-80% dopo la reanastomosi delle tube uterine.

La sterilizzazione maschile si attua con la vasectomia, un intervento ambulatoriale che dura circa 20 minuti e richiede soltanto un’anestesia locale. I vasi deferenti vengono isolati e sezionati; le loro estremità sono chiuse per legatura o per diatermocoagulazione e poi sono riposte nel sacco scrotale prima della sutura dell’incisione. In genere, sono necessarie 15 o 20 eiaculazioni, prima che si raggiunga la sterilità. Dopo l’intervento si deve eseguire l’analisi dello sperma; l’uomo non è considerato sterile fino a quando non produce due eiaculati senza spermatozoi. Le complicanze della vasectomia includono l’ematoma ( 5%), i granulomi spermatici (risposta infiammatoria alla fuoriuscita di piccole quantità di sperma) e le reanastomosi spontanee che si hanno, in genere, a breve distanza dall’intervento.

La sterilizzazione femminile si attua con la legatura delle tube, un intervento più complicato che richiede un accesso intraperitoneale o una piccola incisione sottoombelicale e un’anestesia generale o locale. Le tube uterine sono sezionate e chiuse con la legatura, la diatermocoagulazione o con vari dispositivi meccanici (fettucce elastiche e clip a molla). Poiché i dispositivi meccanici causano una minore distruzione tissutale, la sterilizzazione attuata in questo modo è potenzialmente più reversibile ma, anche utilizzando delle tecniche di microchirurgia, la percentuale di gravidanze dopo la ricostruzione è solo di circa il 75%.

La legatura tubarica post-partum è, di solito, eseguita immediatamente dopo il parto in sala operatoria o il giorno seguente, senza prolungare, in tal modo, la degenza in ospedale. In altri momenti, la sterilizzazione, detta legatura tubarica a caldo, può essere eseguita in un ambulatorio chirurgico attraverso una mini-laparotomia (usando un’incisione sovrapubica di 2 cm) o in laparoscopia. Per la mini-laparotomia è, di solito, impiegata un’anestesia generale, ma può essere usato un anestetico locale.

La percentuale di gravidanze in caso di legatura tubarica è di circa lo 0,4% durante il primo anno dopo l’intervento, ma aumenta a 1,85% dopo 10 anni. La percentuale di gravidanze è maggiore dopo la diatermocoagulazione o l’applicazione di una fettuccia e minore dopo l’asportazione chirurgica di una parte della tuba. Circa il 30% delle gravidanze che si verificano dopo la legatura tubarica è ectopico. L’incidenza delle complicanze dopo una folgorazione laparoscopica è dell’1-6%; l’incidenza delle complicanze più importanti come l’emorragia o la perforazione o la coagulazione di un’ansa intestinale, è dello 0,6%. Dato che l’incidenza di lesioni a carico dell’intestino è minore con la coagulazione bipolare rispetto a quella unipolare, deve essere usata sempre la prima. La morbilità della legatura tubarica è pari al 5%; la mortalità è inferiore a 4 casi ogni 100000.

L’isterectomia elettiva per via vaginale è accettata, per la sola sterilizzazione, in alcune comunità. Se la donna ha altri problemi cronici che interessano l’utero (p. es., una menorragia, una displasia cervicale, una dismenorrea grave), l’isterectomia per via addominale o per via vaginale può rappresentare il metodo di scelta per la sterilizzazione. La morbilità e la perdita di sangue sono maggiori e la degenza ospedaliera è più lunga dopo un’isterectomia che dopo una legatura tubarica, ma l’isterectomia comporta dei benefici a lungo termine, quali il 100% di efficacia, la fine dei disturbi mestruali e la prevenzione della possibile insorgenza di fibromi (leiomiomi) o di carcinomi dell’utero.

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