18. GINECOLOGIA E OSTETRICIA 253. ANOMALIE E COMPLICANZE DEL TRAVAGLIO E DEL PARTOTERZO STADIO DEL TRAVAGLIO Nel corso del terzo stadio del travaglio, quando viene espulsa la placenta, l’ostetrico deve prevenire le emorragie materne. In genere si perdono dai 400 ai 500 ml di sangue durante il parto; se la perdita è maggiore, se ne devono cercare le cause. Le possibili cause di sanguinamento comprendono: l’atonia uterina, le lacerazioni vaginali o cervicali o la ritenzione di frammenti di placenta. Se l’utero non si contrae si ha un’emorragia, dato che il principale meccanismo di emostasi è dato dalla contrazione del miometrio. L’esplorazione della cavità uterina e del canale del parto, per evidenziare lacerazioni o frammenti di placenta ritenuti, è presa in esame in gestione del travaglio fisiologico nel Cap. 249. Durante il terzo stadio del travaglio, la paziente deve essere controllata da un membro esperto dello staff, preferibilmente un anestesista; la PA, la frequenza cardiaca, la respirazione e il grado di coscienza devono essere monitorati. Quando la placenta cade nel segmento uterino inferiore e protrude dalla cervice, il corpo può essere spinto verso il basso per aiutare il passaggio della placenta in vagina. Tuttavia, se questa manovra non è attuata in maniera corretta, si può causare l’inversione uterina, specialmente se viene esercitata una trazione sul funicolo prima che la placenta sia completamente distaccata.
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