19. PEDIATRIA

259. SQUILIBRI IDRO-ELETTROLITICI NELL’INFANZIA

La disidratazione, di solito dovuta a diarrea, resta la causa maggiore di morbilità e mortalità nei bambini di tutto il mondo. Tuttavia, l’iperidratazione può essere dannosa allo stesso modo della disidratazione in caso di un bambino gravemente malato che presenta un edema cerebrale o un’insufficienza renale o circolatoria o un’immaturità di vari organi e sistemi (p. es., il prematuro).

I piccoli lattanti sono incapaci a comunicare il bisogno di liquidi e presentano una perdita di liquidi relativamente elevata attraverso la perspiratio insensibilis, che è in parte dovuta all’alto rapporto tra l’area della superficie corporea (ASC) e il volume. Nel lattante l’indice metabolico è due-tre volte maggiore rispetto all’adulto, se lo si esprime per unità di peso corporeo. Il calore generato dall’attività metabolica viene disperso (in larga parte con l’evaporazione) e i soluti devono essere eliminati (in massima parte con le urine). La conseguenza è che nel bambino i liquidi hanno un più rapido turnover che nell’adulto.

Nell’approccio ai lattanti e bambini con disordini dell’equilibrio idroelettrolitico, c’è un minore margine di errore, rispetto all’adulto, nel calcolo del fabbisogno di liquidi ed elettroliti. In generale, più è piccolo il bambino e più attentamente deve essere effettuato il calcolo. Casi che richiedono attenzione, anche per alcuni dettagli, sono quelli in cui la funzione di determinati organi (soprattutto cute, cuore, cervello o reni) è molto compromessa. La precisione assoluta è impossibile; tuttavia bisogna correggerli in modo quanto più accurato per evitare complicanze gravi.

Le linee guida trattate più avanti sono approssimative; è essenziale una stretta sorveglianza. La frequenza del monitoraggio varia da paziente a paziente, dipendendo dalla gravità della patologia e dalla potenziale rapidità di evoluzione del quadro. Raramente è sufficiente esaminare tutti i parametri una sola volta al giorno. Sfortunatamente non esiste un sintomo o test specifico che rifletta infallibilmente l’equilibrio idroelettrolitico; nella Tab. 259-1 sono elencati 10 sintomi e test, disposti in ordine casuale e di valore pratico, tenendo conto della facilità di esecuzione, disponibilità, invasività, tempo di esecuzione e costo.

L’approccio più semplice agli squilibri idroelettrolitici consiste nel considerare separatamente il deficit, le perdite accessorie e il fabbisogno per il mantenimento (v. Tab. 259-2) e nel calcolare come prima cosa la quantità di liquidi richiesta e in seguito la composizione (p. es., elettroliti) e, come ultima cosa, la velocità di infusione. In questo modo, anche i problemi più complessi possono essere semplificati. Gli esempi riportati più avanti riguardano la somministrazione di liquidi ed elettroliti EV, ma gli stessi principi sono ugualmente validi per la terapia reidratante orale (v. in Gastroenterite acuta infettiva nel Cap. 265).

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