19. PEDIATRIA

260. PATOLOGIA DEL NEONATO E DEL LATTANTE

TRAUMI DA PARTO

EMORRAGIE ENDOCRANICHE

Sommario:

Introduzione
Diagnosi
Prognosi
Terapia


L’emorragia intra o pericerebrale può mettere a rischio la vita dei neonati, soprattutto dei prematuri. Il danno ipossico-ischemico, variazioni della PA e le pressioni esercitate sulla testa durante il travaglio rappresentano le maggiori cause di emorragia intracranica. La presenza della matrice germinale (una massa di cellule embrionali situate nel nucleo caudato e presenti solo nel feto) aumenta il rischio di emorragia. Le emorragie possono interessare i vari distretti del SNC. Piccole emorragie a livello dello spazio subaracnoideo, della falce e del tentorio sono frequenti reperti incidentali all’esame autoptico. Emorragie più estese a livello encefalico, degli spazi subaracnoideo o subdurale o ventricolari sono meno comuni, ma solitamente più gravi. Circa il 20% dei prematuri con peso < 1500 g va incontro a emorragia cerebrale.

Emorragia subaracnoidea: l’emorragia subaracnoidea rappresenta probabilmente il più comune tipo di emorragia intracranica. Spesso nel LCR dei neonati a termine sono presenti alcuni GR. L’emorragia subaracnoidea può presentarsi con apnea, convulsioni, letargia o un esame neurologico alterato. In caso di estese emorragie, un’associata meningite può determinare, con l’accrescimento del bambino, la formazione di un idrocefalo comunicante.

Emorragia subdurale: l’emorragia subdurale, ora che le tecniche ostetriche sono migliorate, è diventata meno frequente e le cause di essa sono lacerazioni della falce, del tentorio, delle vene superficiali. Queste lesioni si hanno più di frequente in neonati di madri primipare, nei macrosomi e nelle distocie. In tutte queste condizioni si esercitano pressioni elevate sui vasi sanguigni endocranici. I sintomi sono: convulsioni, rapido aumento della circonferenza cranica o un alterato esame neurologico con ipotonia, riflesso di Moro debole o emorragie retiniche estese.

Emorragie intraventricolari e/o intraparenchimali: le emorragie intraventricolari o parenchimali generalmente si verificano durante i primi 3 giorni di vita e rappresentano le emorragie intracraniche più gravi. Le emorragie si verificano generalmente nei neonati prematuri, sono spesso bilaterali e di solito originano nella matrice germinale, che si trova sulla parete laterale dei ventricoli laterali. La maggior parte degli episodi emorragici è subependimale o intraventricolare ed è coinvolta una piccola quantità di sangue. Nelle emorragie gravi si ha sanguinamento nel parenchima o interessamento del sistema ventricolare con grandi quantità di sangue nella cisterna magna e nelle cisterne basali. Il danno ipossico-ischemico spesso precede il sanguinamento intraventricolare e subaracnoideo. Il danno ipossico-ischemico danneggia l’endotelio capillare, il meccanismo di autoregolazione vascolare cerebrale e può incrementare il flusso ematico cerebrale e la pressione venosa, elementi che aumentano il rischio di emorragia. La maggior parte delle emorragie intraventricolari sono asintomatiche, ma le emorragie più estese possono causare apnea, cianosi o collasso improvviso.

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Diagnosi

Quando si sospetta un’emorragia intracranica bisogna escludere petecchie o eventuali manifestazioni emorragiche a carico di altri organi, segni che indicano un disordine ematologico e vascolare sistemico (p. es., deficit di vitamina K, emofilia, coagulazione intravascolare disseminata).

Sia l’ecografia cerebrale che una TC possono evidenziare l’emorragia e sono di aiuto. Le indagini di laboratorio nel sospetto di un’emorragia intracranica devono iniziare con un’ecografia cerebrale, che è priva di rischi e può facilmente evidenziare il sangue all’interno dei ventricoli o della sostanza cerebrale. Tuttavia, le sottili falde di sangue subaracnoidee o subdurali, che si estendono al di sopra degli emisferi sono meglio evidenziate alla TC. Se la diagnosi è dubbia, può essere esaminato il LCR per ricercare la presenza di GR; solitamente si evidenzia la presenza macroscopica di sangue. Devono essere eseguiti le prove emocoagulative, un esame emocromocitometrico e indagini sul metabolismo per identificare altre cause di disfunzione neurologica (ipoglicemia, ipocalcemia, diselettrolitemia). L’EEG può aiutare a stabilire la prognosi nei bambini sopravvissuti all’episodio emorragico acuto.

La diagnosi di emorragia subaracnoidea deve essere sospettata in ogni bambino che presenta crisi di apnea, convulsioni, letargia o un esame neurologico alterato ed è confermata dalla TC o dall’esame del LCR.

Nell’emorragia subdurale, una TC o una RMN cerebrali possono identificare il problema. La transilluminazione del cranio è di aiuto nella diagnosi, dopo che il sangue si è emolizzato.

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Prognosi

La prognosi per i bambini con emorragia subaracnoidea è generalmente buona. Per i bambini con emorragie subdurali è riservata, anche se qualche bambino può recuperare bene. La maggior parte dei bambini con emorragie intraventricolari di lieve entità sopravvive all’episodio acuto di sanguinamento e vanno bene. La prognosi nei bambini con importante emorragia intraventricolare è infausta, soprattutto se l’emorragia interessa anche il parenchima. Molti bambini hanno esiti neurologici di varia entità.

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Terapia

Il trattamento è sintomatico nella maggior parte dei casi a meno che un’alterazione ematologica non abbia contribuito al sanguinamento. Il bambino deve ricevere vitamina K se essa non era stata precedentemente somministrata. Devono essere somministrati piastrine o fattori della coagulazione in caso di deficit. L’ematoma subdurale deve essere trattato con aspirazione quotidiana bilaterale, se il neonato presenta sintomi o la circonferenza cranica va aumentando rapidamente. Inizialmente bisogna aspirare da ciascun lato contemporaneamente 10-15 ml di liquido subdurale, poiché aspirazioni maggiori potrebbero precipitare lo shock. Se i sintomi persistono dopo 2 sett. di drenaggio giornaliero deve essere presa in considerazione l’opportunità di inserire uno shunt subdurale.

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