19. PEDIATRIA

262. PROBLEMI DI SVILUPPO

DISTURBI DI APPRENDIMENTO

Impossibilità di acquisire, trattenere o generalizzare attitudini specifiche o di fissare delle informazioni a causa di deficit di attenzione, memoria, percezione o ragionamento.

Sommario:

Introduzione
Epidemiologia ed eziologia
Sintomi e segni
Diagnosi
Terapia


I disturbi di apprendimento comprendono problemi cognitivi nelle acquisizioni del vivere quotidiano, nelle attitudini sociali, nelle capacità linguistiche (di comunicazione), e scolastiche.

L’incapacità di apprendimento è un problema specifico, che presuppone abilità cognitive normali, compromettendo specificatamente la lettura (p. es., dislessia), l’aritmetica (p. es., discalculia), la sillabazione, l’espressione scritta o la scrittura (disgrafia) e nel capire e/o utilizzare le capacità verbali e non verbali (p. es., disfasia, espressione linguistica) .

Il deficit di attenzione è un disturbo collegato ma distinto dall’incapacità di apprendimento (v. oltre).

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Epidemiologia ed eziologia

Sebbene non si conosca un numero preciso di studenti con disturbi di apprendimento, è noto che circa il 3-15% della popolazione scolastica degli Stati Uniti necessita di particolari servizi educativi. I maschi ne sono colpiti maggiormente rispetto alle femmine, con rapporto di 5:1.

Non è stata individuata una singola causa di disturbi di apprendimento; comunque, spesso deficit neurologici di base sono evidenti o molto sospetti. Sono spesso chiamate in causa anche dell’influenze genetiche. Altri possibili fattori causali comprendono malattie materne o l’uso di farmaci ototossici durante la gravidanza, complicanze durante la gravidanza e il parto (p. es., minaccie di aborto, tossiemia gravidica, travaglio prolungato, parto precipitoso) e problemi neonatali (p. es., la prematurità, il basso peso neonatale, l’ittero, l’asfissia perinatale, la postmaturità, il distress respiratorio).

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Sintomi e segni

I segni fisici e comportamentali si possono manifestare a qualsiasi età, p. es., bambini con disturbi di apprendimento spesso presentano diverse anomalie fisiche minori e disturbi di comunicazione. Comunque, disturbi di apprendimento lievi o moderati, generalmente, non vengono individuati fino all’età scolare, quando il bambino è costretto a fronteggiarsi con il rigore dell’apprendimento scolastico.

La maggior parte dei bambini con disturbi di apprendimento presenta disturbi neurologici o ritardo di sviluppo neurologico; spesso mostra disturbi della motilità spontanea o della coordinazione motoria. I disturbi precoci di apprendimento vengono in genere individuati principalmente per un’incapacità nell’apprendimento associativo (p. es., nominare i colori, etichettare, contare, nominare le lettere). I disturbi o i ritardi nell’espressione linguistica o nella comprensione sono segni predittivi di disturbi potenziali in periodi successivi a quello prescolastico. Altri segni precoci di incapacità di apprendimento sono tempi brevi di attenzione, irrequietezza motoria, facile distraibilità, limitata scorrevolezza verbale, disturbi nella percezione e produzione dei discorsi, scarsa memoria, disturbi della motilità fine (p. es., difficoltà nello scrivere in stampatello o nel copiare) e variabilità nel tempo delle capacità del comportamento.

I disturbi comportamentali includono difficoltà nel controllo degli impulsi, comportamenti privi di un preciso scopo o iperattività, problemi disciplinari, comportamenti di evitamento o di isolamento, timidezza, paura eccessiva e aggressività.

I disturbi cognitivi (cioè, nel pensiero, nel ragionamento e nella risoluzione dei problemi) sono caratteristici disturbi di apprendimento. Sebbene i processi cognitivi di base e le capacità di apprendimento dipendono dall’età e variano con le capacità cognitive (QI), la maggior parte dei disturbi di apprendimento è intrinsecamente correlata a deficit delle funzioni cerebrali e delle relazioni tra le differenti funzioni cognitive. Si possono riscontrare disturbi del ragionamento, come problemi di concettualizzazione, astrazione, generalizzazione e organizzazione/pianificazione delle informazioni per la risoluzione dei problemi.

Si possono riscontrare disturbi della percezione visiva e uditiva, incluse difficoltà di cognizione dello spazio, difficoltà di orientamento (p. es., localizzazione degli oggetti, memoria spaziale, consapevolezza della posizione e dello spazio), difficoltà di attenzione visiva, di memoria e di discriminazione e analisi dei suoni.

Le funzioni della memoria, comprendenti la memoria a breve e a lungo termine, le strategie mnemoniche (ripetizione), il ricordo e il recupero delle parole possono essere compromesse

I sottotipi dei disturbi di apprendimento vanno dall’incapacità linguistica generale con difficoltà nella comprensione e nell’uso del linguaggio parlato e scritto, a incapacità specifiche come la disnomia (p. es., richiamare alla memoria parole e informazioni a richiesta) e i disordini visuospaziali non verbali. Altri sottotipi comprendono i problemi di lettura (p. es., dislessia fonologica [analisi e ricordo dei suoni]e di superficie [riconoscimento visivo della forma e della struttura delle parole]) e di calcolo (p. es., acalculia [disturbo nella formazione dei concetti di base e incapacità ad acquisire l’abilità di calcolo]e ageometria [problemi dovuti a disturbi nel ragionamento matematico]). Possono, inoltre, esistere sottotipi aggiuntivi; comunque, quasi tutti i disturbi dell’apprendimento sono complessi o misti, associati ad altri disturbi determinati da deficit in più di un sistema.

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Diagnosi

Sono necessarie valutazioni mediche, intellettive, educative, linguistiche e psicologiche, al fine di determinare deficit o discrepanze tra le capacità e i processi cognitivi come attenzione, percezione, memoria, e ragionamento. Sono inoltre necessarie valutazioni del comportamento sociale ed emozionale, al fine di pianificare il trattamento e monitorizzare i progressi.

La valutazione medica comprende una anamnesi familiare dettagliata, i precedenti medici, scolastici e dello sviluppo del bambino, un esame obiettivo generale e un esame neurologico tradizionale e dello sviluppo neuropsicologico (v. anche Cap. 165). Il livello di sviluppo nei bambini più piccoli deve essere valutato secondo criteri standardizzati.

La valutazione intellettiva include i test di intelligenza verbali e non. Spesso è necessario effettuare uno studio generale delle funzioni neuropsicologiche per valutare le modalità preferenziali con cui il bambino elabora le informazioni (p. es., olisticamente o analiticamente, visualmente o uditivamente) e le funzioni dell’emisfero sinistro e destro; i bambini con problemi di linguaggio, di lettura e di apprendimento generalizzato tendono ad avere maggiori difficoltà con le funzioni controllate dall’emisfero sinistro.

Le valutazioni educative evidenziano la capacità e la difficoltà nel leggere, scrivere, pronunciare e nelle capacità aritmetiche. Le valutazioni di lettura misurano la capacità di decodificare e di riconoscere le parole, di comprendere i passaggi e di leggere fluentemente. I compiti scritti sono utili per valutare la composizione delle parole, la sintassi e la scorrevolezza delle idee. La capacità aritmetica va attribuita sulla base della abilità di calcolo, della conoscenza delle operazioni e della comprensione dei concetti matematici.

Le valutazioni linguistiche stabiliscono l’integrità della comprensione del linguaggio, del processo fonologico e della memoria verbale.

La valutazione psicologica identifica i disturbi della condotta, la scarsa autostima, i disordini ansiogeni e le depressioni della prima fanciullezza, che di frequente accompagnano i disturbi dell’apprendimento. Bisogna valutare l’attitudine del bambino verso la scuola, le sue motivazioni, le relazioni con i suoi compagni e la fiducia in sé stesso.

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Terapia

Nei centri di trattamento il disturbo viene affrontato dal punto di vista educativo mediante terapia medica, comportamentale e psicologica. La valutazione diagnostica (come descritto sopra) aiuta a classificare il disturbo del bambino e a determinare il programma di insegnamento più efficace, per fornire un approccio riparatore, di compenso o strategico (insegnando al bambino come imparare). Tale valutazione è di fondamentale importanza, in quanto un metodo educativo sbagliato può aggravare il disturbo di apprendimento in maniera globale o specifica.

Molti bambini richiedono programmi educativi specialistici in un solo campo, continuando a frequentare regolarmente la propria classe. Altri invece necessitano di programmi educativi individuali e intensivi. Sarebbe preferibile far partecipare per il maggior tempo possibile questi bambini alle classi regolari.

Molti rimedi usati per i disturbi di apprendimento (p. es., eliminare gli additivi dal cibo, usare antiossidanti o megadosi di vitamine) non si sono dimostrati efficaci. Allo stesso modo, i farmaci hanno effetti minimi sui successi scolastici, sull’intelligenza e sulle capacità generali di apprendimento, sebbene alcuni (p. es., gli psicostimolanti) possano aumentare l’attenzione, la concentrazione, consentendo al bambino di rispondere meglio ai programmi educativi (v. Disturbi dell’attenzione, oltre). Sono ancora dibattute e non ampiamente provate alcune terapie come la stimolazione sensoriale e il movimento passivo, la terapia integrata neurosensoriale attraverso esercizi posturali, l’esercizio dei nervi acustici per ripristinare i processi visuopercettivi e la coordinazione sensomotoria.

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