20. MALATTIE DOVUTE AD AGENTI FISICI
279. DISTURBI CAUSATI DAL CALORE
COLPO DI CALORE
(Colpo di sole; febbre da calore; siriasi)
Inadeguatezza o insufficienza dei meccanismi che presiedono alla dispersione del calore corporeo, con conseguente iperpiressia grave.
Sommario:
Sintomi e segni
Diagnosi e prognosi
Terapia
Sintomi e segni
Ha esordio improvviso, preceduto talvolta da mal di testa, vertigine e stanchezza. La sudorazione è di solito diminuita e la cute si presenta calda, arrossata e secca. La frequenza del polso aumenta rapidamente e può raggiungere i 160-180 battiti/ min, la respirazione di solito è accelerata, ma la PA è raramente interessata. Un senso di disorientamento può precedere la perdita di coscienza o le convulsioni. La temperatura corporea può rapidamente raggiungere i 40°-41°C (104-106°F), provocando nel paziente la sensazione di "bruciare". Il collasso circolatorio può precedere la morte; i sopravvissuti, dopo ore di iperpiressia estrema, presentano spesso danni cerebrali permanenti.
Diagnosi e prognosi
L’improvvisa sensazione di caldo, la pelle secca e arrossata, una temperatura corporea > 40°C, il polso frequente e uno stato di confusione o incoscienza, in un soggetto esposto a un ambiente caldo, sono generalmente sufficienti per distinguere un colpo di calore da un’intossicazione da cibo, da sostanze chimiche o da farmaci. Si devono escludere un’infezione acuta (p. es., setticemia, meningite) o uno shock tossico, mentre vanno prese in considerazione le sostanze o i farmaci (v. sopra) che possono aver scatenato l’episodio.
Il colpo di calore rappresenta un’emergenza medica e può portare a convulsioni e morte, a danni cerebrali permanenti o a insufficienza renale, se non viene trattato in maniera repentina. Una temperatura corporea di 41°C è un cattivo segno prognostico, mentre una temperatura anche solo leggermente più alta è spesso fatale. L’età avanzata, la debilitazione e l’alcolismo peggiorano la prognosi.
Terapia
Si devono adottare immediatamente provvedimenti drastici. Se si è distanti da un ospedale, si deve allontanare il paziente dalla fonte di calore, avvolgerlo con lenzuola o vesti bagnate e sventolarlo energicamente, in modo da aumentare l’evaporazione del calore. Una valida alternativa è rappresentata dall’immersione in un lago o in un corso d’acqua, oppure raffreddare il paziente con neve o ghiaccio, in attesa del trasporto in ospedale. Se il paziente inizia a presentare brividi, si deve rallentare il processo di raffreddamento, perché i brividi aumentano la temperatura corporea. Attenzione: la temperatura deve essere misurata ogni 10 min e non deve scendere al di sotto dei 38,3°C, per evitare una progressiva caduta termica fino all’ipotermia. In ospedale, la temperatura corporea viene monitorata continuamente, per essere sicuri che rimanga stabile. Sono anche da evitare stimolanti e sedativi, compresa la morfina; se non è possibile controllare le convulsioni in altro modo, possono essere somministrati il diazepam o un barbiturico EV. Una determinazione frequente del valore degli elettroliti deve guidare la terapia EV. È consigliabile, dopo un grave colpo di calore, il riposo a letto per alcuni gg, in quanto la temperatura potrebbe rimanere instabile per settimane.
|
|
|
|
|
|
|
-indietro- |
-ricerca- |
-indice sezione- |
-indice generale- |
-indice tabelle- |
-indice figure- |
-help- |
|
|
|
Copyright © 2002 Merck Sharp
& Dohme Italia S.p.A. Via G. Fabbroni, 6 - 00191 Roma - Tutti i diritti riservati.
Informativa
sulla privacy
|
|