20. MALATTIE DOVUTE AD AGENTI FISICI

285. LESIONI DA IMMERSIONE O DA LAVORO IN ARIA COMPRESSA

RICOMPRESSIONE

È indispensabile ricorrere alla ricompressione sia nei pazienti affetti da embolia gassosa che in quelli con malattia da decompressione e dovrà essere eseguita al più presto possibile per evitare danni gravi e permanenti (v. anche Cap. 292). Lo scopo della ricompressione è quello di riportare le bolle a una dimensione incapace di provocare sintomi, di farle ridisciogliere e di ristabilire un apporto adeguato di O2 ai tessuti ischemici. La ricompressione è utile anche se il centro, che dispone delle attrezzature necessarie, è lontano e se il trattamento non è immediato. Una ricompressione non necessaria comporta rischi di gran lunga minori rispetto a terapie palliative, eseguite nella speranza che il problema si risolva senza la ricompressione.

I subacquei, i membri dello staff medico e di soccorso e il personale di pubblica sicurezza, nei pressi delle varie località di sport subacquei, dovrebbero essere a conoscenza dell’ubicazione dei centri attrezzati più vicini per la ricompressione, dei mezzi più rapidi per raggiungerli e del modo migliore per consultarli telefonicamente. Se non ne sono a conoscenza, negli USA il numero di telefono del Divers Alert Network è 001- 919-684-8111 (v. n.d.t. all’inizio del Cap. 285). È bene non tentare di eseguire la ricompressione in acqua eccetto quando siano presenti dispositivi speciali per tale terapia (p. es., in zone molto distanti da una camera di ricompressione).

Molti casi si possono trattare con successo in camere iperbariche singole, presenti in molti centri. Tuttavia, può essere necessario intervenire sul paziente durante la ricompressione o, all’occorrenza, sottoporlo a pressioni superiori. Non tutti i centri sono attrezzati per tali evenienze, a volte imprevedibili, anche se possono salvare la vita del paziente. Se un medico prescrive la ricompressione, ma non è sicuro che questa verrà eseguita a dovere in un centro attrezzato, sarà bene che faccia firmare davanti a testimoni la sua prescrizione.

Un soggetto esposto a pressioni elevate e che presenti sintomi e segni tipici della malattia da decompressione o dell’embolia gassosa necessita di ricompressione. I dettagli anamnestici, l’esame fisico e i dati di laboratorio spesso forniscono elementi di scarsa importanza. Talvolta, la diagnosi non può essere stabilita senza un tentativo di ricompressione. Prima di ridurre il trattamento alla massima pressione, il medico deve eseguire un esame neurologico completo, per identificare qualsiasi alterazione che richieda una modifica della terapia.

Le tabelle di trattamento sono contenute nei manuali di immersione. Il trattamento dell’embolia gassosa può includere un’escursione fino a 6 ATA, nel tentativo di ricomprimere rapidamente le bolle presenti nel circolo cerebrale, per il resto, la terapia dell’embolia gassosa e della malattia da decompressione, si basa sull’inalazione di O2 a pressioni < 3 ATA. Il trattamento, eseguito facendo riferimento alle tabelle utilizzate dalla Marina degli USA., si è dimostrato il più delle volte efficace nella malattia da decompressione, verificatasi dopo una normale immersione in cui si sia respirata aria. Nel caso siano state utilizzate miscele gassose particolari o nel caso di profondità o di durata di immersioni straordinarie, potrà essere necessario il ricorso a procedure terapeutiche speciali.

Terapie mediche supplementari durante la ricompressione: i pazienti talvolta hanno bisogno, oltre che della ricompressione, di cure mediche o chirurgiche, se è impossibile praticarle contemporaneamente, si darà la precedenza alla ricompressione, rispetto alle altre misure che possono essere posticipate senza esporre il paziente al pericolo di morte. Le misure salvavita, ove indicate (p. es., disostruzione e mantenimento della pervietà delle vie aeree, tamponamento delle emorragie, CPR), hanno la precedenza sul trasporto diretto a una camera di ricompressione, ma sia la somministrazione di O2 al 100% che la terapia infusionale possono essere praticate durante il trasporto. La terapia intensiva, quando necessaria, può essere praticata in una camera di ricompressione ben equipaggiata.

È importante assicurare al paziente un buon apporto di liquidi; le assunzioni e le perdite dei liquidi dovrebbero essere registrati tra i parametri vitali. Se è necessaria la somministrazione di liquidi EV, si preferisce di solito il cloruro di sodio allo 0,9% e inoltre può essere necessaria la cateterizzazione del paziente. L’HTC verrà determinato periodicamente, nei pazienti particolarmente gravi si devono valutare la pressione venosa centrale (v. Cateteri venosi centrali nel Cap. 198) e il volume ematico.

Poiché i sedativi e i narcotici possono mascherare i sintomi e provocare insufficienza respiratoria, dovranno essere evitati prima e durante il trattamento, oppure andranno usati alle dosi minime efficaci e soltanto nel caso in cui siano assolutamente indispensabili.

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