21. ARGOMENTI SPECIALI

291. RIABILITAZIONE

Una combinazione di terapia fisica, occupazionale e del linguaggio, consulenza psicologica e assistenza sociale finalizzata ad aiutare i pazienti a mantenere o a recuperare le capacità fisiche.

RIABILITAZIONE PER ALCUNI PROBLEMI SPECIFICI

La terapia delle persone non vedenti consiste nell’allenamento a contare maggiormente sugli altri sensi, nell’istruzione in abilità specifiche e nell’uso di strumenti per non vedenti, nel recupero della sicurezza psicologica e nell’assistenza a trattare con e a influenzare le attitudini degli altri. Il paziente deve imparare a sviluppare le abilità e la fiducia nel camminare e nel viaggiare, i nuovi mezzi di orientamento spaziale e le capacità di conversazione atte a superare la mancanza del contatto visivo. Alcuni pazienti possono voler imparare a leggere e scrivere in linguaggio braille.

La terapia del linguaggio, per stabilire i più efficaci mezzi di comunicazione, è utilizzata per trattare pazienti con afasia, disartria e aprassia verbale e coloro che si sono sottoposti a laringectomia.

La riabilitazione cardiovascolare può essere utile per alcuni pazienti che presentano coronaropatia, scompenso cardiaco o un infarto miocardico recente. L’obiettivo della riabilitazione cardiaca è aiutare il paziente a mantenere o a riguadagnare l’indipendenza. I pazienti ad alto rischio devono esercitarsi solo in una palestra di riabilitazione cardiaca ben attrezzata, sotto la supervisione di un fisioterapista o di un infermiere. I programmi tipici iniziano con attività leggere e proseguono con attività moderate ed è spesso utilizzato il monitoraggio ECG.

La riabilitazione dell’ictus tenta di preservare o migliorare il range del movimento, la forza muscolare, la funzione intestinale e vescicale e l’abilità funzionale e cognitiva. Essa viene stabilita in base alla situazione sociale del paziente (che comprende le prospettive di ritornare a casa o al lavoro), alla possibilità di partecipare a un regime riabilitativo supervisionato da infermieri e terapisti, alla possibilità di imparare, alla motivazione e alle abilità da riprodurre. La riabilitazione deve iniziare, non appena il paziente colpito da ictus si è clinicamente stabilizzato, per prevenire le inabilità secondarie (p. es., contratture, piaghe da decubito) e per cercare di evitare la depressione. I pazienti possono iniziare con sicurezza a mettersi in posizione eretta una volta che siano completamente consci e che i loro deficit neurologici non siano più in progressione, solitamente  48 h dopo l’ictus.

Gli esercizi di resistenza per le estremità emiplegiche possono incrementare la spasticità e sono pertanto controversi. Se il terapista osserva una spasticità aumentata, gli esercizi di resistenza devono essere interrotti. Un’anomalia dell’andatura in un paziente emiplegico è provocata dalla debolezza muscolare, dalla spasticità, dall’immagine corporea alterata e da molti altri fattori. I pazienti emiplegici sono altamente suscettibili alle cadute, che spesso esitano nella frattura del bacino; la prognosi funzionale di un paziente emiplegico con frattura del bacino è molto sfavorevole. Un tentativo di normalizzare l’andatura spesso fa aumentare la spasticità e può avere come conseguenza l’affaticamento muscolare. Pertanto, finché un paziente emiplegico è in grado di camminare senza correre rischi, la deambulazione non deve essere agevolata.

Idealmente, quando un paziente emiplegico sale le scale, la ringhiera deve stare dal lato non affetto, in modo tale che il paziente possa afferrarla. Il paziente non deve guardare in su la scalinata; così facendo potrebbe accusare vertigine. Quando il paziente scende, la ringhiera deve stare dal lato affetto, in modo tale che il paziente possa appoggiarsi ad essa, prevenendo una caduta. Quando un paziente emiplegico cade, la caduta avviene quasi sempre dal lato emiplegico. Il principio di base da tenere presente nel salire una scala è che "il lato buono sta su e il cattivo sta giù".

La riabilitazione dopo amputazione di una gamba comprende esercizi per il condizionamento generale, per lo sforzo sul bacino e il ginocchio, per il rafforzamento delle estremità e per la tolleranza della protesi. La riabilitazione deve essere iniziata non appena il paziente sia clinicamente stabilizzato per cercare di prevenire le inabilità secondarie. La contrattura in flessione del bacino o del ginocchio può svilupparsi rapidamente, rendendo difficile l’adattamento e l’uso della protesi (v. Protesi, sopra). Il condizionamento aiuta il processo naturale di retrazione che deve verificarsi prima che una protesi possa essere utilizzata. Tutti i monconi devono essere assottigliati e pertanto un riduttore di moncone elastico o bendaggi elastici vengono applicati e mantenuti per 24 ore.

L’arto fantasma, una sensazione non dolorosa dell’arto amputato possibilmente accompagnata da lieve prurito, è avvertito da > 70% dei nuovi amputati. Questa sensazione può perdurare diversi mesi o anni, ma solitamente scompare senza trattamento. Il dolore dell’arto fantasma si verifica più probabilmente se il paziente presentava una condizione dolorosa prima dell’amputazione o se il dolore non è stato adeguatamente controllato durante e dopo l’intervento. Vari trattamenti, come gli esercizi simultanei dell’arto amputato e di quello controlaterale, il massaggio del moncone, la percussione del moncone con le dita, l’uso di strumenti meccanici (p. es., un vibratore) e gli ultrasuoni, sono sicuramente efficaci. I farmaci (p. es., gli antidepressivi triciclici, la carbamazepina) possono essere utili.

Le cause frequenti di dolore del moncone sono il neurinoma e una formazione a sperone all’estremità amputata dell’osso. Un neurinoma da amputazione è solitamente palpabile. Il trattamento a ultrasuoni giornaliero per 5-10 sessioni può essere molto efficace. Altri trattamenti comprendono l’iniezione di corticosteroidi o di analgesici nel neurinoma o nell’area circostante, la crioterapia e il bendaggio stretto continuo del moncone. La resezione chirurgica spesso dà risultati deludenti. La formazione a sperone può essere diagnosticata dalla palpazione e dalla rx. L’unico trattamento efficace di una formazione a sperone è la resezione chirurgica.

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