21. ARGOMENTI SPECIALI

295. PROCESSO DECISIONALE NELLA PRATICA CLINICA

RAGIONARE CON LE PROBABILITÀ

I medici spesso stilano mentalmente una lista delle possibili cause sottostanti per meglio comprendere i sintomi o i segni di un paziente. Alcune cause sono più o meno probabili di altre; i medici spesso utilizzano termini vaghi come "altamente probabile", "improbabile" e "non si può escludere" per descrivere l’eventuale presenza di una malattia. L’uso di questi termini è però influenzato dal significato soggettivo che ogni singolo medico attribuisce a essi e i pazienti spesso interpretano erroneamente questi termini non ben definiti. Questa terminologia imprecisa può essere resa chiara dall’utilizzo di quantità esplicite chiamate probabilità.

La probabilità che si verifichi una malattia (o un evento) in un paziente di cui non si conoscono le informazioni cliniche è pari alla frequenza con cui la malattia o l’evento si verifica nella popolazione. Le probabilità variano da 0,0 (impossibile) a 1,0 (certa) e sono spesso espresse in proporzione a 100 pazienti (cioè, in percentuali che variano dallo 0 al 100%). Quando sono considerati solo due stati (p. es., malattia e assenza di malattia), le probabilità possono talvolta essere meglio comprese considerando il rapporto tra pazienti affetti e non affetti (cioè, l’odds della malattia nei confronti dell’assenza di malattia). Pertanto, una probabilità di 0,2 (20%) corrisponde a un odds di 0,2/0,8 (20%/80%) o 0,25 (talvolta espresso come 1 su 4). L’odds (W) e le probabilità (p) possono essere calcolate come W = p/ (1-p) o W/(1 + W). Approssimare le probabilità molto piccole allo zero, valore che esclude qualunque possibilità di malattia (come talvolta si fa nel ragionamento clinico implicito), può portare a conclusioni errate quando si fa uso del ragionamento quantitativo.

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