3. MALATTIE GASTROINTESTINALI

35. MALATTIE ANORETTALI

INCONTINENZA FECALE

Perdita del controllo volontario della defecazione.

L'incontinenza fecale può derivare da una lesione o da una malattia del midollo spinale, da anomalie congenite, da lesioni accidentali del retto e dell'ano, da una procidenza, dal diabete, dalla demenza grave, da un fecaloma, da estesi processi infiammatori e da tumori; da lesioni ostetriche e da interventi invalidanti con la sezione o la dilatazione dello sfintere anale.

L'esame obiettivo deve valutare macroscopicamente la funzione sfinterica e la sensibilità perianale ed escludere la presenza di un fecaloma. Possono essere utili anche l'ecografia dello sfintere anale, la RMN pelvica e perineale, l'elettromiografia del pavimento pelvico e la manometria anorettale.

La terapia comprende un programma di rieducazione intestinale che tenti di attuare una prevedibile periodicità della defecazione. Il programma comprende l'assunzione di adeguate quantità di liquidi e di sostanze per aumentare la massa fecale. Stare seduti in bagno o le altre consuetudini che stimolano la defecazione (p. es., il caffè) promuovono la defecazione stessa. Possono essere utili le supposte (p. es., glicerina o bisacodile) o i clisteri di solfato. Se non si sviluppa una regolare periodicità defecatoria, una dieta a basso residuo ne può ridurre la frequenza. La loperamide ha questo effetto, oltre ad aumentare la funzione sfinterica.

Semplici esercizi perianali, in cui il paziente ripetutamente contrae gli sfinteri, i muscoli perianali e i glutei, possono rafforzare e ipertrofizzare queste strutture e possono contribuire alla continenza, particolarmente nei casi lievi. Il biofeedback, usato per addestrare il paziente a usare al massimo gli sfinteri e ad apprezzare meglio gli stimoli fisiologici, deve essere preso in considerazione prima di consigliare l'intervento chirurgico nei pazienti ben motivati che possono capire e seguire le istruzioni e che hanno uno sfintere anale capace di riconoscere la sensazione di distensione del retto. Circa il 70% di questi pazienti risponde al biofeedback.

Una riparazione postanale è variamente efficace quando il meccanismo sfinterico è fondamentalmente intatto e non presenta lesioni (di solito nelle donne _ 60 anni che hanno avuto un inizio spontaneo dell'incontinenza). Anche l'incremento dell'angolazione anteriore del retto può essere di aiuto. Nella sfinteroplastica, lo sfintere è suturato direttamente per ripararne il difetto. Quando lo sfintere residuo è insufficiente per la riparazione diretta, particolarmente nei pazienti < 50 anni, può essere trasposto il muscolo gracile. Sono in corso studi sperimentali, in cui un pacemaker viene applicato al muscolo gracile trasposto. Se questo approccio non è possibile, si possono usare le procedure di cerchiaggio anale con un filo di Thiersch o con un altro materiale. Quando tutti gli altri metodi falliscono, si deve considerare la possibilità di una colostomia.

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