7. MALATTIE DELL'ORECCHIO, DEL NASO E DELLA GOLA

85. ORECCHIO INTERNO

OTOTOSSICITÀ INDOTTA DA FARMACI

Sommario:

Introduzione
Precauzioni


Gli antibiotici aminoglicosidici, i salicilati, il chinino e i suoi sostituti sintetici e i diuretici, quali l'acido etacrinico e la furosemide, possono essere ototossici. Sebbene questi farmaci possano

colpire sia la porzione uditiva che quella vestibolare dell'orecchio interno, essi sono particolarmente tossici per l'organo del Corti (cocleotossici). Quasi tutti i farmaci ototossici vengono eliminati attraverso i reni, per cui l'insufficienza renale predispone al raggiungimento dei livelli tossici. I farmaci ototossici non devono essere prescritti nelle medicazioni topiche dell'orecchio in caso di perforazione della membrana timpanica, poiché gli agenti ototossici possono essere assorbiti nei liquidi dell'orecchio interno, attraverso la membrana timpanica secondaria della finestra rotonda.

La streptomicina colpisce la porzione vestibolare dell'orecchio interno più facilmente della porzione uditiva. Sebbene vertigini e difficoltà a mantenere l'equilibrio tendono a essere temporanee e nel tempo compensate totalmente, può persistere una grave perdita della sensibilità vestibolare, a volte permanente, che può causare difficoltà nel camminare, soprattutto al buio e la sindrome di Dandy (movimento dell'ambiente ad ogni passo). In circa il 4-15% dei pazienti trattati con 1 g/die per > 1 sett., si verifica una notevole perdita dell'udito che generalmente compare dopo un breve periodo di latenza (7-10 gg) e gradualmente peggiora se si continua il trattamento. Può verificarsi sordità completa e permanente (anacusia o cofosi).

La neomicina è l'antibiotico con il maggior effetto cocleotossico. Con forti dosi somministrate PO o mediante irrigazione del colon per la sterilizzazione intestinale, una buona parte del farmaco può essere assorbita e può ledere l'udito, in particolare se sono presenti ulcere GI o altre lesioni della mucosa. La neomicina non deve essere usata per l'irrigazione di ferite o per l'irrigazione intrapleurica o intraperitoneale, poiché grandi quantità di essa possono essere trattenute e assorbite con conseguente sordità. La kanamicina e l'amikacina sono simili alla neomicina per quanto riguarda gli effetti cocleotossici.

La viomicina presenta una tossicità sia cocleare che vestibolare. La vancomicina causa ipoacusia, specialmente in presenza di insufficienza renale. La gentamicina e la tobramicina presentano tossicità vestibolare e cocleare.

L'acido etacrinico EV ha causato una profonda e permanente ipoacusia in pazienti affetti da grave insufficienza renale a cui erano stati contemporaneamente somministrati antibiotici aminoglicosidi. Similmente, la somministrazione EV di furosemide ha causato un'ipoacusia temporanea o permanente in pazienti con insufficienza renale o che avevano ricevuto contemporaneamente antibiotici aminoglicosidi.

A dosi molto elevate, i salicilati provocano ipoacusia e acufeni che sono generalmente reversibili. Il chinino e i suoi sostituiti sintetici possono provocare una perdita uditiva permanente.

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Precauzioni

Gli antibiotici ototossici devono essere evitati in gravidanza. Le persone anziane e i soggetti con ipoacusia preesistente non vanno trattate con farmaci ototossici se sono disponibili altri farmaci efficaci. Se possibile, prima che venga iniziato il trattamento con un farmaco ototossico (in particolare un antibiotico ototossico), deve essere valutato l'udito per documentare un'eventuale ipoacusia preesistente. L'udito va controllato con l'audiometria per tutto il tempo del trattamento. Generalmente sono coinvolte prima le frequenze più alte e possono manifestarsi acufeni acuti o vertigini; sebbene non rappresentino attendibili segnali di preallarme. Se la funzione renale è alterata, le dosi dei farmaci ototossici eliminati per via renale devono essere aggiustate in modo che i livelli ematici non superino quelli terapeuticamente necessari. I livelli sierici del farmaco (tanto quelli di picco che quelli minimi) devono essere controllati per assicurare che adeguati livelli terapeutici vengano raggiunti, ma non superati. Infatti, nonostante vi sia una certa variabilità soggettiva nella sensibilità al farmaco, l'udito viene generalmente conservato se non si supera il livello ematico consigliato.

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