9. MALATTIE DEI DENTI E DEL CAVO ORALE

107. EMERGENZE DENTARIE

COMPLICANZE A SEGUITO DI ESTRAZIONE

Il gonfiore è spesso normale dopo un intervento chirurgico orale ed è piuttosto proporzionale al grado di manipolazione e al trauma. Se non inizia a calmarsi entro il 3° giorno postoperatorio, deve essere sospettata un’infezione e quindi bisogna somministrare un antibiotico (p. es., eritromicina, penicillina V o una cefalosporina, ciascuna a dosi di 250-500 mg PO qid).

Il dolore postoperatorio, generalmente moderato, può essere controllato con paracetamolo o aspirina alla dose di 650-1000 mg più codeina 60 mg PO q 4 h o da altri FANS (p. es., 400 mg di ibuprofene PO q 6 h oppure, se il dolore è più forte, 100 mg di ketoprofene PO q 8 h).

L'alveolite postestrattiva (alveolo secco) è una conseguenza della rimozione di un molare mandibolare, di solito del dente del giudizio. Tipicamente, il dolore inizia dopo il 2° o 3° giorno postoperatorio, è riferito all’orecchio e dura da alcuni giorni a molte settimane. La guarigione è ritardata a causa della lisi del coagulo e della formazione inadeguata del tessuto di granulazione. Il miglior trattamento dell’alveolite consiste nella somministrazione degli analgesici per via topica: una garza da 0,6 cm satura di eugenolo, posta nell’alveolo e sostituita ogni giorno, generalmente riduce la necessità dell’uso di analgesici per via sistemica. L’infezione è rara. Raramente, un’osteomielite viene confusa con un’alveolite, anche se l’osteomielite può essere differenziata in base alla presenza di febbre, dolorabilità e gonfiore locali e spesso di un essudato purulento e di alterazioni evidenziabili tardivamente ai rx. Se si sospetta un’osteomielite, è necessario somministrare un antibiotico, quale una cefalosporina, e inviare il paziente al dentista per una terapia definitiva.

Il sanguinamento postestrattivo generalmente ha origine dai piccoli vasi. Qualsiasi coagulo che esca fuori dall’alveolo viene rimosso con una garza; poi viene posizionata una benda (una garza o una bustina da tè) e viene chiesto al paziente di premere continuamente (stringendo i denti) dal lato interessato per 1 h. Tale procedura può dover essere ripetuta due o tre volte. I pazienti devono essere persuasi a non togliere la benda per controllare la ferita per almeno 1 h, poiché in questo modo possono alterare la formazione del coagulo. Essi devono anche essere avvertiti che alcune gocce di sangue diluite nella saliva della bocca danno l’impressione di una quantità di sangue molto più elevata di quella presente in realtà. Se il sanguinamento continua, la parte può essere anestetizzata con lidocaina al 2% con adrenalina 1:100000, mediante infiltrazione o blocco del nervo a seconda delle necessità, l’alveolo viene pulito, irrigato con soluzione fisiologica e l’area viene suturata sotto lieve tensione. Gli agenti emostatici locali, quali cellulosa ossidata o trombina topica, possono essere applicati nell’alveolo su una spugna di gelatina o un collageno microfibrillare. Se queste misure non sono efficaci, è necessario ricercare una causa sistemica (p. es., diatesi emorragica). Raramente il paziente richiede una trasfusione.

Inizio Pagina

-indietro- -ricerca- -indice sezione- -indice generale- -indice tabelle- -indice figure- -help-

Copyright © 2002 Merck Sharp & Dohme Italia S.p.A. Via G. Fabbroni, 6 - 00191 Roma - Tutti i diritti riservati.

Informativa sulla privacy