9. MALATTIE DEI DENTI E DEL CAVO ORALE

108. DISFUNZIONI TEMPOROMANDIBOLARI

Dolenzia dei mascellari e della faccia, spesso in corrispondenza dell’articolazione temporomandibolare, che comprende i muscoli masticatori e gli altri muscoli, le fascie o una serie di aree.

SPOSTAMENTO INTERNO DEL MENISCO

Una disfunzione nella quale il disco articolare (menisco) è spinto anteriormente dal capo superiore del muscolo pterigoideo esterno (laterale).

Sommario:

Introduzione
Diagnosi
Terapia


Lo spostamento interno del menisco ha due forme: con riduzione (quando il menisco è anteriore al condilo nella posizione di riposo e da tale posizione anomala ritorna alla testa del condilo per almeno parte del ciclo di apertura-chiusura della bocca) e senza riduzione (quando il menisco è sempre anteriore). Lo spostamento con riduzione si verifica in circa 1/3 della popolazione una volta o l’altra. L’unico sintomo può essere un rumore a scatto o a scroscio quando la bocca è aperta. Il dolore può essere presente, in particolare quando si masticano cibi duri. I pazienti sono comunemente in imbarazzo, poiché pensano che le altre persone possano sentire i rumori che la loro articolazione produce quando masticano. Essa produce rumori che il paziente sente come più forti rispetto agli altri, ma talvolta gli altri possono sentirli. Lo spostamento senza riduzione di solito non produce alcun rumore, ma l’apertura massima tra il margine incisale degli incisivi superiori e inferiori è ridotta a 30 mm dai normali 40-45 mm.

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Diagnosi

Lo spostamento con riduzione viene diagnosticato osservando la mandibola quando la bocca è aperta. Quando l’apertura è > 10 mm, vengono auscultati uno scatto o uno schiocco oppure viene palpata la cattura, causata dalla testa del condilo che torna indietro sul menisco. Il condilo rimane nella posizione normale durante la successiva apertura.

Di solito, un altro schiocco viene auscultato durante la chiusura quando il condilo scivola sulla rima posteriore del menisco e il menisco è spinto in avanti.

Lo spostamento senza riduzione viene diagnosticato quando il paziente apre la bocca al massimo: il medico poi esercita una lieve pressione per aprire la bocca ancora di più, ma non riesce nel suo intento.

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Terapia

Lo spostamento con riduzione non richiede alcun trattamento se il paziente riesce ad aprire la bocca normalmente (circa 40 mm o l’ampiezza del dito indice, del medio e dell’anulare) senza fastidio. Se c’è dolore, possono essere somministrati analgesici leggeri, quali i FANS (400 mg di ibuprofen q 6 h). Se l’esordio è avvenuto < 6 mesi, una placca occlusale di riposizionamento anteriore può essere utilizzata per mantenere la mandibola in avanti e sul menisco. La placca occlusale è un apparecchio a forma di ferro di cavallo di resina dura, trasparente (plastico), confezionato in modo da adattarsi bene sui denti di un’arcata; la sua superficie masticatoria viene modellata in modo tale da mantenere la mandibola in avanti quando il paziente chiude sulla placca. In questa posizione, il menisco è sempre sulla testa del condilo. La placca occlusale viene gradualmente adattata per permettere alla mandibola di muoversi lentamente ancora di più posteriormente. Se il capo superiore del muscolo pterigoideo esterno tira tanto da permettere al condilo di ritornare nella sua posizione normale e il menisco rimane su esso, si dice che il menisco viene catturato. Tanto più il menisco viene dislocato anteriormente, tanto più si deforma, perdendo la sua normale forma a ciambella (senza alcuna apertura) e tanto meno probabile sarà riposizionarlo.

Può essere effettuata la plicatura chirurgica del menisco, con un successo variabile.

Lo spostamento senza riduzione può non richiedere alcun trattamento. Le placche occlusali non sono efficaci nella maggior parte dei casi, poiché il menisco articolare si deforma. Spesso, gli analgesici sono sufficienti. La chirurgia per posizionare un impianto alloplastico viene effettuata raramente al giorno d’oggi, a causa dei problemi correlati alla disintegrazione del menisco artificiale. La capsulite (infiammazione dei tessuti che circondano l’articolazione, p. es., tendini, legamenti, tessuto connettivo, sinovia) può verificarsi con ogni tipo di spostamento, spontaneamente o in seguito a un’artrite, a un trauma o a un’infezione. La capsulite è spesso diagnosticata per esclusione, quando gli altri comuni trattamenti falliscono. Se essa si sviluppa, può essere effettuato un lavaggio articolare per via artroscopica e possono essere iniettati nell’articolazione corticosteroidi a lento rilascio per alleviare i sintomi.

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