9. MALATTIE DEI DENTI E DEL CAVO ORALE

108. DISFUNZIONI TEMPOROMANDIBOLARI

Dolenzia dei mascellari e della faccia, spesso in corrispondenza dell’articolazione temporomandibolare, che comprende i muscoli masticatori e gli altri muscoli, le fascie o una serie di aree.

SINDROME DEL DOLORE MIOFASCIALE

Spasmo dei muscoli masticatori (pterigoidei interno ed esterno, temporale e massetere) nonostante una normale ATM.

(V. anche Fibromialgia nel Cap. 59.)

Sommario:

Introduzione
Sintomi e segni
Terapia


Questa sindrome è la malattia più comune che colpisce la regione temporomandibolare, più frequente nelle donne rispetto agli uomini. La distribuzione dell’età è bimodale: i primi 20 anni e la perimenopausa. La causa è di solito il bruxismo notturno (serramento o digrignamento dei denti). È controverso se il bruxismo sia determinato da contatti irregolari dei denti o da stress psicologico. Probabilmente, nella maggior parte dei casi, sono coinvolti entrambi.

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Sintomi e segni

I sintomi includono dolore alla palpazione dei muscoli masticatori e spesso dolore e limitazione nell’apertura della bocca. Il bruxismo notturno può determinare cefalea, più forte al risveglio e che migliora gradualmente durante il giorno. I sintomi e la cefalea possono peggiorare durante il giorno se il bruxismo continua anche durante il giorno. La mandibola devia quando il paziente apre la bocca ma, di solito, non improvvisamente o sempre nello stesso punto di apertura, come si verifica nello spostamento interno del menisco. Con una lieve pressione, l’esaminatore può aprire la bocca ancora per 1-3 mm oltre l’apertura massima normale per il paziente. Le radiografie di solito aiutano solo a escludere l’artrite.

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Terapia

Una placca occlusale in resina o una placca di protezione della bocca possono mantenere i denti non a contatto gli uni con gli altri. Basse dosi di una benzodiazepina prima di coricarsi sono spesso efficaci per le riacutizzazioni e per alleviare i sintomi fino a quando non si riesce ad applicare una placca di protezione per la bocca. Sono indicati analgesici leggeri, p. es., FANS o paracetamolo. Poiché la condizione è cronica, non devono essere utilizzati gli oppioidi, se non per brevi riacutizzazioni. Il paziente deve essere invitato a smettere di serrare la mandibola e di digrignare i denti. Si devono evitare i cibi duri e le gomme da masticare. La terapia fisica (usando spray ed esercizi di allungamento, in cui la mandibola viene mantenuta in apertura sotto tensione dopo aver cosparso la pelle sovrastante l’area dolente con uno spray refrigerante della cute o viene raffreddata con ghiaccio, oppure utilizzando la stimolazione elettrica transcutanea dei nervi), il biofeedback per favorire il rilassamento e la consulenza psicologica aiutano diversi pazienti. La maggior parte dei pazienti, anche se non trattata, non presenta più sintomi significativi entro 2-3 anni.

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