11. EMATOLOGIA E ONCOLOGIA

127. ANEMIE

Condizioni in cui il numero dei GR o il contenuto di Hb diminuiscono a causa di perdita ematica, eritropoiesi insufficiente, emolisi eccessiva o una combinazione di queste modificazioni.

ANEMIE CAUSATE DA EMORRAGIA

ANEMIA ACUTA POSTEMORRAGICA

Anemie provocate da rapida perdita di un’abbondante quantità di sangue.

Sommario:

Eziologia e patogenesi
Sintomi e segni
Esami di laboratorio
Terapia


Eziologia e patogenesi

Poiché la riserva midollare è limitata, un’anemia può conseguire a una qualsiasi emorragia massiva associata alla rottura spontanea o traumatica o anche dall’incisione di un vaso sanguigno di grosso calibro, dall’erosione di un’arteria a causa di lesioni (p. es., ulcera peptica, processo neoplastico) oppure dalla compromissione dei normali processi emostatici. Gli effetti immediati dipendono dalla durata e dall’entità dell’emorragia. La perdita improvvisa di 1/3 del volume ematico può essere fatale. Se ne può perdere fino a 2/3 senza correre tale rischio, se ciò avviene lentamente, in un periodo di 24 h. I sintomi sono causati dalla improvvisa riduzione del volume ematico e dalla successiva emodiluizione, con riduzione della capacità del sangue di trasportare l’O2.

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Sintomi e segni

L’andamento dell’emorragia determina l’entità dei sintomi. Lipotimia, capogiri, sete, sudorazione, polso debole e frequente, respiro frequente (prima profondo, poi superficiale) fanno parte del quadro. Un evento comune è l’ipotensione ortostatica. La PA all’inizio può aumentare lievemente, a causa di una vasocostrizione arteriolare riflessa, ma poi gradatamente si abbassa. Se l’emorragia continua la PA scende a livelli critici e può sopraggiungere la morte (v. anche Cap. 204).

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Esami di laboratorio

Durante e subito dopo l’emorragia, la conta dei GR, dell’Hb e dell’Htc è falsamente alta a causa della vasocostrizione. Entro alcune ore i liquidi tissutali entrano in circolo, determinando un’emodiluizione e una caduta dei GR e dell’Hb proporzionale alla gravità dell’emorragia. L’anemia che ne deriva è normocitica. Entro le prime ore è possibile cogliere anche una granulocitosi e una piastrinosi. Diversi giorni dopo l’evento emorragico, si rendono evidenti i segni della rigenerazione (cioè reticolocitosi): lo striscio di sangue può mostrare policromatofilia e lieve macrocitosi; se l’emorragia è stata acuta e imponente possono comparire rari eritroblasti e GB immaturi.

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Terapia

Il trattamento immediato comprende l’emostasi, il ripristino della volemia e la terapia dello shock. La trasfusione di sangue, unico mezzo valido per reintegrare rapidamente la volemia, è indicata nelle emorragie gravi con incombente collasso cardiovascolare. Il plasma è il più soddisfacente sostituto temporaneo del sangue. Alcuni tentativi recenti con agenti chimici (soprattutto composti perfluorati) capaci di trasportare O2 hanno avuto solo un limitato successo. Le infusioni di soluzione fisiologica o di glucoso forniscono solo un beneficio transitorio. Sono indicati il riposo assoluto, i liquidi PO, se ben tollerati, e altre misure standard usate nel trattamento dello shock. Nel periodo successivo è utile somministrare Fe per rimpiazzare quello perso con l’emorragia.

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