11. EMATOLOGIA E ONCOLOGIA

130. MALATTIE MIELOPROLIFERATIVE

Gruppo di malattie caratterizzate da anomala proliferazione di una o più linee cellulari emopoietiche o di elementi del tessuto connettivale.

TROMBOCITEMIA PRIMITIVA

(Trombocitemia essenziale)

Malattia caratterizzata da un aumento delle piastrine, da iperplasia megacariocitica e da diatesi emorragica o trombotica.

Sommario:

Eziologia e fisiopatologia
Sintomi e segni
Diagnosi
Terapia


Eziologia e fisiopatologia

La trombocitemia primitiva è un’anomalia clonale di una cellula staminale emopoietica multipotente. Si manifesta di solito tra i 50 e i 70 anni e colpisce in ugual misura sia gli uomini che le donne. Il notevole aumento della conta delle piastrine risulta da un aumento della loro produzione. La sopravvivenza delle piastrine è generalmente normale, ma può anche risultare ridotta a causa del sequestro splenico. Nei pazienti più anziani, l’aumento del numero delle piastrine associato a una patologia vascolare degenerativa può portare a gravi emorragie o trombosi.

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Sintomi e segni

I sintomi più frequenti sono rappresentati da astenia, emorragie, cefalea aspecifica, parestesie delle mani e dei piedi e vertigini. Le emorragie sono generalmente di lieve entità e si manifestano come epistassi, facilità a sviluppare lividi o sanguinamenti GI. Nel 60% dei pazienti si manifesta ischemia alle dita e splenomegalia (che generalmente non deborda > 3 cm dal margine costale sinistro). Si può anche manifestare epatomegalia.

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Diagnosi

La trombocitemia primitiva deve essere differenziata da altri disordini mieloproliferativi associati a piastrinosi. Per una diagnosi di trombocitemia primitiva depongono una normale massa eritrocitaria (aumentata nella policitemia vera), assenza del cromosoma Philadelphia (presente nella leucemia mielogena cronica) e l’assenza di GR a forma di goccia o di una fibrosi midollare significativa (rilevati nella mielofibrosi idiopatica). La conta piastrinica può essere > 1× 106/ml, sebbene possono manifestarsi conte pari anche a 500000/ml.

Nello striscio periferico si possono osservare aggregati piastrinici, piastrine giganti e frammenti di megacariociti. Il midollo osseo mostra un’iperplasia megacariocitica, con rilascio di un aumentato numero di piastrine. Di solito è presente anche siderosi midollare.

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Terapia

Le indicazioni per la terapia della trombocitemia primitiva non sono chiare, sebbene nei pazienti con conta piastrinica > 1 × 106/ml e in quelli con complicanze emorragiche o complicanze trombotiche si è per lo più concordi nel ritenere che ci sia l’indicazione per una terapia adeguata.

La terapia mielosoppressiva è rappresentata dalla idrossiurea alla dose di 10-15 mg/kg/die. È indispensabile un controllo settimanale dell’EECC. Le dosi possono essere aggiustate come nella terapia della policitemia vera (v. sopra). Anche il fosforo radioattivo (32P) ha avuto successo nel trattamento della trombocitemia primitiva (2,7 mCi/m2 EV; dose totale  7 mCi). Lo scopo del trattamento è quello di ottenere una conta piastrinica < 600000/ml senza manifestazioni cliniche significative di tossicità o di soppressione degli altri elementi midollari.

Nei pazienti con trombocitemia refrattaria che necessitano della terapia, può essere tentato l’utilizzo dell’anagrelide, un composto del gruppo degli imidazochinazolinici. I pazienti devono iniziare con 0,5 mg PO q 6 h per una dose totale quotidiana di 2 mg. Se non c’è una diminuizione (modificazione < 15% del numero delle piastrine) dopo 7 giorni di terapia e se il farmaco è ben tollerato, la dose può essere aumentata di 1 mg q 6 ore per una dose totale giornaliera di 4 mg. Se dopo 7-14 gg il numero delle piastrine rimane > 600000/ml e se il farmaco è ben tollerato, l’anagrelide può essere gradualmente aumentata ogni settimana (1-2 mg/die) o a settimane alterne fino a raggiungere un valore delle piastrine < 600000/ml o fino a raggiungere un massimo di 12 mg come dose quotidiana. È straordinariamente raro avere necessità di dosi > 8 mg/die. L’esame delle piastrine deve essere effettuato almeno 2 volte/sett. quando il paziente ha appena iniziato la terapia per stabilire la dose opportuna di anagrelide. Gli effetti collaterali possono comprendere una ridotta PA, un’ipotensione ortostatica, insufficienza renale e malessere gastrici. Il rischio degli effetti secondari di lungo tempo è sconosciuto.

Per un’immediata riduzione della conta piastrinica la piastrinaferesi è stata utilizzata (p. es., per emorragie gravi o trombosi, prima di interventi chirurgici d’urgenza) a causa dell’attesa di un periodo relativamente lungo di tempo necessario per gli effetti dell’idrossiurea o del 32P (2-6 settimane). Aspirina a basso dosaggio (cioè, 80 mg/die PO) è spesso somministrata come farmaco antipiastrinico nel tentativo di prevenire la trombosi; non è stato dimostrato essere vantaggiosa rispetto ai risultati ottenuti dalla sola riduzione della conta piastrinica. È stato anche utilizzato interferon-a che può controllare la conta piastrinica con trattamento continuativo.

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