13. MALATTIE INFETTIVE

157. MALATTIE BATTERICHE

INFEZIONI DA CLOSTRIDII

INFEZIONI UTERINE DA CLOSTRIDI

Le infezioni da clostridi possono causare ascessi suppurativi tubo-ovarici e uterini senza un’evidente tossicità. Le infezioni uterine gravi possono rappresentare una complicanza dell’aborto settico; di rado fanno seguito a interventi chirurgici pelvici relativamente poco complessi o al parto. La paziente è tipicamente febbricitante e in stato tossico, le lochiazioni sono maleodoranti e l’utero è dolorante. A volte c’è fuoriuscita di gas dalla cervice uterina. Può manifestarsi anche anemia emolitica a seguito della setticemia da clostridii e dell’effetto dell’esotossina lecitinasi sulla membrana dei GR. Con un’emolisi grave e un concomitante stato tossico può manifestarsi insufficienza renale acuta. Il grado di mortalità è dunque elevato ed è di circa il 50%.

Una diagnosi precoce richiede un’elevata capacità di intuito. Si raccomandano colorazioni Gram e colture precoci e ripetute del materiale delle lochiazioni e del sangue, sebbene il C. perfringens possa talvolta essere isolato anche da lochiazioni e secrezioni vaginali normali. Gli esami radiologici possono dimostrare la produzione locale di gas.

La terapia consiste nella pulizia mediante curettage e nella somministrazione di penicillina G 20 milioni U/die per almeno 1 sett. Se il raschiamento non è sufficiente a rimuovere il materiale infetto, può rendersi necessaria l’isterectomia per salvare la vita della paziente. Se si manifesta necrosi tubulare acuta, è necessaria la dialisi renale. L’utilità dell’O2 iperbarico non è stata ben stabilita (v. oltre).

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