15. DISTURBI PSICHIATRICI

192. DISTURBI PSICOSESSUALI

DISTURBI DELL’IDENTITA' DI GENERE

Disturbi caratterizzati da una forte e persistente identificazione trans-genere, e da fastidio continuo per il proprio sesso anatomico (assegnato), oppure da un senso di inadeguatezza nel ruolo di genere corrispondente a tale sesso.

Sommario:

Introduzione
Diagnosi


L’identità fondamentale di genere è il senso soggettivo di consapevolezza del genere di appartenenza, cioè la consapevolezza che "io sono un maschio" oppure "io sono una femmina". L’identità di genere è il senso interiore di mascolinità o femminilità. Il ruolo di genere è l’espressione pubblica oggettiva dell’essere maschio, femmina o androgino (un misto). È tutto ciò che una persona dice e fa per indicare agli altri o a se stesso in che misura è maschio o femmina. Per la maggior parte delle persone l’identità e il ruolo di genere sono corrispondenti. I soggetti con disturbi dell’identità di genere, tuttavia, percepiscono una grave incongruenza tra il proprio sesso anatomico e l’identità di genere.

Sebbene fattori biologici come gli attributi di genere e l’ambiente ormonale prenatale determinino largamente l’identità di genere, la formazione di un’identità di genere sicura e non conflittuale e del ruolo di genere è influenzata da fattori sociali, come il carattere del legame emotivo con i genitori e il rapporto di ognuno di essi con il bambino.

Quando vi è confusione sull’attribuzione del sesso e sulla conseguente educazione, i bambini possono sviluppare un’incertezza circa la propria identità o il proprio ruolo sessuale. Tuttavia, quando l’attribuzione del sesso e la conseguente educazione sono chiare, di solito neanche la presenza di genitali ambigui influenza l’identità di genere di un bambino. I transessuali solitamente hanno avuto disturbi dell’identità di genere nella prima infanzia (v. oltre). Tuttavia, i bambini con dei conflitti riguardanti l’identità di genere per lo più non diventano degli adulti con un disturbo dell’identità di genere.

I disturbi dell’identità di genere nell’infanzia si manifestano di solito a partire dai 2 anni di età. Un bambino con questo disturbo preferisce i vestiti dell’altro sesso, insiste sul fatto di appartenere all’altro sesso, desidera con insistenza partecipare ai giochi e alle attività tipici dell’altro sesso e ha sentimenti negativi verso i propri genitali. Per esempio, una bambina può affermare con insistenza che le crescerà un pene e diverrà un bambino; può stare in piedi per urinare. Un bambino può sedersi per urinare e desiderare di sbarazzarsi del suo pene e dei suoi testicoli. La maggior parte dei bambini con questi disturbi non viene valutata fino all’età di 6-9 anni.

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Diagnosi

La diagnosi richiede la presenza di una identificazione trans-genere (il desiderio o l’idea ostinata di appartenere dell’altro sesso) e un senso di disagio circa il proprio sesso o di inadeguatezza nel proprio ruolo di genere. L’identificazione trans-genere non deve essere semplicemente il desiderio di ottenere i chiari vantaggi culturali dell’appartenenza all’altro sesso. Per esempio, un maschietto che dice di voler essere una femminuccia, così da poter ricevere lo stesso trattamento speciale riservato alle sue sorelline, probabilmente non ha un disturbo dell’identità di genere. La diagnosi richiede anche la presenza di una sofferenza significativa o di una compromissione evidente nell’area di funzionamento sociale, professionale o in altre aree importanti. Il disturbo dell’identità di genere non viene diagnosticato se il soggetto si traveste o compie altre attività trans-genere senza una concomitante sofferenza psicologica o una compromissione del funzionamento, oppure se il soggetto ha una condizione fisica intersessuale (p. es., iperplasia surrenalica congenita, genitali ambigui, sindrome da insensibilità agli androgeni).

I comportamenti legati al ruolo di genere rientrano in un continuum di mascolinità e femminilità tradizionali. Le culture occidentali tollerano maggiormente i comportamenti da maschietto nelle bambine (generalmente non associati a un disturbo dell’identità di genere) rispetto ai comportamenti femminili o effeminati nei maschietti. Molti maschietti giocano interpretando il ruolo di bambine o madri, anche provandosi i vestiti delle sorelle o della madre. Di solito questo comportamento fa parte dello sviluppo normale. Solo in casi estremi questo comportamento persiste, insieme al desiderio manifesto di appartenere all’altro sesso. In tali casi, va considerata la diagnosi di disturbo dell’identità di genere nell’infanzia.

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