15. DISTURBI PSICHIATRICI

192. DISTURBI PSICOSESSUALI

PARAFILIE

Disturbi caratterizzati da fantasie, impulsi o comportamenti sessualmente eccitanti, durevoli e intensi, che coinvolgono oggetti inanimati oppure che comportano la sofferenza o l’umiliazione reale o immaginaria di se stessi, del partner o di partner non consenzienti, e che sono associati a sofferenze o disabilità clinicamente significative.

Sommario:

Introduzione
Terapia


Questi schemi di eccitazione sono considerati devianti perché sono spesso indispensabili al funzionamento sessuale (cioè, l’erezione o l’orgasmo non si verificano senza lo stimolo), possono coinvolgere partner inadatti (p. es., bambini) e causano significativa sofferenza o compromissione nell’area di funzionamento sociale, professionale, o in altre aree importanti. Nei soggetti con parafilie (quelli il cui istinto sessuale si esplica quasi interamente nell’infliggere o nel sottomettersi alla flagellazione o a pratiche simili, è diretto verso capi di vestiario oppure si esprime prevalentemente attraverso l’esibizionismo o il voyeurismo) la capacità di un’intimità emotiva e sessuale affettuosa e reciproca con un partner è generalmente compromessa o inesistente, e sono compromessi anche altri aspetti dell’adattamento personale ed emozionale.

Nella maggior parte delle culture, le parafilie sono molto più comuni nel sesso maschile che in quello femminile. Possono esistere motivi biologici per tale diversità di distribuzione, sebbene allo stato attuale siano mal definiti. Dal punto di vista evolutivo, gli uomini devono trasferire le proprie identificazioni infantili dalle madri ai padri durante il periodo prescolare o edipico, dai 3 anni circa ai 6, mentre le donne non devono trasferire la propria identificazione. La necessità di abbandonare tale identificazione in un periodo critico dello sviluppo psicosessuale rende il sesso maschile più vulnerabile, il che produce probabilmente l’incidenza molto più elevata delle parafilie nei maschi.

Molte delle parafilie sono rare. Le più comuni sono la pedofilia, il voyeurismo e l’esibizionismo. I criminali sessuali possono avere parafilie multiple.

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Terapia

Di solito è necessaria una psicoterapia a lungo termine individuale o di gruppo, che può essere particolarmente utile quando è parte di un trattamento integrato che comprenda la riabilitazione sociale, il trattamento dei disturbi psichiatrici e fisici comorbosi (p. es., disturbi convulsivi, disturbo da deficit dell’attenzione, depressione) e i trattamenti ormonali. Si ritiene che il trattamento sia meno efficace quando viene imposto dal tribunale, sebbene molti criminali sessuali andati a giudizio abbiano tratto beneficio dai trattamenti, come la psicoterapia di gruppo e i farmaci antiandrogeni. Negli USA, il medrossiprogesterone acetato IM è il trattamento di scelta; in Europa viene usato il ciproterone acetato. Di solito, a un maschio con una parafilia da moderata a grave viene somministrato medrossiprogesterone 200 mg IM 2-3 volte a sett. per 2 sett., seguito da 200 mg 1-2 volte/sett. per 4 sett., quindi 200 mg q 2-4 sett. Il testosterone va monitorato e mantenuto nell’ambito dei livelli femminili normali. Il trattamento di solito è a lungo termine, poiché le modalità devianti di eccitazione sessuale di solito recidivano non appena i livelli di testosterone tornano normali. In aggiunta agli antiandrogeni, possono giovare gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (p. es., alte dosi di fluoxetina, da 60 a 80 mg/die, o di fluvoxamina, da 200 a 300 mg/die). I farmaci sono più efficaci quando vengono usati come parte di un trattamento integrato.

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