16. MALATTIE DELL’APPARATO CARDIOVASCOLARE

198. TECNICHE DIAGNOSTICHE CARDIOVASCOLARI

TECNICHE DIAGNOSTICHE NON INVASIVE

TOMOGRAFIA A EMISSIONE DI POSITRONI

La tomografia a emissione di positroni (Positron Emission Tomography, PET) utilizza nuclei che decadono emettendo un positrone (b +), che equivale a un elettrone, ma con carica positiva. I positroni interagiscono rapidamente con gli elettroni circostanti e ciò provoca la loro trasformazione in due fotoni-g le cui traiettorie divergono di 180°. Un sistema di rilevamento ad anello che circonda la fonte di positroni rileva contemporaneamente i due fotoni e riesce così a localizzare la fonte. Questi sistemi sono molto più sensibili delle camere utilizzate convenzionalmente in medicina nucleare, hanno una maggiore risoluzione spaziale e possono fornire dati quantitativi piuttosto che qualitativi circa la distribuzione del radiofarmaco nell’organismo. I radionuclidi comunemente utilizzati comprendono gli isotopi del carbonio (11C), l’ossigeno (15O) e l’azoto (13N), che possono marcare la maggior parte delle sostanze organiche. Questi vantaggi sono controbilanciati dall’elevato costo del sistema di rilevazione e dall’emivita molto breve ( 20 min) di questi radionuclidi, che rende necessario un ciclotrone (molto costoso) in sede.

Gli agenti positronici utilizzati in cardiologia sono classificati come agenti di perfusione o metabolici. Gli agenti di perfusione miocardica comprendono 11C anidride carbonica, 15O acqua e 13N ammoniaca. Un altro agente di perfusione, il rubidio 82 (82Rb), è prodotto mediante un sistema commerciale e non richiede un ciclotrone in sede.

Gli agenti metabolici miocardici forniscono un’informazione sostanzialmente diversa rispetto agli agenti convenzionali a fotone singolo (p. es., 201Tl). Il deossiglucoso marcato con fluoro 18 (FDG), l’agente metabolico più diffusamente utilizzato, può rilevare l’aumento del metabolismo glucidico durante ischemia. Se associato a studi di perfusione, l’imaging con FDG può individuare il miocardio ischemico ma ancora vitale e suscettibile di recupero dopo rivascolarizzazione con maggiore sensibilità rispetto a studi da sforzo o da redistribuzione con 201Tl. È risultato utile nel selezionare i pazienti che traggono beneficio da interventi di rivascolarizzazione (p. es., angioplastica, bypass aorto-coronarico) e nell’evitare tali procedure quando è presente solo tessuto cicatriziale; ciò può giustificare il maggior costo degli studi eseguiti con FDG rispetto alla SPECT convenzionale. Il 18F ha un’emivita sufficientemente lunga (110 min); per questo motivo, è spesso possibile produrre il FDG fuori sede e trasportarlo successivamente. Il recente sviluppo di metodiche che consentono l’imaging con FDG mediante camere per SPECT convenzionali possono rendere ampiamente disponibile questa eccellente tecnica.

Un altro tracciante metabolico utilizzato per la PET è il 11C acetato, il cui uptake sembra riflettere il metabolismo miocardico totale di O2, qualunque sia il substrato utilizzato. L’uptake di questo tracciante non dipende da fattori potenzialmente variabili come i livelli ematici di glucoso, che possono invece influire sulla distribuzione del FDG. L’imaging con 11C acetato ha un maggiore potere predittivo positivo circa il recupero della funzione contrattile miocardica post-rivascolarizzazione rispetto alle metodiche che utilizzano il FDG. Tuttavia, la breve emivita (20 minuti) del 11C rende necessario un ciclotrone in sede per produrre tale radionuclide.

Il 11C palmitato è stato inizialmente utilizzato nella PET per studiare il metabolismo miocardico degli acidi grassi. La clearance dell’attività radioattiva dal miocardio è correlata al tasso di ossidazione degli acidi grassi, cosicché le aree ischemiche vengono visualizzate come punti "caldi", cioè di accumulo del radiofarmaco. Tuttavia, alterazioni nella cinetica del tracciante dovute ad altre variabili difficili da controllare nella pratica clinica rendono difficile l’interpretazione dell’immagine. Il 11C palmitato è stato soppiantato dal FDG e dal 11C acetato.

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