11. EMATOLOGIA E ONCOLOGIA

129. MEDICINA TRASFUSIONALE

EMAFERESI TERAPEUTICA

Sommario:

PLASMAFERESI
CITAFERESI
COMPLICANZE


PLASMAFERESI

Rimozione di un componente plasmatico dal sangue.

La plasmaferesi terapeutica è eseguita utilizzando un separatore cellulare per estrarre il plasma del paziente, mentre i GR sono restituiti in un fluido che sostituisce il plasma (p. es., albumina al 5%). Componenti plasmatici indesiderati sono rimossi in questo processo e la quota rimanente del plasma viene infusa nuovamente nel paziente. Così, la plasmaferesi terapeutica assomiglia alla dialisi, eccetto per il fatto che rimuove sostanze tossiche legate alle proteine, il che invece non avviene con la dialisi. Il cambio di un volume rimuove circa il 66% di tali componenti.

Per essere di beneficio, la plasmaferesi deve essere usata nelle condizioni morbose nelle quali il plasma contiene una sostanza patogenetica nota; la plasmaferesi dovrebbe rimuovere questa sostanza più rapidamente del tempo impiegato dall’organismo per produrla. La plasmaferesi può essere usata come coadiuvante nella terapia immunosoppressiva o citotossica nel trattamento iniziale di processi autoimmuni rapidamente progressivi. Rimuovendo rapidamente i componenti plasmatici indesiderati (p. es., crioglobuline, anticorpi anti membrana basale glomerulare), la plasmaferesi dà tempo ai farmaci di manifestare i loro effetti. La plasmaferesi terapeutica spesso è ripetuta; il volume da scambiare, la frequenza, il tipo del liquido di sostituzione e altre variabili, sono decisi in collaborazione con i medici del cantro trasfusionale. Le indicazioni correnti per la plasmaferesi sono elencate nella Tab. 129-3.

Un nuovo metodo di filtrazione plasmatico per la rimozione del complesso colesterolo-lipoproteine a bassa densità, tramite plasmaferes,i è stato di recente approvato negli USA. Le complicanze sono simili a quelle della citaferesi terapeutica.

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CITAFERESI

Rimozione di una componente cellulare.

La citaferesi terapeutica è spesso usata per eliminare i GR malati e sostituirli con quelli sani, nei pazienti con anemia falciforme durante la gravidanza, in caso di interventi chirurgici o che soffrono di frequenti e gravi crisi falciformi (v. Tab. 129-3). La citaferesi fa raggiungere livelli di HbS < 30% senza il rischio di un’aumentata viscosità dovuta a un aumentato Htc. La citaferesi terapeutica può anche essere usata per ridurre la trombocitosi grave o la leucocitosi (citoriduzione) nella leucemia acuta e cronica, quando c’è il rischio di emorragia, trombosi o leucostasi polmonare o cerebrale. La citaferesi è efficace nella trombocitosi, poiché le piastrine non vengono ripristinate così velocemente come i GB. Uno o due trattamenti aferetici possono ridurre il numero delle piastrine a un livello di sicurezza. La leucoferesi terapeutica può rimuovere con alcune procedure chilogrammi di sovranatante ("buffy coat") e spesso riduce la leucostasi e la splenomegalia. Tuttavia, la riduzione della conta dei GB in sé stessa può essere relativamente irrilevante e solo temporanea.

Altri usi dei separatori cellulari includono la raccolta di cellule staminali periferiche per trapianto di midollo autologo o ricostituzione di midollo osseo allogenico (alternativa al trapianto di midollo osseo) e raccolta di linfociti per utilizzo nella terapia del cancro con immunomodulazione (immunoterapia adottiva).

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COMPLICANZE

Le complicanze della plasmaferesi e della citaferesi sono molto simili. Può crearsi una falsa impressione di sicurezza perché l’emaferesi è ben tollerata dai donatori sani; sebbene relativamente sicure, queste procedure presentano molti rischi di lieve entità e alcuni più seri: (1) la procedura non può essere effettuata senza un eccellente accesso vascolare, di solito doppio (entrata e uscita), che richiede il posizionamento di un catetere EV, di uno shunt o di una fistola artificiale. (2) Il citrato usato come anticoagulante può causare manifestazioni di diminuzione del calcio sierico ionizzato. (3) La sostituzione del plasma con una soluzione non colloidale (p. es., soluzione fisiologica) produce inevitabilmente dei cambiamenti nell’equilibrio idrico. (4) La reinfusione di soluzioni colloidali, che sono preferite al PFC a motivo della minore incidenza di reazioni e di malattie trasmesse tramite trasfusione, possono ridurre le Ig e i fattori della coagulazione. La maggior parte delle complicanze può essere trattata con stretta osservazione del paziente e delle procedure, ma si sono verificate ugualmente alcune gravi reazioni, così come alcuni decessi.

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