12. IMMUNOLOGIA; MALATTIE ALLERGICHE

148. DISORDINI DA IPERSENSIBILITÀ

DISORDINI CON REAZIONI DI IPERSENSIBILITA' DI TIPO I

MALATTIE ATOPICHE

Congiuntivite allergica

Infiammazione di natura allergica della congiuntiva.

Sommario:

Introduzione
Sintomi, segni e diagnosi
Terapia

La congiuntivite allergica in forma catarrale acuta o cronica fa abitualmente parte di una sindrome allergica più ampia (p. es. la febbre da fieno), ma può presentarsi da sola per contatto diretto con sostanze veicolate dall’aria (p. es. pollini, spore fungine, polveri o forfore di animali). (V. anche Cheratocongiuntivite primaverile nel Cap. 95.)

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Sintomi, segni e diagnosi

Un prurito notevole può accompagnarsi a lacrimazione eccessiva. La congiuntiva appare edematosa e iperemica. La causa viene spesso suggerita dall’anamnesi e può essere confermata con i test cutanei.

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Terapia

Deve essere evitato il contatto con un allergene causale identificato o sospetto. L’uso frequente di un collirio ad azione blanda (p. es. soluzione salina tamponata allo 0,65%) può ridurre l’irritazione. Bisogna evitare di portare lenti a contatto. Gli antiistaminici orali sono solitamente utili. Sono disponibili antiistaminici per uso topico (antazolina 0,5% o feniramina 0,3%), ma soltanto in associazione con i vasocostrittori nafazolina 0,025-0,05% o fenilefrina 0,125% in soluzioni oftalmiche. L’uso prolungato di vasocostrittori può provocare nell’occhio gli stessi fenomeni di rimbalzo che si osservano nel naso. L’antiistaminico topico o il conservante presenti nella preparazione possono dare sensibilizzazione e la maggior parte dei pazienti risponde ugualmente bene, o anche meglio, a un antiistaminico orale aggiunto a un vasocostrittore locale da solo, piuttosto che alla loro associazione per uso topico (v. anche Congiuntivite allergica stagionale nel Cap. 95). Il cromoglicato (soluzione oftalmica al 4%) può risultare utile, in modo particolare per prevenire l’insorgenza dei sintomi quando è prevedibile l’esposizione all’allergene (v. Rinite allergica, sopra). Nei casi gravi, come ultima risorsa e dietro parere di un oculista, si può ricorrere a una sospensione oftalmica corticosteroidea (p. es. medrisone 1% o fluorometolone 0,1%, applicati qid). La pressione intraoculare va controllata prima di cominciare tale trattamento e a intervalli regolari durante il periodo di somministrazione; la terapia steroidea va interrotta il prima possibile.

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