14. MALATTIE DEL SISTEMA NERVOSO

182. MALATTIE DEL MIDOLLO SPINALE

MALATTIE VASCOLARI

Sommario:

Introduzione
INFARTO
MALFORMAZIONI ARTERO-VENOSE

L’apporto ematico al midollo ha origine, cranialmente, dalle arterie vertebrali e nel tratto cervicale basso e toracico, da rami diretti dell’aorta, spesso con un ramo toracico basso particolarmente importante e ampio. I rami dell’arteria spinale anteriore vascolarizzano i 2/3 del midollo, i rami dell’arteria spinale posteriore il 1/3 posteriore.

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INFARTO

Poiché la maggior parte della vascolarizzazione spinale è legata soltanto a due o tre rami arteriosi maggiori, i segmenti del midollo che si trovano nel "territorio di frontiera" tra questi letti vascolari, nella zona compresa tra il 2o e il 4o segmento toracico, sono potenzialmente particolarmente vulnerabili agli insulti ischemici. La trombosi vascolare è rara e una compressione vascolare (p. es., da tumori, da compressioni acute del disco) o un’occlusione dovuta a cause diverse (p. es., chirurgia dell’aorta, aneurisma dissecante) sono più spesso motivo di infarto piuttosto che delle malattie intrinseche delle arterie midollari. La poliarterite nodosa causa di rado occlusione delle arterie spinali.

Un dolore improvviso alla schiena e distribuito in modo segmentale è seguito da una deficit di forza flaccida bilaterale e un’ipoestesia termica e dolorifica localizzate al di sotto del livello della lesione. Di solito è coinvolto il territorio di distribuzione dell’arteria spinale anteriore per cui le sensibilità tattile, propiocettiva e di vibrazione sono risparmiate dal momento che i loro impulsi viaggiano nelle colonne posteriori del midollo. Come in tutti gli infarti, il deficit è più evidente nei primi giorni e può andare incontro a parziale risoluzione col tempo.

La mielite trasversa acuta autoimmune, la compressione midollare da tumore o da altro processo espansivo e la malattia demielinizzante danno reperti simili e devono essere esclusi mediante RMN o mielografia (se la RMN non è disponibile) nonché mediante esame del liquor. Il trattamento è sintomatico: particolare attenzione dovrà essere rivolta a evitare lesioni cutanee (v. Cap. 122), respiratorie e ad assicurare una terapia fisica e occupazionale. Se sono compromesse le funzioni vescicali sarà preferibile usare una cateterizzazione intermittente, con scrupolosa osservazione delle regole dell’antisepsi, piuttosto che un catetere a permanenza (v. anche Vescica Neurogena nel Cap. 216).

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MALFORMAZIONI ARTERO-VENOSE

Le malformazioni artero-venose del midollo sono costituite prevalentemente da grossi e tortuosi rami venosi; la sede più comune è la parte posteriore del midollo toracico. Talvolta un angioma cutaneo corrisponde a un angioma spinale sottostante. Le malformazioni possono essere piccole e limitate o interessare sino a metà del midollo; talvolta si comportano come una lesione espansiva comprimendo o sostituendo il tessuto midollare normale, oppure si possono rompere generando emorragie focali o generalizzate.

L’emorragia può causare un dolore improvviso e una perdita delle funzioni neurologiche al di sotto del livello della lesione; un sanguinamento nello spazio subaracnoideo può causare rigidità nucale e febbre. Le malformazioni che comprimono o infiltrano il midollo causano mielopatie subacute o segni di malattie intrinseche midollari con danno sensitivo dissociato e diminuzione della forza a livello segmentale.

La diagnosi viene confermata dalla RMN, dall’angio-RMN o dall’arteriografia selettiva. In quest’ultima, il contrasto viene iniettato nei rami toracici dell’aorta, fino a che si visualizza il ramo che porta sangue alla malformazione.

Se le funzioni midollari sono minacciate può essere indicata una terapia microchirurgica che richiede però notevole esperienza. In alcuni centri si occludono le arterie che vascolarizzano la malformazione per mezzo di un’embolizzazione praticata con il cateterismo.

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