9. MALATTIE DEI DENTI E DEL CAVO ORALE

108. DISFUNZIONI TEMPOROMANDIBOLARI

Dolenzia dei mascellari e della faccia, spesso in corrispondenza dell’articolazione temporomandibolare, che comprende i muscoli masticatori e gli altri muscoli, le fascie o una serie di aree.

ARTRITE

Molti tipi di artrite possono interessare l’ATM.

Artrite infettiva: l’infezione dell’ATM può derivare dalla diffusione diretta di un’infezione adiacente o dalla localizzazione di microrganismi di provenienza ematica (v. Artriti infettive nel Cap. 54). L’area è infiammata e i movimenti della mandibola limitati. I segni locali di infezione, dovuti alla presenza di una malattia sistemica o a un focolaio infettivo adiacente, sono indicativi per la diagnosi. Una radiografia risulta negativa negli stadi più precoci, ma può rivelare segni di distruzione ossea in seguito. Nell’artrite suppurativa, l’aspirato endoarticolare può confermare la diagnosi e consentire anche l’isolamento dell’agente eziologico.

La terapia comprende antibiotici, idratazione adeguata, controllo del dolore e limitazione del movimento. La penicillina G è il farmaco di scelta fino a quando non potrà essere fatta una diagnosi batteriologica specifica sulla base di colture e test di sensibilità. Le infezioni suppurate devono essere incise o aspirate. Una volta messa sotto controllo l’infezione, gli esercizi di apertura della mandibola aiutano a prevenire la cicatrizzazione e la limitazione funzionale.

Artrite traumatica: raramente, un danno acuto (p. es., dovuto a una pressione molto violenta durante l’avulsione di un dente o l’intubazione endotracheale) può determinare artrite dell’ATM. Si manifesta con dolore, spontaneo o provocato dalla palpazione e con limitazione dei movimenti. Le radiografie sono negative, a eccezione dei casi occasionali in cui mostrano un aumentato spazio articolare causato da edema o da emorragia intra-articolari. La terapia comprende la somministrazione di FANS, l’applicazione di calore, una dieta con cibi morbidi e la limitazione dei movimenti della mandibola.

Artrosi: l’ATM può essere colpita di solito in persone > 50 anni (v. anche Cap. 52). Talvolta i pazienti lamentano rigidità, crepitii e dolori lievi. Il crepitio deriva da un’apertura che si crea nel menisco, che determina stridore osseo che può essere auscultato e palpato. L’interessamento articolare è di solito bilaterale, con segni radiologici di appiattimento del condilo e formazione di labbri esofitici. La terapia è sintomatica.

Artrite reumatoide: l’ATM è colpita in > 50% degli adulti e dei bambini affetti da AR, ma è di solito tra le ultime articolazioni a essere interessata (v. anche Artrite reumatoide nel Cap. 50). I segni più frequenti sono dolore, gonfiore e limitazione dei movimenti. Nei bambini, la distruzione del condilo articolare produce un’alterazione della crescita della mandibola e deformità del volto. L’esito del processo può essere l’anchilosi. Le radiografie dell’ATM risultano in genere negative nelle fasi precoci, ma rivelano in seguito distruzione ossea, che può determinare una deformità anteriore con morso aperto. La diagnosi è suggerita dall’infiammazione dell’ATM associata a poliartrite ed è confermata dagli esami di laboratorio.

La terapia è simile a quella dell’AR di altre articolazioni. Una placca di protezione notturna o placca occlusale è spesso utile. Nella fase acuta si somministrano FANS e si deve limitare la funzione mandibolare. Quando i sintomi si riducono, l’esecuzione di lievi esercizi mandibolari aiuta a impedire la perdita eccessiva della motilità articolare. Se si sviluppa l’anchilosi si rende necessaria la chirurgia, ma questa non andrà effettuata fino a quando il processo non si sia stabilizzato.

Artrite degenerativa secondaria: questo tipo di artrite di solito colpisce le persone di età compresa tra 20 e 40 anni in seguito a un trauma o quelle affette dalla sindrome disfunzionale del dolore miofasciale. Essa è caratterizzata dalla limitazione dell’apertura della bocca, da dolore unilaterale durante i movimenti della mandibola, da dolorabilità articolare e da crepitio. Quando si associa alla sindrome disfunzionale del dolore miofasciale, i sintomi diventano più gravi in maniera intermittente. Si riscontrano di solito segni radiologici di appiattimento condilare, di formazione di labbri e speroni esofitici e di erosione. L’interessamento monolaterale aiuta a distinguere l’artrite degenerativa secondaria dall’artrosi.

La terapia è conservativa, come nel caso della sindrome disfunzionale del dolore miofasciale, sebbene possa essere necessario ricorrere all’artroplastica o alla condilectomia alta. Una placca occlusale (placca di protezione della bocca) di solito allevia i sintomi. Essa viene applicata sempre, eccetto durante le pratiche di igiene orale e di pulizia della placca. Quando i sintomi scompaiono, si può gradualmente ridurre il tempo in cui deve essere applicata. L’inoculazione intra-articolare di corticosteroidi può alleviare i sintomi ma, se ripetuta spesso, può danneggiare l’articolazione.

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